Pubblicato il 04/12/2013, 16:31 | Scritto da La Redazione

GIANCARLO LEONE E LA SUA “MISSION” IMPOSSIBLE IN DIFESA DEL PROGRAMMA UMANITARIO

 

Il direttore di Rai1 convoca la stampa per mostrare qualche spezzone del programma in onda oggi e domani in prima serata. Dopo le tante polemiche sul reality della tragedia, raccontata da Vip che nulla hanno a che vedere con i rifugiati tra cui sono stati inviati, si attende il verdetto del’Auditel.meta name=”Raiuno, Auditel, Leone”

Il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, arriva nella sala degli Arazzi di Viale Mazzini, si siede, sistema i suoi appunti sul tavolo e comincia la sua personale Mission impossible. Trasformare il suo programma umanitario, al via oggi in prima serata, da mostro mediatico, già bollato come esempio di tv della sofferenza con Vip che speculano sui rifugiati a uso e consumo dell’Auditel, in un esperimento «in grado di accendere i riflettori su una realtà non conosciuta per indecente indifferenza nei confronti di queste tragedie».

Le tragedie sono quelle che vivono i milioni di rifugiati di Giordania, Mali, Congo, Sud Sudan ed Ecuador, i Paesi in cui il programma Mission è entrato per raccontare, in due puntate, la vita dei campi, fatta di capanne, scuole senza nulla, bambini abbandonati, donne malate di Aids, povertà, guerre e tanto orrore. A raccontarlo non sono giornalisti o inviati di guerra, ma Paola Barale ed Emanuele Filiberto, Albano con le sue figlie, Francesco Pannofino e la giornalista Candida Morvillo, Cesare Bocci e Lorena Bianchetti. Quelli che comunemente si chiamano Vip. Ed è proprio questo il punto. Perché inviare un Principe che ha cantato a Sanremo, fatto l’isolano famoso, condotto un gruppo di altri Vip nelle impervie strade di Pechino Express, a immedesimarsi in quelle vite?

A guardare il volto contrito del protagonista, spedito in Congo, al cospetto di bambini che non hanno nulla,  ma che quando lui si presenta “Je suis Emenuelè” con l’accento sulla e, esclamano “ohhhh” quasi come i ragazzini del Povia pensiero, il dubbio ci assale. E Leone-Tom Cruise va avanti nella sua Mission Impossible. «Ogni rete ha i suoi linguaggi, quello del reportage puro è affidato ad altri canali, rivendico la titolarità della scelta di usare un sistema per cui questo programma potesse arrivare a un pubblico più ampio e l’uso di persone note serve proprio a questo scopo». Seduta accanto a Leone c’è Rula Jebreal, che con Michele Cucuzza condurrà in studio la trasmissione. E’ lei che azzarda un paragone leggermente audace. «La CNN manda Angelina Jolie nei campi profughi per attirare maggiore attenzione. Anche Clooney va in Sudan». Ma Albano non è George Clooney e la Barale non è Angelina Jolie. Anche l’UNHCR l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e Intersos che hanno collaborato alla realizzazione di Mission, hanno avuto i loro dubbi.  «Direi il falso se dicessi che qualche nome non ci ha posto dei problemi – confessa Nino Sergi, Presidente di Intersos – ma abbiamo riflettuto a fondo e ci siamo detti : “Chi siamo noi per dire che certe persone non possono parlare di rifugiati, se lo fanno in modo serio?”».

Corre voce che i Vip abbiano preso 700 euro a giorno, per un totale di quindici giorni di permanenza nel proprio territorio. Vero? «Di cifre la Rai non parla», taglia corto LeoneCruise che precisa come nessuno sia stato invitato a devolvere alcunché in beneficienza.  «Non abbiamo né chiesto né preteso che i compensi fossero destinati alla beneficienza, questo viene lasciato alla coscienza di ciascuno. E’ un modo per uscire dall’ipocrisia del fatto che se si trattano questi temi bisogna farlo a fin di bene».  

Il format originale, ideato da Tullio Camiglieri e Antonio Azzalini, è stato già acquistato da diversi tv pubbliche straniere. «Abbiamo trattato con il Portogallo, la Spagna, la Germania e ci ha chiamato la rete americana Pbs», dice fiero Camiglieri che nonostante l’accoglienza internazionale non può contare sulla fiducia del Presidente della Camera, Laura Boldrini, che prima della carica politica ha lavorato al progetto, per poi prenderne le distanze. «La Boldrini ha lavorato con noi all’inizio, poi ha scelto di fare il suo percorso politico – ricorda Lauren Jolles, delegato per il Sud Europa dell’UNHCR –  Spero solo che dopo averlo visto ci sia da parte sua e da altri che hanno criticato il programma una seria riflessione».  L’ha già visto invece il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. Viste le polemiche, era il caso. «E’ normale che un direttore generale visioni quello che va in onda – sorride LeoneCruise – L’ha visto un paio di giorni fa e avrebbe anche potuto prevederne la non messa in onda, ma siamo qui». Diamo a Leone anche l’ultima  parola. «Mission non è un reality, non ci sono eliminazioni, non ci sono effetti speciali, ricongiungimenti o furbizie tipiche dei prodotti di prima serata».  Indovinello, quindi cos’è? «Non incaselliamo». Già, non incaselliamo.

 

TITOLO

MISSION

REGIA

CELESTE LAUDISIO

CAST

ALBANO INSIEME ALLE FIGLIE CRISTEL E ROMINA JR., FRANCESCO PANNOFINO E LA GIORNALISTA CANDIDA MORVILLO – EMANUELE FILIBERTO E PAOLA BARALE, CESARE BOCCI E LORENA BIANCHETTI, MICHELE CUCUZZA E BARBARA DE ROSSI

AUTORI

ANTONIO AZZALINI E TULLIO CAMIGLIERI SCRITTO DA CELESTE LAUDISIO, ENRICA MARCHESI, MARIO AUDINO, EMILIANO SACCHETTI, DAVIDE CORALLO, RICCARDO MAZZON.

SCENOGRAFIE

MARCO CALZAVARA

CASA DI PRODUZIONE

RAI1 CON DINAMO ITALIA

UFFICIO STAMPA

RAI

MESSA IN ONDA

4 E 12 DICEMBRE 20.50

 

 

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Giancarlo Leone)