Pubblicato il 09/10/2013, 18:36 | Scritto da La Redazione

TESSA GELISIO: «IL SUSHI? MEGLIO IL PESCE CRUDO NOSTRANO»

È uscito in questi giorni, edito da Giunti, “Ecocentrica”, vero e proprio manuale comportamentale che illustra i piccoli accorgimenti da introdurre nel proprio quotidiano per impostare uno stile di vita ecosostenibile, scritto dalla “signora del mare”, in questo periodo in onda su Italia 1 con “Cotto e mangiato”.meta name=”news_keywords” content=”<tessa gelisio, ecocentrica, cotto e mangiato>” 

«L’informazione è alla base dell’educazione», mi dice Tessa Gelisio, signora del mare da sempre in prima linea nella divulgazione di uno stile di vita “ecocentrico”, dove la “c” del prefisso “eco”, riferito ad ecologia, si sostituisce alla “g” di “ego” per indicare una presa di coscienza collettiva a favore dell’ambiente.
Ecocentrica è il titolo del nuovo libro, edito da Giunti, in cui Tessa (in onda tutti i giorni su Italia 1 alle 12.25 con Cotto e Mangiato), attraverso racconti tratti dalle proprie esperienze, con la collaborazione della naturalista Emanuela Busà e del biologo Edgardo Fiorillo, illustra i piccoli accorgimenti da adottare per impostare uno stile di vita ecosostenibile.
Lei, Tessa, è dunque ecocentrica a tutti gli effetti.
«Scrivere questo manuale è stato un lavoro appassionante. Ho avuto modo di approfondire tanti argomenti, sviscerando anche i miei comportamenti quotidiani: una forma di autoanalisi».
Anche nei suoi comportamenti quotidiani ha trovato degli aspetti da modificare?
«Ci sono numerose piccole cose che si possono fare per migliorare il proprio impatto ambientale senza snaturare lo stile di vita. Io stessa conservo molti difetti. Per dirne una, non rinuncio a utilizzare lo spazzolino elettrico quando sarebbe più ecologico utilizzare quello a testina intercambiabile».
Mi dica tre punti di partenza per modificare il proprio stile di vita in senso ecosostenibile.
«Effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti è alla base di un comportamento ecologico corretto. Se ci si pensa, nel nostro quotidiano è una prassi abbastanza consolidata tra le nuove generazioni, ma non era così scontata fino a qualche decennio fa. Poi, penso al risparmio energetico, a sostituire le vecchie lampadine da 100 watt tra le pareti domestiche con quelle a consumo ridotto. Senza scordare la lettura attenta delle etichette nella scelta dei prodotti quando si fa la spesa: oggi esistono una marea di prodotti ecologici, senza eccesso di additivi chimici».
Il suo libro è diviso in sezioni introdotte da un racconto personale.
«Ogni sezione inizia con un racconto personale basato sulle mie esperienze e, perché no, anche sulla mia incoerenza di comportamento. Il messaggio è semplice: sono sufficienti piccoli cambi di atteggiamento nella propria gestualità quotidiana, fatta di automatismi, per raggiungere una felicità personale nel rispetto dell’ambiente. Non è necessario andare a vivere in una grotta per vivere in modo ecosostenibile. Basta capire che la Natura può essere salvaguardata grazie alla somma di piccole azioni individuali».
In questa direzione ha impostato anche le sue ricette, proposte nella striscia di Cotto e Mangiato.
«L’industria agroalimentare ha un impatto elevatissimo sull’ambiente. Cotto e mangiato è da sempre attento a questi aspetti. In questo senso, è fondamentale preparare i propri pasti scegliendo sempre prodotti di stagione, italiani, possibilmente biologici ed equosolidali. Evitare di consumare troppa carne, senza per forza diventare vegetariani. Mangiare pesce nostrano, evitando di abbondare, per esempio, con il salmone, che ha un altissimo impatto ambientale. Prediligere la dieta mediterranea, la più efficace anche nel preservare la salute. Il comportamento a tavola può cambiare il mondo».
Obiezione ricorrente: i prodotti biologici sono più cari.
«Falso. Nei supermercati, osservando etichette e prezzi, si può scoprire come i prodotti biologici a volte costino meno. Penso alle uova, per esempio».
Obiezioni modaiola: lei ha citato il salmone, ingrediente principale del sushi, vera e propria moda imperante nell’alimentazione cittadina.
«Anche come sapore, il sushi non sa di nulla! Il crudo italiano è di un altro pianeta. Perché preferire un prodotto congelato e insapore come il salmone usato per preparare il sushi, quando in Italia si hanno a disposizione ingredienti assai più saporiti e dall’impatto ambientale meno dannoso? A Cotto e Mangiato mi è capitato di proporre il nigiri come ricetta, ma solo utilzzando pesce nostrano».
Mi ha incuriosito una definizione che la riguarda: Tessa Gelisio è la Milena Gabanelli dell’ambiente. Le piacerebbe condurre una trasmissione con finalità ecologico-educative?
«Mi piacerebbe molto. Ma la finalità resterebbe informativa. La tv non educa, al massimo informa. E, dall’informazione, può nascere la modifica comportamentale, base dell’educazione».
Soprattutto al giorno d’oggi, in cui le trasmissioni culinarie abbondano. Si appassiona anche lei ai cooking show?
«Non li seguo quasi mai, a dire il vero. I reality non mi appassionano».
Con il suo bagaglio di esperienze da avventuriera della televisione che esplora aree selvagge e incontaminate, c’è chi la vedrebbe bene come concorrente di reality come Pechino Express.
«Mi hanno proposto in diverse occasioni di partecipare a dei reality. Ma non sono nelle mie corde».
Mi indichi un luogo visitato nel mondo che la rappresenta maggiormente.
«L’Amazzonia brasiliana. Lì ti rendi conto davvero di quanto sia potente la Natura. Proprio l’Amazzonia è una delle zone messe a rischio dagli allevamenti intensivi degli animali».
L’ultimo viaggio fatto?
«In Vietnam, a giugno. Mi aspettavo di trovare un Paese bellissimo e sano. Ho trovato invece un ambiente inquinato e sporco. L’acqua del mare è una sorta di fogna, il sudicio è ovunque, tutto è in costruzione e, di conseguenza, in distruzione. Se ci si pensa, la responsabilità è anche nostra. In Vietnam, che è diventato la manodopera a basso costo della Cina, ci sono le industrie che producono moltissimi prodotti, penso all’abbigliamento, utilizzati da noi occidentali».
C’è ancora un gran lavoro da fare, dunque, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
«E’ stata globalizzata l’economia, ma purtroppo non sono state globalizzate le regole. A livello di sensibilità ambientale, in certe zone, c’è da mettersi le mani nei capelli, per quanto lavoro si debba ancora fare. Una strada esiste: importare prodotti solo dalle aree del mondo in cui determinate regole di produzione sono rispettate».

A proposito di viaggi: la rivedremo in Pianeta Mare?

«Il progetto c’è, ma non posso ancora fornirti date precise».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Tessa Gelisio)