Pubblicato il 11/10/2013, 17:30 | Scritto da La Redazione

IN “ALTRI TEMPI” LA RAI NON AVREBBE MAI PRODOTTO UNA FICTION SULLE CASE DI TOLLERANZA

IN “ALTRI TEMPI” LA RAI NON AVREBBE MAI PRODOTTO UNA FICTION SULLE CASE DI TOLLERANZA
In onda domenica e lunedì in prima serata su Raiuno, “Altri tempi” è la miniserie, diretta da Marco Turco e interpretata da Vittoria Puccini, che racconta la prostituzione delle case chiuse nell’Italia degli anni ’50. Una storia di squallore, povertà e tristezza. meta name=”news_keywords” content=”altri tempi, case chiuse, vittoria puccini, marco turco, rai1“ Il regista, […]

In onda domenica e lunedì in prima serata su Raiuno, “Altri tempi” è la miniserie, diretta da Marco Turco e interpretata da Vittoria Puccini, che racconta la prostituzione delle case chiuse nell’Italia degli anni ’50. Una storia di squallore, povertà e tristezza.

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Il regista, Marco Turco, non ha fatto sconti al passato e nella miniserie Altri tempi, in onda domenica e lunedì su Rai1, ha rappresentato i bordelli italiani negli anni ’50 per quello che erano realmente: luoghi squallidi, abitati da giovani senza una vita, gestiti da ricchi sfruttatori, con il benestare dello Stato italiano. Fin quando la senatrice Lina Merlin, dopo una battaglia durata dieci anni, è riuscita a farli chiudere.

A interpretare questa fiction che nella Rai di qualche anno fa non sarebbe entrata neanche nel piano di produzione è Vittoria Puccini, nei panni di Maddalena, una prostituta che riesce a diventare tenutaria di un bordello di lusso, in un percorso di vita tragico e funestato dalla nascita di una figlia, costretta ad abbandonare dalle suore.

Una storia che lascia allo spettatore lo stesso disgusto che emerge dalle cronache di oggi, di cui sempre più spesso sono protagoniste le donne e la violenza contro di loro. «Abbiamo fatto attenzione a non rendere il racconto piacevole – sottolinea il regista – Il punto di vista è quello delle donne, non poteva essere affascinante. Sono storie di reiette. Quando si parla della legge Merlin non si dice che queste prostitute erano cittadine di serie B, non potevano sposarsi con poliziotti né funzionari statali, dovevano rendere conto alla polizia di qualsiasi spostamento, erano donne senza una vita, l’abolizione delle case chiuse ha ridato loro diritti e dignità. A noi interessava raccontare le storie di allora e di oggi, sono quasi tutti racconti veri, che abbiamo saccheggiato dalle tante lettere scritte da queste donne alla senatrice Merlin durante i dieci anni serviti per far approvare questa legge».

Accanto alla Puccini nella fiction, costata oltre quattro milioni di euro e girata interamente in Piemonte, c’è Stefania Rocca, la Duchessa che insegna il “mestiere” a Maddalena. E’ una donna disperata, che nel film-tv attraversa l’intero arco temporale della sua “inutile” esistenza. «Il mio personaggio parte giovane e alla fine del film arriva a 70 anni – racconta la Rocca – È una storia molto moderna, è importante raccontarla oggi che si sta riaprendo il dibattito sull’opportunità o meno di riaprire le case chiuse». Nell’immaginario collettivo le case di tolleranza sono luoghi sofisticati, “il baluardo dell’ordine sociale fondato sulla famiglia, il necessario contenitore delle ineliminabili scorie della sessualità maschile” per usare le parole che nel 1958 un onorevole deputato pronunciò in Parlamento, evidentemente contrario all’approvazione della legge sulla regolamentazione della prostituzione. «È una tematica che va conosciuta – sottolinea la Puccini – perché è una realtà di cui anche oggi si ricomincia a parlare. È bene far sapere cosa succedeva realmente lì dentro. La mia Maddalena non è certo un’eroina e trovo giusto che le fiction raccontino anche queste figure in chiaroscuro, non sempre e solo personaggi positivi».

Ma non è stato facile per la protagonista, come per tutte le altre attrici del cast, immergersi in una realtà dura. «È stato faticoso girare le scene nel bordello – va avanti – Molte colleghe dovevano stare mezze nude sul set per tutte le riprese, ci siamo aiutate e protette a vicenda. Personalmente cercavo di non uscire dal mio personaggio, per non giudicarlo. Le scelte di Maddalena, anche se non condivisibili, erano quello di una donna che ha avuto il coraggio e la forza di cambiare. Certo, calarsi in quella realtà, ogni giorno, è stato psicologicamente impegnativo». Del cast fanno parte, tra gli altri, Valentina Corti, Francesco Scianna, Marina Rocco, Elena Radonicich, Bebo Stori e Mattia Sbragia. «Con serie come queste la Rai fa servizio pubblico – conclude il direttore di Rai fiction Tinni Andreatta – Tocca una tematica di grande attualità, nonostante l’ambientazione storica. È una storia di violenza contro le donne, ma anche di speranza di una possibile emancipazione». A dare il volto alla Merlin è Benedetta Buccellato. «Non la conoscevo e interpretandola ho scoperto che su di lei c’erano molti luoghi comuni – conclude l’attrice – Si diceva che era una bigotta, comunista e zitella, in realtà era una donna socialista, laica e sposata che ha fatto una battaglia come cittadina. L’unica donna dell’Assemblea costituente, è stata lei a far inserire nell’articolo 3 della nostra Costituzione, quello in cui si dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge la dicitura “senza distinzione di sesso”».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Vittoria Puccini)