Pubblicato il 12/11/2013, 12:04 | Scritto da La Redazione

RUGGERI, DAL ROCK CHAMPAGNE AL VERMOUTH MEDIASET

RUGGERI, DAL ROCK CHAMPAGNE AL VERMOUTH MEDIASET
Il critico de il Fatto Quotidiano prende in esame il nuovo Lucignolo 2.0 condotto dal cantante Enrico Ruggeri che torna in tv dopo Mistero.meta name=”Ruggeri, Lucignolo, Italia1” Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 17, di Fulvio Abbate. Ruggeri, dal rock champagne al vermouth Mediaset Per molti di noi, non più proprio. Per Enrico Ruggeri è […]


Il critico de il Fatto Quotidiano prende in esame il nuovo Lucignolo 2.0 condotto dal cantante Enrico Ruggeri che torna in tv dopo Mistero.meta name=”Ruggeri, Lucignolo, Italia1”

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 17, di Fulvio Abbate.

Ruggeri, dal rock champagne al vermouth Mediaset

Per molti di noi, non più proprio. Per Enrico Ruggeri è un paio d’occhiali tattici di un bianco accecante, quasi sanitario, e ancora un timballo di capelli ricci non meno strategicamente posti, modellati, assiepati con le forbici sulla sua testa da solista. Ruggeri è insomma un musicista, un cantautore, ed è ancora l’ex leader di una band assai prosaicamente chiamata “Champagne Molotov” e poi, successivamente, dei “Decibel”, ben più spendibili nel nuovo clima gin tonic degli anni Ottanta, clima fatto di schiuma multicolor. Ruggeri, per chi non ne avesse più memoria, è la voce andante di “Nuovo swing”, uno dei brani migliori di quel decennio, certamente parte integrante della colonna sonora generazionale, perfetto perfino per annunciare il cataclisma politico che da lì a qualche stagione muterà la percezione del Paese Italia. Sempre lui, Enrico Ruggeri nostro, icona musicale vivente di certa memoria dischettara, nervi dei nostri nervi consumati per decenni a guardare videoclip su Videomusic e in seguito su Mtv, sia pure ormai lontano dallo spettro dei suoi occhiali periscopici bianchi, c’è puntualmente modo di ritrovarlo in cammino ogni domenica sera-notte sulle rotte di Lucignolo 2.0, format-manifesto di Italia 1, uno dei massimi esempi di rotocalco dell’Impero del Male Spettacolare Berlusconiano, sia detto per definizione.

DIMENTICAVO, Enrico non è nuovo ad avventure di conduzione televisiva, c’è ancora modo, infatti, di ricordarlo a Mistero, e dunque scorgerlo sulle rotte di Lucignolo appare come un gradito ritorno. Tuttavia, saremmo assai bugiardi se non ammettessimo lo stupore che riesce a suscitare la vista di un cantautore nei luoghi non proprio consoni al suo talento, un po’ come incrociare un artigliere lontano dal pezzo, un geniere privato del suo rostro, un autiere senza carburatore da regolare. Quanto a lui, conduttore appiedato sì, e tuttavia munito di un microfono con relativa asta, come segno distintivo, come un sottotesto chiaro: ragazzi, il timballo non c’è più, la vecchia montatura è ormai nel cassetto del “look” (tremenda parola, ma in questo caso è proprio quella che occorre) trascorso, ma si assicuro che sono sempre io… L’acme del tutto che Ruggeri ci ha donato, sempre lì a Lucignolo 2.0? Giunge al momento dell’intervista alle trans. Brasiliana e soddisfatta di sé per l’operazione appena eseguita in Estremo Oriente, che l’ha resa pienamente femmina, la prima; piemontese e segnata da struggente malinconia per un mondo che non mostra rispetto per la diversità, l’altra. Con la sua voglia d’amore che corra oltre il conformismo ottuso e bigotto incarnato perfino dallo sguardo del semplice passante. “Il mio sogno è avere una famiglia”, così pronuncia con l’amarezza che giunge dalla percezione consapevole dello stato delle cose, dell’orrore altrui. Al cantautore ispirato a questo punto basterebbe un semplice cenno, proprio come dice il Pascoli ne “La cavallina storna”, per mostrarsi doverosamente complice. E invece: “Sì, vorresti una famiglia: casa, pantofole, Italia”. Insomma, da “Champagne Molotov” a Vermouth Mediaset.