Pubblicato il 13/10/2013, 14:01 | Scritto da La Redazione

A LAMPEDUSA SI MUORE. ALLA RAI SI DORME

A LAMPEDUSA SI MUORE. ALLA RAI SI DORME
Secondo Paolo Ojetti de “Il Fatto quotidiano” la tv di stato sta gestendo in maniera indegna il servizio pubblico da Lampedusa. meta name=”news_keywords” content=”il fatto quotidiano, paolo ojetti, rai, tg1, lampedusa, morti, canale di sicilia“ Rassegna stampa: Il Fatto quotidiano, pagina 21, di Paolo Ojetti. A Lampedusa si muore. Alla Rai si dorme Se i […]

Secondo Paolo Ojetti de “Il Fatto quotidiano” la tv di stato sta gestendo in maniera indegna il servizio pubblico da Lampedusa.

meta name=”news_keywords” content=”il fatto quotidiano, paolo ojetti, rai, tg1, lampedusa, morti, canale di sicilia

Rassegna stampa: Il Fatto quotidiano, pagina 21, di Paolo Ojetti.

A Lampedusa si muore. Alla Rai si dorme

Se i conti dovessero tornare, in 8 giorni gli annegati nel canale di Sicilia sono arrivati a 360, il che significa 45 al giorno. Nel corso di un anno, i giorni utili alla traversata dei barconi sono circa 100. Se la media dei morti restasse la stessa, a ottobre del 2014 il mare potrebbe aver inghiottito 4.500 anime. È un calcolo spietato, non digeribile, roba da restare svegli la notte con un peso sulla coscienza che nessun digestivo consolatorio potrebbe rimuovere. Ma ieri mattina, dopo 15 ore dal secondo naufragio (50 morti e non calcolabili dispersi) il Tg1 del mattino ha svegliato gli italiani con un servizietto di due minuti, distribuito da Marco Betello surgelato (avesse almeno detto: non abbiamo parole), che ha lasciato subito spazio alla legge sul femminicidio, Letta, Berlusconi, la partita con la Danimarca.

Poi, mentre le famigliole italiane si rimpinzavano di pubblicità delle gocciole bianco mulino e di assorbenti che tolgono la paura di salire in ascensore, è arrivata la rubrica Persone di Angelo Angelastro per celebrare il peso piuma Musso, olimpionico del 1960, con un inno alla boxe “che salva i giovani dalla strada e dalla violenza”. Seguiva Uno mattina in famiglia andante con brio.

Allora ci si chiede: cosa fanno davvero i dirigenti e i responsabili della rete e del Tg? Per coloro che non sanno nulla di giornali e giornalisti, è bene che siano informati: anche in un giornale scalcinato, il direttore chiama a raccolta i redattori, blocca i permessi e di corsa smonta il giornale, lo aggiorna prima della stampa notturna, prepara i servizi per il giorno dopo, smuove collaboratori, corsivisti, allerta inviati e corrispondenti, si consulta con i caporedattori e i capiservizio, tiene aperte le agenzie on line. Insomma, si guadagna la pagnotta, la coscienza professionale e la deontologia.

IN RAI, evidentemente, si dorme, un minuto da Lampedusa basta e avanza, agli incidenti stradali si concede qualche secondo in più, spazi incommensurabili ai servizi sociali di Berlusconi e alle primarie del Pd (e se vince Pippo Civati? Vai a sapere), a Letta e Napolitano praterie con l’inchino. Un editore normale avrebbe già chiamato a rapporto direttori e giornalisti e li avrebbe alzati da terra. In Rai nessun alza mai nemmeno un dito: prima bisogna vedere se Berlusconi è davvero scoppiato, se Renzi sarà il nuovo padrone e se il Colle monita o non monita. La Rai non è invecchiata: è morta.