Pubblicato il 17/09/2013, 16:31 | Scritto da La Redazione

LA MANTIA E OLDANI, IL BUONO E IL CATTIVO DI “THE CHEF”

LA MANTIA E OLDANI, IL BUONO E IL CATTIVO DI “THE CHEF”
  Il cooking show di LA5 sulla cucina parte stasera alle 21.10 e il dualismo equilibrato dei due giudici, chef stellati dalla personalità agli antipodi, è la base su cui il pubblico potrebbe incuriosirsi.meta name=”news_keywords” content=”<the chef, oldani, la mantia, la5>”   Personaggio curioso, Filippo La Mantia. Uno che vanta un passato di fotoreporter di […]

 

Il cooking show di LA5 sulla cucina parte stasera alle 21.10 e il dualismo equilibrato dei due giudici, chef stellati dalla personalità agli antipodi, è la base su cui il pubblico potrebbe incuriosirsi.meta name=”news_keywords” content=”<the chef, oldani, la mantia, la5>”

 

Personaggio curioso, Filippo La Mantia. Uno che vanta un passato di fotoreporter di cronaca nera, che si dice abbia ispirato il romanzo di Salvo Sottile Maqueda («Ma quando mai! Ci sono un sacco di minchiate che abbiamo messo insieme io e Salvo, piccole storie che ci capitavano quando lui faceva il giornalista a Palermo e io il fotografo», precisò ai tempi), che ha deciso di cambiare vita diventando cuoco di successo, qualcosa da dire deve averla.
A cominciare dall’uso dei termini. Guai a chiamarlo “chef”. Al punto che, durante la presentazione del talent di LA5 The Chef, in onda stasera alle 21.10, avvicinato da una giornalista, si è affrettato a precisare, con l’aria di Nanni Moretti quando ammonisce: «Le parole sono importanti»: «Non chiamatemi chef, chiamatemi “cuoco”, siamo in Italia, è un dovere privilegiare il made in Italy anche nella scelta delle parole».
Niente da obiettare. Ipotizzeremo allora che il talent si intitoli Il cuoco e che non si tratti di un cooking show ma di uno spettacolo culinario.
«Ho accettato di fare il giudice perché il programma è divertente e perché con Davide Oldani ci siamo divertiti un mondo. Lui è il bello della coppia, ma anche il cattivo, il rigoroso. Io sono un improvvisatore. Al punto che se mi fossi presentato ai casting come un normale concorrente, di sicuro mi avrebbe bocciato». Oldani sarà anche il bello, ma si dice che La Mantia abbia avuto in passato l’attitudine del playboy, pare abbia ispirato il film di Simona Izzo Tutte le donne della mia vita: «Se mi trovo a mio agio davanti alle telecamere? Io non le considero proprio. Faccio finta che non esistano. Del resto, siamo sempre davanti a una telecamera, anche nella vita di tutti i giorni».

 

Oldani invece, a sentirlo parlare, sembra accorgersi dell’esistenza delle telecamere. E pare pronto ad affrontarle con aria quasi timida. Tenendo presente, enfant prodige della scuola di Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse, i capisaldi del mestiere: «Non esistono piatti buoni o piatti cattivi. Esistono piatti fatti bene o fatti male». Oscar Wilde docet. «Un buon piatto è come una scultura. La sua forza risiede nell’uso delle materie prime, nel saperle dosare dando adeguata fisionomia a qualcosa che, in potenza, è già realizzato».
Non a caso, il contrasto equilibrato di sapori è il segreto del suo successo.
«Durante il programma, verranno svelati numerosi aneddoti sul passato mio, di Filippo e dei concorrenti. Racconteremo la sfida in modo divertente. Il pubblico si appassionerà».

Probabilmente sarà proprio nell’equilibrio del dualismo tra i due cuochi stellati il punto di partenza per la costruzione del format. D’altra parte, le scuole alberghiere sono piene, i format con i fornelli protagonisti abbondano. Gli chef sono le rockstar del nuovo millennio. Colpiscono lo spettatore medio affamato di spettacolo. O forse, affamato e basta.

 

Postilla: The Chef andrà in onda in contemporanea con Linea Gialla di Salvo Sottile. La Mantia avrà modo di ricordare il passato. La legge del ricordo è sentimentale. Quella della televisione, concorrenziale.

 

Gabriele Gambini
(nella foto, Davide Oldani e Filippo La Mantia)