Pubblicato il 30/11/2013, 13:00 | Scritto da La Redazione

PD FACTOR: QUANDO LA POLITICA DIVENTA SHOW

Anche quest’anno il confronto tra i candidati alle primarie dei democratici hanno usufruito di un mezzo televisivo moderno per comunicare la politica al telespettatore-elettore. Quando capiterà anche per la scelta del premier?

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Al netto del piacere di vedere i candidati che parlano con regole televisive, sapendo di dover essere efficaci, sinceri, senza «supercazzole» infinite, anche quest’anno il Confronto per le primarie del Pd su Sky Tg24 ha dato dimostrazione di cosa vuol dire essere in un Paese moderno, in cui la televisione che parla di politica è al servizio dei cittadini e non l’esatto opposto, ovvero un pulpito da cui blandire e (permettetemi la licenza) «rincoglionire» il telespettatore-elettore. A un anno dalle ultime primarie, rimane ancora di più il rammarico per non aver assistito a un confronto netto, chiaro e regolato, anche per le elezioni politiche che hanno poi spaccato il Paese in tre parti uguali. Rammarico che va imputato ai candidati leader di allora (Berlusconi, Bersani e Grillo), che non hanno avuto il coraggio di lanciarsi senza il paracadute delle urla e della maleducazione o, peggio, della connivenza del giornalista-conduttore. La speranza, come un anno fa, è che per la scelta del prossimo premier si possa usufruire di uno strumento mediatico che da quasi mezzo secolo è adottato negli Stati Uniti.

Dal punto di vista squisitamente televisivo, il Confronto su Sky Tg24 ha migliorato rispetto a un anno fa la regia, ancora più dinamica, raffinando la grammatica della narrazione del dibattito e inserendo codici d’interazione che certamente avvicinano il telespettatore-elettore. Chissenefrega se qualche bacchettone inorridisce davanti all’applausometro. La politica è partecipazione, non deve essere subìta come è stato negli ultimi decenni. E se non si va più in piazza a fischiare o ad acclamare, almeno lasciateci il «tasto verde del telecomando».

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto i candidati alla segreteria del PD, da sinistra Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Pippo Civati)