Pubblicato il 26/11/2013, 14:30 | Scritto da La Redazione

LODOVICA COMELLO: «HO INIZIATO A SUONARE QUANDO HO SENTITO I PINK FLOYD. MILEY CYRUS? NON FAREI MAI LE SUE SCELTE»

L’uscita del disco da solista “Universo” (MAS/SonyMusic) è l’occasione per intervistare la star di “Violetta” e farsi raccontare aneddoti, sogni e bisogni di un’artista in ascesa.meta name=”news_keywords” content=”<lodovica comello, violetta, universo, miley cyrus>”

Sorpresa. Lodovica Comello, Francesca nella teen serie di culto di casa Disney Violetta, ha iniziato a strimpellare la chitarra a sei anni per amore dei Pink Floyd. «Ho sentito le loro canzoni e mi sono piaciuti subito, da quel momento suonare e cantare sono diventate le mie priorità», afferma con il candore da ventenne fasciata da un coloratissimo abito Desigual. E non è finita qui. «In casa, l’idolo di famiglia è sempre stato Bruce Springsteen». Insomma, le sette note sono uno stato dell’anima, benzina sul fuoco di un’urgenza che si chiama Universo (MAS/SonyMusic), primo disco solista della giovane ugola friulana, presentato all’indomani delle 77 date “sold out” del tour argentino di Violetta.
Lodovica ha le idee chiare anche sul futuro. Quando la favola Disney terminerà, «Non seguirò le orme di Miley Cyrus». 
Insomma, spigliata sì, spogliata no.

L’uscita del disco è il primo passo per affrancarti dal personaggio di Francesca in Violetta?
«Non nasce tanto dall’idea di staccarmi dal personaggio, quanto dal desiderio di cantare e di evolvermi artisticamente».
Sei nata a San Daniele del Friuli e ti sei trasferita a Buenos Aires diventando una teen star. Un percorso notevole.
«Ho trascorso la mia adolescenza in Friuli. Poi, terminato il liceo, mi sono trasferita a Milano per studiare al MAS. Un giorno, il Direttore della scuola mi ha proposto di partecipare al casting di una serie Disney in lavorazione. Si trattava di Violetta. Partecipai al provino nonostante non sapessi una sola parola di spagnolo. Mi scelsero, chiedendomi di trasferirmi a Buenos Aires per iniziare a girare. Non me lo sono fatta ripetere. Avevo già la valigia pronta».
Davvero a sei anni eri una fan dei Pink Floyd?
«Ho sentito una loro canzone ed è stata la molla per convincere i miei genitori a mandarmi a lezione di chitarra e solfeggio. Sui banchi di scuola mi impegnavo il più possibile, cercavo di essere brava, perché era l’unico modo per continuare a seguire le lezioni di musica e coronare il mio sogno: cantare».
Hai degli idoli di riferimento?
«L’idolo di casa è sempre stato Bruce Springsteen. Personalmente, adoro Elisa e Joni Mitchell. Anche Christina Aguilera mi è sempre piaciuta. E, tra le nuove leve, Demi Lovato spacca!».
Parlaci del disco.
«Ci sono ballad, ci sono canzoni ritmate. Mi appartiene in tutto e per tutto. Trasmette sentimenti positivi, si rivolge agli aspiranti artisti con un messaggio preciso: non mollate mai, osate sempre, provateci. Se dovessi indicare una canzone capace di rappresentarmi più delle altre, sceglierei la open track, Otro dias mas».
I brani sono cantati in spagnolo…
«Da un lato, è la lingua che maggiormente si sposa alle melodie che ho in testa. Dall’altro, è la più adatta per diffondere il disco in Sudamerica ed Europa».
Arriverà presto un tuo tour solista?
«Ne stiamo definendo le date. Sono emozionata e adrenalinica, non vedo l’ora!».
Nel frattempo, ti godi il successo planetario di Violetta. Sai che è un prodotto capace di mettere d’accordo genitori e figli?
«Credo sia per via della storia raccontata, dell’intreccio intergenerazionale che può appassionare anche gli adulti».
Il tour di Violetta è stato costellato di costanti sold out. Come hai gestito la pressione?
«Ero già preparata, avendo partecipato a quello de Il mondo di Patty. In un certo senso, sapevo che cosa mi aspettasse».
Come ti trovi, a vivere in Argentina?
«I sudamericani, in generale, sono molto simili agli italiani. Estroversi, appassionati. Sono nostri cugini. E poi, quando a Buenos Aires scoprono che sei italiana, ti adorano. Mantengo un costante contatto con l’Italia e con la mia famiglia grazie a Skype. I miei genitori sono venuti spesso a trovarmi. Ora toccherà ai miei amici italiani».
Guardando al futuro: ti piacerebbe partecipare a un talent nelle vesti di giudice?
«Perché no? Sarebbe bellissimo. Ai concorrenti, non mancherei di fare una raccomandazione essenziale: per emergere, occorre studiare, studiare, studiare».
E, una volta raggiunta la fama, si possono prendere in considerazione le scelte disinvolte dell’ex bimba prodigio Miley Cyrus, dapprima spigliata, poi spogliata…
«Rispetto le scelte di tutti, ma non seguirei mai le sue orme. Credo si possa consolidare il successo sperimentando novità artistiche in un contesto, come dire, più dignitoso (ride, nda)».
Niente ruoli da femme fatale, insomma!
«Sono più a mio agio in abiti comodi, sportivi, piuttosto che nelle vesti di fatalona!».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Lodovica Comello)