Pubblicato il 12/10/2013, 10:27 | Scritto da La Redazione

DAVID PARENZO: «ABBIAMO FALLITO, “LA ZANZARA” IN TV NON FUNZIONA»

DAVID PARENZO: «ABBIAMO FALLITO, “LA ZANZARA” IN TV NON FUNZIONA»
Il conduttore di “Radio Belva” in un’intervista al quotidiano “la Repubblica” parla dell’insuccesso del programma di Rete 4. meta name=”news_keywords” content=”la repubblica, david parenzo, radio belva, giuseppe cruciani, la zanzara“ Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 59, di Silvia Fumarola. Parenzo: «Abbiamo fallito, la Zanzara in tv non funziona» Il conduttore di “Radio Belva”: «Ma sul […]

Il conduttore di “Radio Belva” in un’intervista al quotidiano “la Repubblica” parla dell’insuccesso del programma di Rete 4.

meta name=”news_keywords” content=”la repubblica, david parenzo, radio belva, giuseppe cruciani, la zanzara

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 59, di Silvia Fumarola.

Parenzo: «Abbiamo fallito, la Zanzara in tv non funziona»

Il conduttore di “Radio Belva”: «Ma sul web piacciamo».

«Sgarbi è stato di una volgarità inaudita e senza freni. La nostra responsabilità è di non aver provato a bloccarlo, il suo mandato era metterci il bastone tra le ruote». David Parenzo si è preso «un giorno di riflessione», dopo la chiusura di Radio Belva su Retequattro, l’ondata di critiche, le accuse di volgarità in prima serata.

Parenzo, Sgarbi è riuscito nel suo proposito e lei e Cruciani siete complici. Lei è andato a riprenderlo dietro le quinte.

«Perché in genere fa una mattana a trasmissione, e ho pensato che la finisse lì».

Dica la verità, avete cercato il caos ma avete trovato uno più furbo di voi.

«No. L’ho “domato” più volte quando lavoravo con Telese a In onda, stavolta ci è sfuggito di mano. Ma il punto non è Sgarbi, abbiamo provato a sperimentare, a destrutturare il talk show. Abbiamo sbagliato a pensare che la tv sia come la radio. Con Cruciani abbiamo vinto il Premiolino per la Zanzara abbiamo creato uno stile, un linguaggio. In tv quel meccanismo non funziona».

Con Borghezio, Sgarbi, Alba Dorata, quelli di Forza Nuova? Che sperimentazione è?

«Nell’amarezza, mi fa sorridere che i video della trasmissione siano cliccatissimi, neanche l’arresto di Bin Laden ha avuto tanti accessi».

Ma così vale tutto: parolacce, insulti. Esistono le regole, o no?

«Radio Belva non era adatta alla prima serata di Rete4 ma i ragazzi sui social l’hanno seguita. Chapeau a Mediaset per averci dato la libertà: fino a Sgarbi le cose non andavamo male, Villaggio è intelligente».

Avete mai fatto una prova?

«No, era un numero zero in onda. Ma succede in tv, si parte di corsa… Ci siamo lasciati prendere la mano dallo spontaneismo, è come col wasabi: se esageri la bocca s’infiamma. Mancava la ciccia».

Un po’ riduttivo, non trova?

«Provo a scherzarci su, nessuno si ricorderà delle mie inchieste, del libro sulla Lega. Solo del flop».

Sembra che avrete un’altra possibilità, da novembre in seconda serata su Italia 1.

«Non ho sentito nessuno, vedremo. Non so chi diceva: “Sto lavorando al mio prossimo insuccesso”, non vorrei fosse questo il caso. Ho fatto come l’apprendista stregone di Fantasia: a Radio Belva ho messo troppo di tutto».

Anche quello di Funari era un circo con varia umanità, non avete inventato granché.

«No, Funari era un’altra cosa. Abbiamo provato a fare l’extreme talk, con ospiti che hanno idee forti e decise a confronto. Ora Forza Nuova dice che era un circo con nani e ballerine, scherziamo? Siamo gli unici ad averli invitati».

Se le sembra un merito…

«È tutto grottesco, Borghezio dopo il delirio mi ha chiamato: “Mi pare sia andata bene, no?”».

Su Italia 1 fatelo capire che è un talk grottesco, perché è sfuggito il senso.

«Essendo noi i cattivi alla radio sono abituato alla cattiveria, questa è la legge del contrappasso. La grammatica televisiva non ha sopportato o supportato, non so, il nostro linguaggio. Ma il mondo della rete è impazzito».

Secondo il Quotidiano della Basilicata il servizio con le interviste sull’omosessualità aveva immagini di dieci anni fa.

«Davvero non ne so niente, chiederò com’è stata montata».