Pubblicato il 26/09/2013, 16:03 | Scritto da La Redazione

STEFANO BOLLANI: «LA MUSICA NUTRE LO SPIRITO. NON MI RICONOSCO NELL’APPROCCIO COMPETITIVO DEI TALENT»

STEFANO BOLLANI: «LA MUSICA NUTRE LO SPIRITO. NON MI RICONOSCO NELL’APPROCCIO COMPETITIVO DEI TALENT»
Il pianista e cantante jazz torna su Rai 3, dal 29 settembre alle 23, per sei nuovi appuntamenti con “Sostiene Bollani”: tanti ospiti nazionali e internazionali, curiosità e un’unica protagonista, la musica.meta name=”news_keywords” content=”<sostiene bollani, stefano bollani, rai 3>” Stefano Bollani torna dal 29 settembre alle 23 su Rai 3 per sei domeniche con il […]

Il pianista e cantante jazz torna su Rai 3, dal 29 settembre alle 23, per sei nuovi appuntamenti con “Sostiene Bollani”: tanti ospiti nazionali e internazionali, curiosità e un’unica protagonista, la musica.meta name=”news_keywords” content=”<sostiene bollani, stefano bollani, rai 3>”

Stefano Bollani torna dal 29 settembre alle 23 su Rai 3 per sei domeniche con il suo Sostiene Bollani, in diretta dagli Studi di via Mecenate a Milano. Che cosa sostiene, il compositore, pianista e cantante jazz? Che la musica in tutte le sue forme è punto d’incontro di persone e talenti diversi, che in tv andrebbe incoraggiata senza spirito competitivo, che le note sono sette, come le vite dei gatti e dei jazzisti.
Un viaggio nella musica con tanti ospiti nazionali e internazionali (nella prima puntata, Elio e le Storie Tese e Paola Cortellesi), attori, curiosità, sorprese e un gran finale in diretta dall’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino con l’Orchestra Nazionale Sinfonica della Rai e con il ritorno di Caterina Guzzanti, sua compagna nella prima edizione del format.
Il violoncellista Giovanni Sollima, la cantante Noa, il jazzista Gregory Porter. Incontrerà i maggiori artisti della scena internazionale.
«Rispetto a due anni fa ci sono tanti ospiti in più. Saremo alle prese con un programma forse più difficile da fare, ma sicuramente più bello».
Sono già passati due anni, dalla prima edizione. Le repliche però sono regolarmente trasmesse da Rai 5.
«Per questo ho conservato la stessa maglietta. Per dare un elemento di continuità, far credere che non ci si sia mai fermati (ride, nda)».
La nuova edizione però andrà in onda alle 23.
«L’orario ideale. Andare in onda a mezzanotte sarebbe stato troppo tardi, soprattutto di domenica, quando la gente cerca di non fare le ore piccole perché lunedì si riprende con il lavoro. Viceversa, il prime time ci avrebbe esposti alla concorrenza di corazzate acchiappa-share».
Sarete in diretta.
«Ho bisogno della diretta per tener desta la mia concentrazione, come accade nei live. Se suonassi sapendo di essere in registrata, non avvertirei la medesima tensione. E poi, il bello della diretta è dar l’impressione che tutto accada naturalmente, mentre attorno a te succede di tutto. Un po’ come accade in Boris o in Effetto Notte di Truffaut».
È complicato fare musica in tv?
«Dipende da come la si vuol fare. La musica è un bene prezioso, nutre lo spirito. Se ci si pensa, la maggioranza del nostro tempo televisivo trascorre con un bombardamento di notizie sull’economia. Nella migliore delle ipotesi, di economia non ci si capisce nulla. Nella peggiore, si capisce tutto e, vista la situazione attuale, ci si rattrista».
A proposito di musica in tv. Parteciperebbe a Sanremo nelle vesti di concorrente?
«Purtroppo ho presentato un testo che parlava di economia e me l’hanno bocciato. Lo volevano d’amore (ride, nda). Scherzi a parte, no».
A proposito di musica in tv, parte seconda. Che ne pensa dei talent?
«Premetto una cosa: il nostro format, volutamente, non è un talent. I talent fanno spettacolo, ma esasperano un approccio competitivo alla musica che non mi appartiene. Certo, le sfide individualiste sono figlie dei nostri tempi, lo comprendo. Ma perché mandare sul palco a tutti i costi un ventiduenne di Concorezzo per farlo scontrare con una ventiseienne siciliana a colpi di generi musicali completamente diversi? Nei nostri giorni, c’è spazio per qualunque genere, svariate possibilità di fruire di musica. E’ insensato esasperare sempre e solo l’aspetto della gara».
Nella prima puntata avrete ospiti Elio e le Storie Tese, oltre a Paola Cortellesi. Condurre un DopoFestival, proprio come ha fatto Elio, aggirando l’aspetto competitivo e magari ironizzandoci sopra, sarebbe nelle sue corde?
«Non credo sarei mai in grado di condurre un DopoFestival. Elio ha quella capacità tutta sua di riuscire a stare dentro e contemporaneamente fuori dalle cose. Io no. Prendiamo l’esempio di X Factor: lui riesce a parteciparvi senza sporcarsi la fedina penale. Il pubblico non lo identifica sempre e solo con quel programma. Fa concerti, dischi di successo, partecipa ad altre trasmissioni, è eclettico. A differenza, per esempio, di Morgan, la cui popolarità si sovrappone a quella del format».
Conferma che a Sostiene Bollani, quest’anno, ci saranno 4 pianisti umani e addirittura un pianista robot?
«4 pianisti, confermo. Rigorosamente miei amici (ride, nda). Sono Francesco Grillo, Lorenzo Engheller, Dado Moroni e Antonello Salis. Potremmo suonare in contemporanea, senza sfidarci a vicenda, però! Quanto al pianista robot, confermo anche la sua presenza. Si chiama Teo Tronico, ha 36 dita, somiglia a una creatura immaginata da Tim Burton, e verrà a trovarci in compagnia del suo costruttore, l’ingegnere di Imola Matteo Suzzi».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Stefano Bollani)