Pubblicato il 12/11/2013, 16:35 | Scritto da La Redazione

MOIGE, UN GRUPPO SPARUTO DI GENITORI CHE PERÒ TANTO PIACE AI GIORNALI E CHE PRETENDE DI INCIDERE SULLA TV

MOIGE, UN GRUPPO SPARUTO DI GENITORI CHE PERÒ TANTO PIACE AI GIORNALI E CHE PRETENDE DI INCIDERE SULLA TV
Denunciano, stigmatizzano, lanciano anatemi e molti quotidiani dietro a dargli retta e a riprendere i loro comunicati. Ma se poi si va a vedere di cosa si tratta si trova giusto un centinaio di sostenitori. Evidentemente molto potenti. meta name=”news_keywords” content=”moige, barbara d’urso, pomeriggio 5, domenica live, facebook“ Questa mattina, leggendo come di consueto la […]

Denunciano, stigmatizzano, lanciano anatemi e molti quotidiani dietro a dargli retta e a riprendere i loro comunicati. Ma se poi si va a vedere di cosa si tratta si trova giusto un centinaio di sostenitori. Evidentemente molto potenti.

meta name=”news_keywords” content=”moige, barbara d’urso, pomeriggio 5, domenica live, facebook

Questa mattina, leggendo come di consueto la rassegna stampa degli articoli riguardanti il mondo televisivo, mi sono imbattuto nell’ennesima esternazione del Moige (Movimento Italiano Genitori), ripresa come al solito da Avvenire (quotidiano della Cei). L’associazione questa volta se l’è presa con Barbara D’Urso, annunciando che procederà «a denunciare al comitato Media e Minori due intollerabili episodi avvenuti nei programmi di Canale 5 condotti da Barbara D’Urso» uno risalente al 10 novembre all’interno di Domenica Live, l’altro durante Pomeriggio 5 di giovedì 7 novembre. «La conduttrice attraverso servizi e collegamenti, ha spiegato con dovizia di particolari il fenomeno delle baby squillo al centro della cronaca delle ultime settimane. Senza sconti di frasi esplicite o di dettagli morbosi e volgari. Il tutto durante la fascia protetta».

Non è nostra intenzione stare qui a indagare se la D’Urso ha realmente violato la fascia protetta, non è compito nostro, e per la stessa ragione non ci interessa giudicare se l’intervento del Moige sia stato a sproposito. La cosa che più colpisce la nostra curiosità è il Moige stesso. In questi giorni TVZOOM compie due anni vita, 24 mesi in cui abbiamo fatto analisi, critica e informazione sul mondo dei media e della televisione in particolare. Ecco, in questi anni, più volte ci siamo imbattuti in esternazioni perentorie di questa associazione di genitori, spesso riprese dai giornali. Ma chi sono questi del Moige? Quanti sono? Perché sono così influenti sui media? Cosa pensano del mondo? Come educano i loro figli e come pretendono di educare i nostri, influenzando la tv?

Le prime risposte le ho avute dalla Rete e su Wikipedia scopro che il Moige dichiara di rappresentare 30mila genitori, ma poi si scopre che non si tratta dei suoi iscritti, bensì il dato è un numero ricavato dalle visite annuali del loro sito e dai destinatari di una loro newsletter. Quindi, secondo il loro ragionamento, visto che oggi ho visitato la loro pagina web sono diventato automaticamente un loro sostenitore. Bastasse così poco TVZOOM potrebbe fondare un partito politico.

Andando più a fondo si scopre invece che nel 2008 (ultimo dato diffuso in Rete) l’associazione ha ricevuto solo 197 opzioni per donazione del cinque per mille. Un endorsement ben più sostanziale della semplice visita del sito. Sulla pagina di Facebook (tra l’altro il social network è stato denunciato dal Moige stesso) si contano 1.467 «like» (per capirci TVZOOM ne ha oltre 4mila), mentre su Twitter i follower a oggi sono 377 (chi vi scrive ne ha 2.039 a livello personale e non è certo una twitstar). Insomma, diciamo che se dovessimo basarci sul loro ragionamento e su questi dati, TVZOOM e chi vi scrive dovrebbero essere ben più influenti di questa fantomatica associazione, composta da uno sparuto gruppo di genitori che denuncia Facebook e Striscia la notizia, che condanna e scoraggia la masturbazione e l’omosessualità, che vede pericolosi messaggi in molti cartoni animati in onda sulle reti italiane. Ma il problema, forse, non è del Moige, che ha tutto il diritto di esistere se qualcuno si prende la briga di fondarlo, ma piuttosto è della stampa italiana, che troppo spesso non si prende neanche la briga di verificare a chi si sta dando voce. Eppure ormai basta davvero poco.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto il logo del Moige)