Pubblicato il 12/11/2013, 11:03 | Scritto da La Redazione

VOGLIONO AUMENTARE IL CANONE RAI DI 6 EURO

VOGLIONO AUMENTARE IL CANONE RAI DI 6 EURO
Il 27 dicembre 2012 pensavamo che fosse l’ultima volta che un governo aumentasse il canone Rai. Si pensava. E invece ecco la sorpresa: «Aumentare il canone della Rai di 6 euro a partire dall’1 Gennaio del 2014 al fine di assicurare le risorse spettanti all’eminenza radiotelevisiva locale».meta name=”Canone, Rai, aumento” Rassegna Stampa: Libero, pagina 4. […]


Il 27 dicembre 2012 pensavamo che fosse l’ultima volta che un governo aumentasse il canone Rai. Si pensava. E invece ecco la sorpresa: «Aumentare il canone della Rai di 6 euro a partire dall’1 Gennaio del 2014 al fine di assicurare le risorse spettanti all’eminenza radiotelevisiva locale».meta name=”Canone, Rai, aumento”

Rassegna Stampa: Libero, pagina 4.

L’ultima pazzia
Vogliono aumentare il canone Rai di 6 euro

Il 27 dicembre 2012 pensavamo che fosse l’ultima volta che un governo aumentasse il canone Rai. All’epoca il mai rimpianto esecutivo tecnico di Mario Monti portò da 112 a 113,5 euro il tributo. Si pensava: adesso basta. E invece ecco la sorpresa: «Aumentare il canone della Rai di 6 euro a partire dall’1 Gennaio del 2014 al fine di assicurare le risorse spettanti all’eminenza radiotelevisiva locale». È quanto propongono in diversi emendamenti fotocopia alla Legge di stabilità alcuni senatori del Pdl e del Pd. Le risorse, spiega la proposta, dovranno affluire «ad un apposito Fondo di sostegno economico all’emittenza televisiva locale costituito presso il ministero dello Sviluppo economico, nel quale sono riversate le somme già previste a bilancio». «Tale Fondo di sostegno si legge in alcuni emendamenti non potrà subire tagli e/o decurtazioni, né diretti né lineari, a decorrere dal 2014. Il riparto avviene secondo le modalità previste dal Regolamento di cui al decreto del ministero delle Comunicazioni 5 novembre 2004 n. 292. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze apporta, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio». Amen. Ma poteva Scelta Civica rimanere fuori dal gioco delle tasse? Ed ecco che il senatore Aldo Di Biagio alza il prezzo: l’aumento deve essere di 11 euro, così si potrebbero garantire 180 milioni «a sostegno» della solita «eminenza radiotelevisiva locale per il servizio pubblico svolto in ambito territoriale». In serata tuttavia è arrivata una mezza smentita: il 10% del genia() del canone dovrebbe andare ai canali locali. Insomma, la confusione regna sovrana, anche se c’è un punto fermo: bastonare le famiglie che pagano il canone. Questa sì che è una «scelta civica».