Pubblicato il 02/12/2013, 12:02 | Scritto da La Redazione

GRILLO VA IN DIRETTA SU LA7. LA TV CHE VOLEVA CHIUDERE

GRILLO VA IN DIRETTA SU LA7. LA TV CHE VOLEVA CHIUDERE
Il «V-day» trasmesso solo da Mentana. Il comico: impeachment per Napolitano. meta name=”Grillo, Napolitano, Mentana, La7” Rassegna Stampa: Il Tempo, pagina 7, di Fabio Capolla. Grillo va in diretta su La7. La tv che voleva chiudereIl «V-day» trasmesso solo da Mentana. Il comico: impeachment per Napolitano. Fino a marzo scorso c’era Telecom a controllare La7. Un […]


Il «V-day» trasmesso solo da Mentana. Il comico: impeachment per Napolitano. meta name=”Grillo, Napolitano, Mentana, La7”

Rassegna Stampa: Il Tempo, pagina 7, di Fabio Capolla.

Grillo va in diretta su La7. La tv che voleva chiudere
Il «V-day» trasmesso solo da Mentana. Il comico: impeachment per Napolitano.

Fino a marzo scorso c’era Telecom a controllare La7. Un nemico giurato di Beppe Grillo. Poi la cessione delle quote: TI Media vende la società La7 S.r.l a Cairo Communication comprendente i canali La7 e La7d. A Beppe Grillo non piaceva neanche Urbano Cairo. A luglio, durante un comizio in Sicilia, a Leonfonte lo accusò di essere «ex socio per Berlusconi, in pratica lavori per il Cavaliere». Adesso Grillo stravede per Cairo che gli ha trasmesso in diretta il V-day da Genova. «Era giusto e doveroso da parte nostra fornirvi la documentazione di questo evento politico», ha detto Enrico Mentana. La bufera contro i giornalisti di La7 passa in secondo piano quando si ottengono gli scenari che vanno oltre internet e poco importa di quanto si pensava fino all’altroieri. Grillo ha avuto così l’ ennesimo momento di gloria, quel palco da dove ha potuto sparare contro tutto e tutti, consapevole che la massa avrebbe applaudito a prescindere.

Parla Beppe Grillo, consapevole che se non si cambia quel sistema elettorale che ha condannato, aggredito, insultato, alla fine potrebbe portargli giovamento. Così mentre insulta Napolitano, mentre arriva a paragonarsi al Papa dimentica di criticare il Porcellum e chiedere la riforma elettorale. Parla di impeachment per il Presidente Napolitano: «Se ne deve andare. Si è raddoppiato la carica e ha distrutto i nastri con le intercettazioni con Mancino. Rimarrai solo Napolitano, tradirai da solo l’Italia». Attacco da cui numerosi politici hanno preso le distanze. Un bilancio delle attività del Movimento 5Stelle, carico di populismo, di quelle frasi ad effetto che trovano l’applauso della platea. Da uomo di spettacolo consumato sa cogliere i momenti e catturare l’attenzione con le parole. «Sono fiero di essere un populista insieme a voi. E siamo populisti arrabbiati», ha esordito. A Grillo non piace la democrazia che c’è in Italia ma non piace nemmeno il sistema europeo. «Vogliamo un referendum per votare se rimanere dentro l’euro. Perché ci hanno truffato, ci siamo trovati dentro l’euro senza p o ter dire nulla», ha detto al Vaffaday 3. «Io non sono contro l’Europa. Ma voglio che il popolo sia informato. Vogliamo gli eurobond». Dopo Grillo che vuole l’abolizione dei senatori avita sul palco Dario Fo.

Il clima diventa incandescente al punto che lo stesso Grillo in due occasioni tenta di intervenire sul discorso del premio Nobel per smorzare i toni. «A questo punto fiducia, speranza e ottimismo sono morti – ha detto Fo – Bisogna tirare il sipario e cambiare scena. Topi e scarafaggi la fanno da padroni. Vanno buttati fuori senza pietà perché noi siamo democratici ma non moderati». E Grillo punta alla vittoria alle prossime europee. «Vinceremo perché lì si candidano i partiti e non le coalizioni. Siamo il primo movimento in Italia e in Europa», ha detto il comico genovese che poi ha parlato della sua famiglia. «Mi chiedono chi me l’ha fatto fare e io rispondo che l’ho fatto perché ho pensato ai miei figli e ai miei nipoti. Ognuno deve fare qualcosa per gli altri, solo così si cambia questo Paese. Abbiamo perso la sovranità anche sui nostri figli che sono costretti ad andarsene. A loro dico che non devono andarsene, a loro dico dovete rimanere qui e cospirare». Unico grande assente è stato Julian Assange. Il collegamento previsto con l’ambasciata dell’Ecuador a Londra è saltato per «problemi tecnici».