Pubblicato il 05/11/2013, 19:25 | Scritto da La Redazione

FILIPPO TIMI: «NON AVEVO MAI FATTO TV PERCHÉ SONO UN PO’ SNOB, MA SAREI STATO UN PAZZO A RIFIUTARE “I DELITTI DEL BAR LUME”

FILIPPO TIMI: «NON AVEVO MAI FATTO TV PERCHÉ SONO UN PO’ SNOB, MA SAREI STATO UN PAZZO A RIFIUTARE “I DELITTI DEL BAR LUME”
In un’intervista a TVZOOM l’attore perugino racconta il suo esordio in una serie televisiva: “I Delitti del Bar Lume”, tratta dai romanzi di Marco Malvaldi, in onda lunedì 11 e 18 novembre in prima serata su Sky Cinema 1. È un po’ spigoloso, simpatico sì, ma non particolarmente incline a quel modo di fare volgarmente […]

In un’intervista a TVZOOM l’attore perugino racconta il suo esordio in una serie televisiva: “I Delitti del Bar Lume”, tratta dai romanzi di Marco Malvaldi, in onda lunedì 11 e 18 novembre in prima serata su Sky Cinema 1.

È un po’ spigoloso, simpatico sì, ma non particolarmente incline a quel modo di fare volgarmente chiamato «cazzeggio». Filippo Timi, protagonista delle due puntate dei Delitti del Bar Lume, la serie in onda su Sky Cinema 1 lunedì 11 e 18 fa parte di quella cerchia di attori cosidetti di nicchia, che però se glielo dici sì ci scherza, ma non ci resta poi tanto bene. «La considero quasi un’offesa». Lui è decisamente bravo a interpretare Massimo, il proprietario del Bar Lume, dove quattro arzilli vecchietti toscanacci si ritrovano per giocare a carte, ma anche per fare a modo loro indagini poliziesche su casi di cronaca che succedono nella loro provincia toscana. Ruvido, separato dalla moglie, attratto dalla bellezza fisica della sua barista, Massimo considera i quattro anziani “un virus”, vorrebbe sopprimerli, salvo poi rimanere imbrigliato nei loro discorsi e finire anche lui a fare indagini per conto suo.

Una realtà da provincia scanzonata, dove anche la morte può assumere un che di ironico. Per l’attore perugino I Delitti del Bar Lume, tratto dagli omonimi romanzi di Marco Malvadi, è la prima opera televisiva. «La verità – sorride – è che io sono un po’ snob».

Carlo Degli Esposti, il produttore della fiction con la sua Palomar, l’ha convinta dopo una corte serrata, perché non voleva fare tv?

«Io guardo molto la tv, e se anche ti propongono cose belle, manca il tempo per farle bene. Mi considero abbastanza bravo, ma sono convinto che se manca il tempo non si può lavorare bene. E poi balbettando non potevo proprio, in dieci settimane di riprese, tre partono solo perché balbetto».

È vero l’uomo Timi inciampa nelle parole, e lui ci scherza su, ma l’attore Timi non conosce alcun tipo di limitazione nell’espressione. Anzi, va dritto come un treno. Ma torniamo all’intervista.

Perché ha accettato di girare queste due puntate?

«Erano scritte molto bene, era divertente il ruolo, era molto bello il cast, era tutto sì, sarei stato un cretino a dire di no, perché poi?».

Nonostante tutto però lei all’inizio non aveva accettato il ruolo…

«Il mio inizialmente è sempre un no, poi ci ripenso, mi sono reso conto che c’era molta qualità e una grande originalità nelle storie»

Quanto a lungo è disposto a interpretare Massimo, visto che di romanzi di Malvaldi ce ne sono altri e lui stesso sta continuando a scrivere?

«È molto bella l’idea di prendere un personaggio e fargli succedere le cose nel tempo, è come crearsi un alter ego. E poi è anche un modo per ri- incontrare delle persone a cui ci si è legati. Quindi ben venga il ruolo di Massimo».

Ha detto che guarda molta televisione, cosa in particolare?

«Mi piacciono serie come American Horror story, Damages, Downtown Abbey».

Neanche una italiana?

«Una mamma imperfetta perché c’è la mia amica Lucia Mascino e perché mi fa ridere».

A un attore come Luca Zingaretti il personaggio Montalbano ha creato problemi. C’è stato un momento in cui voleva smettere, per evitare l’eccessiva identificazione. Crede che possa succedere anche a lei?

«Allora anche Carmelo Bene era incastrato in Carmelo Bene. Se fai un ruolo famoso l’identificazione per il pubblico in quel ruolo può succedere, ma è un finto problema».

Il fatto di aver esordito con Sky…

«Significa che a Sky sono più bravi? E poi perché scegliere Timi, uno cosidetto di nicchia? Perché magari è bravo. È bello il fatto che Sky azzardi su un attore forte piuttosto che su uno famosissimo».

Qualcuno dice che il finale almeno nella prima puntata è un po’ buonista. Non staremo qui a svelarlo, ma concorda con questa analisi?

«No, io quando interpreto non giudico né il ruolo, né la sceneggiatura, se no come avrei potuto interpretare il papà filonazista di Salvatores?».

Giovedì sarà ospite di XFactor, le piace o ci va solo per promuovere il film?

«Mi sono divertito molto a guardare i provini, mi emoziona davvero quando vedo qualcuno che canta bene, poi vedo certi disperati che sembrano me quando canto sotto la doccia».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto il cast dei Dalitti del Bar Lume)