Pubblicato il 17/10/2013, 13:03 | Scritto da La Redazione

CROZZA RINNOVA CON LA7. COSÌ NON DEVE DICHIARARE IL SUO CACHET, ALLA FACCIA DEI GIORNALISTI

Con una conferenza stampa improvvisata all’ultimo, Urbano Cairo e Beppe Caschetto, agente del comico genovese, hanno messo fine alla telenovela sul contratto dell’artista più conteso dell’anno.

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Invitati da un giorno con l’altro per una conferenza stampa a tema «segreto», in uno storico hotel milanese Urbano Cairo, editore de La7, ha annunciato il rinnovo del contratto di Maurizio Crozza. Si tratta di un triennale e prevede, anche questa volta, la deroga per la copertina di Ballarò su Rai3. Al fianco di Cairo Beppe Caschetto (agente del comico genovese, che ritorna domani sera 18 ottobre per nove puntate), un tipo solitamente schivo, ma che questa volta ha deciso di metterci la faccia, dopo le molte speculazioni fatte nelle ultime settimane sulla trattativa con la Rai: «Abbiamo deciso di rimanere a La7 perché Cairo è stato quello più convincente di tutti», dice Caschetto.

Nei giorni scorsi erano girate cifre sul costo a puntata dello show di Crozza su Rai1 (circa 450mila euro) e quindi se Cairo è stato più convincente, viene da pensare che abbia offerto di più. «Assolutamente no, per riservatezza non vi dico l’importo, ma La7 paga meno delle cifre circolate sui giornali», dice Cairo. E come è possibile, allora? «La Rai non sembrava così convinta di volere Crozza, poi si era inserita anche Mediaset con un’offerta davvero molto importante e la garanzia di libertà editoriale, ma Maurizio aveva paura di essere percepito male e così ha scelto di rimanere a La7. E comunque, per onore di cronaca, la cifra di cui si discuteva con la Rai era “chiavi in mano” con il prodotto già confezionato, il cachet di Crozza a puntata sarebbe stato di 110mila euro», precisa Caschetto.

Il pressing dei giornalisti per scoprire la cifra del contratto firmato lunedì nel pomeriggio è incessante, ma Cairo e Caschetto non cedono: «Non devo rendere conto a un organo di controllo come la Rai, quindi, se permettete la cifra non la dico», specifica Cairo legittimamente. Caschetto, invece, sfrutta l’occasione per levarsi qualche sassolino dalla scarpa: «Nelle ultime settimane si sono dette molte sciocchezze. Crozza è un artista che oggi porterebbe valore a ogni azienda e non è uno che pensa solo ai soldi. Pensate che per i suoi interventi a Ballarò prende 2.500 euro a puntata. Lo dico per farvi avere le proporzioni delle cose, anche se trovo profondamente sbagliato dichiarare i cachet degli artisti».

In chiusura Cairo fa un primo bilancio della sua avventura a La7: «Anche se il dato da gennaio a settembre di quest’anno è negativo del 14% rispetto all’anno scorso, nell’ultimo trimestre abbiamo avuto una crescita del 3,5% della pubblicità. Per ora sono molto contento delle mie scelte, anche di Paragone e la su Gabbia, che cresce di puntata in puntata, e anche di Sottile e Linea Gialla, che ci porta pubblico femminile e cresce lentamente. Per noi quello è un pubblico del tutto nuovo e quindi ci vuole tempo. E poi sono felicissimo del mattino: Omnibus, Coffee Break e L’aria che tira mi danno molte soddisfazioni». Insomma, tutti felici e contenti.

Per quanto riguarda il tema della trasparenza sui conti Rai, invece, il dibattito è aperto. C’è chi sostiene che operando in un mercato dove gli altri player non dichiarano i costi dei programmi, la Rai si farebbe del male, e chi invece pretende di sapere nel dettaglio che fine fanno i soldi pubblici. La nostra posizione, dal primo momento, è chiara: non ci scandalizziamo per i cachet alti, se sono coerenti con i ricavi pubblicitari, ma vorremmo che qualsiasi azienda pubblica sia trasparente nei suoi conti verso i cittadini supertassati. E chi non è d’accordo può sempre andare a lavorare nel privato. Come ha fatto Crozza.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Maurizio Crozza)