Pubblicato il 24/10/2013, 13:35 | Scritto da La Redazione

CATERINA MISASI: «IN “CENTOVETRINE”, ALEX BELLI PERDERÀ LA TESTA PER ME»

 

TVZOOM ha intervistato la new entry della soap di Canale 5, che interpreterà il ruolo di Fiamma, donna ambigua, affascinante, destinata a lasciare un segno nello sviluppo della nuova stagione.meta name=”news_keywords” content=”caterina misasi, fiamma, centovetrine, alex belli

Intercetto Caterina Misasi al telefono quando sta per imbarcarsi su un traghetto. Finché la barca va, lasciala andare. Ma io non posso lasciarla. Devo chiederle informazioni sul nuovo personaggio da lei interpretato: dal 22 ottobre Caterina sarà Fiamma nella soap Centovetrine. Il nome scelto forse non è casuale: Fiamma accenderà, nomen omen, la fiamma della passione in Jacopo (interpretato da Alex Belli), che rischierà seriamente di bruciarsi.
C’è da capirlo. La voce di Caterina è timida e accomodante. Ci si potrebbe innamorare davvero. Non per quello che dice, per quello che non dice ma speri possa dirti.
Non sono appassionato di astrologia, ma mi viene da chiederle: di che segno è?

«Capricorno».

Se dovesse definire la sua personalità in qualche modo?
«Ambigua. Non in senso malizioso, però. Nel senso di non convenzionale, quasi pazza. Se lo considerassi in negativo, ti direi bipolare. Ma neanche quello sarebbe appropriato. E’ che all’apparenza sembro un’acqua cheta. Calma e accomodante. Ma posso diventare un’isterica da un momento all’altro (ride, nda)».
Ha convogliato questi tratti distintivi anche nel personaggio di Fiamma?
«Probabilmente qualcosa sì. Del resto, ogni attore mette un po’ di sé stesso, nel personaggio interpretato».
Fiamma diventerà la nuova…fiamma di Jacopo, interpretato da Alex Belli. Gli farà perdere la testa.
«Entrerà a lavorare nel centro commerciale di Centovetrine. Vivrà un’intensa storia d’amore con Jacopo. Per capire bene come si evolverà la sua vicenda, sarà determinante seguirla dall’inizio. Mi raccomando. Non posso dirti di più, ma se non la seguirete dall’inizio, faticherete a comprendere alcune sue scelte successive».
Per lei, che ha lavorato sul set di Vivere, arrivare a Centovetrine deve aver avuto un gusto particolare.
«Mi sento come se non fossero trascorsi i dieci anni che mi separano dall’esperienza di Vivere. Ho incontrato le stesse persone. Un po’ come se fossi tornata a casa».
Rispetto al periodo di Vivere, Caterina Misasi si sente cambiata?
«Mi sento più consapevole».
Ma la consapevolezza di voler fare l’attrice nella vita, l’ha avuta fin dagli esordi?
«L’intenzione c’è sempre stata. Soprattutto grazie a mio zio, Luigi Misasi, attore anche lui. Mi ha trasmesso la passione per questo mestiere».
I ruoli che più l’hanno appagata?
«Mi è piaciuto portare sullo schermo Lucia Bosè. Lei è l’archetipo della bellezza. Poi, mi sono divertita tantissimo a girare il cortometraggio Pene d’amore. Lì, interpreto il ruolo di Candy, una donna con tratti giapponesi e con una gamba finta, che ama parlare d’amore e idealizzare i sentimenti, pur facendo nella vita il killer a pagamento. Un contrasto pazzesco».
Lei potrebbe possedere tratti orientali, in effetti. Le piace la cultura giapponese?
«Moltissimo. Il Giappone è uno dei luoghi che vorrei visitare. Mi appartiene anche nello stile. Adoro i kimono, le vestaglie nipponiche. Il casual non mi rappresenta. Nemmeno il look sportivo. Mi piace ciò che riesce a esaltare la femminilità con un tocco etnico».
Ora come è vestita?
«Indosso un abito in stile arabo proveniente dal Marocco».
Si appassiona alla moda?
«E’ la mia seconda passione. Un anno fa, su proposta di un mio attuale socio in affari, ho iniziato a pensare e a realizzare una mia linea di moda femminile. Sono ansiosa di vedere che impatto avrà».
Che caratteristiche avrà la sua linea di abbigliamento?
«Di sicuro avrà linee semplici. Il mercato, oggi, richiede quello. Poi, su molti aspetti ho usato me stessa come modello. Quindi, per ora, sarà destinata a donne magre».
Sfondare con la sua linea di moda è un sogno nel cassetto, dunque. Me ne dica uno legato al mestiere di attrice.
«Facile. Fare del cinema».
A cena con tre mostri sacri del cinema internazionale. Chi sceglierebbe?
«Almodovar. Penelope Cruz. Mel Gibson».
Se si ha talento, in Italia, si riesce a emergere?
«Non sempre il mondo dello spettacolo è meritocratico. A volte sì, a volte no. Come tutti i settori, credo. Io non so se ho talento, non devo dirlo io. Però quello che ho fatto fino a oggi credo di essermelo meritato. E spero di continuare. La mia prima passione è recitare. Sopra qualsiasi altra cosa».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Caterina Misasi)