Pubblicato il 16/09/2013, 16:35 | Scritto da La Redazione

SALVO SOTTILE: «”LINEA GIALLA” NON SARÀ IL PARENTE POVERO DI “QUARTO GRADO”»

Parte domani il nuovo programma di approfondimento di cronaca di LA7. Al timone, Salvo Sottile, che dichiara a TVZOOM: «Ho accettato questa nuova sfida perché il progetto è stimolante e si pone obiettivi a lungo termine, senza ansia di share».meta name=”news_keywords” content=”<linea gialla, salvo sottile, la7>”

Che cos’è la Linea Gialla? È quel sottile confine che separa i fatti di cronaca, così come sono noti al pubblico, dal loro approfondimento, dalla ricerca di nuove verità scottanti capaci di far chiarezza. A varcarla ci penserà Salvo Sottile ogni martedì in prima serata su LA7, con il nuovo format di approfondimento che, promette lui, «Non intende essere il fratello povero di Quarto Grado».
Uno degli autori di Linea Gialla è quel Fiore De Rienzo già mente pensante dietro a Telefono Giallo, format di Rai 3 in onda alla fine degli anni ’80. Una continuità col passato, dunque esiste. Se non altro di natura cromatica, quando il giallo diventa sintesi della verità in cerca di giustizia.

Sottile, la sfida è ambiziosa. Portare i fatti di cronaca, sviscerati e approfonditi, su una rete come LA7, in un contenitore che completa la programmazione dedicata all’informazione del canale.
Ci presentiamo in una serata difficile contro avversari forti. Entreremo in punta di piedi, senza affanni, con idee chiare e una fisionomia definita. Cercando di farci conoscere passo dopo passo. I fatti di cronaca diventano il racconto del Paese, sono contento che il Direttore Ruffini abbia definito Linea Gialla “Il tipo di programma che completa il palinsesto di LA7”.
Ha guardato Quarto Grado condotto da Nuzzi?
Non ho ancora avuto modo di farlo, perché impegnato con le prove finali di Linea Gialla. Ma non sarebbe comunque elegante se mi sbilanciassi in commenti. Ho letto alcune recensioni che spiegano come Nuzzi abbia modificato alcuni aspetti del programma, pur mantenendo un tentativo di “Sottileggiare”. Mi fa molto piacere. Faccio i migliori auguri a Nuzzi e alla sua squadra. Quarto Grado mi resta nel cuore.
Perché ha deciso di lasciare Mediaset?
Avevo voglia di cambiare. Di rimettermi in gioco. Stavo scrivendo un romanzo, quindi l’idea di base era di starmene in disparte per un po’. Poi è arrivata la proposta di LA7, che ho giudicato molto convincente.
Il criminologo Picozzi. Il generale del RIS Garofano. Quarto Grado si avvale di profili elevati, tra gli opinionisti in studio che commentano i fatti raccontati. Come vi muoverete voi, in questo senso?
Non avremo opinionisti fissi. Ci avvarremo di tecnici, esperti dei vari campi, dalla genetica alla criminologia, che forniranno un contributo essenziale nello spiegare di volta in volta i fatti trattati. Per esempio, quando si parlerà del caso Yara Gambirasio, intervisteremo la genetista che ha affiancato le indagini. Il tutto secondo un criterio di competenza e necessità finalizzata alla specificità del racconto. Spaziando a 360 gradi, senza presenze ricorrenti.
Ecco. A proposito di fatti trattati. Con quale criterio scegliere gli argomenti?
Grazie all’editore, cercheremo di allargare lo spettro raccontando la cronaca in tutte le sue declinazioni. La cronaca nera rimane l’argomento con maggior appeal. Ma intendiamo spaziare. Nella prima puntata, per esempio, intitolata Predatori e prede, approfondiremo un tema scottante: la morte per cancro di 15 giovani ricercatori dell’università di Catania, costretti a lavorare in un ambiente malsano e a inalare miasmi di un laboratorio divenuto vera e propria discarica di rifiuti tossici. Indagheremo, ci informeremo. E cercheremo di capire il perché di quelle morti assurde.
Come gestirete l’interazione col pubblico? Da quel che è stato detto in conferenza, intendete andare oltre la fruizione passiva dello spettatore.
Intendiamo interagire col pubblico attraverso i social network, le foto, i video, rispondendo a curiosità che in altre trasmissioni non vengono soddisfatte. Non vogliamo fare una televisione che si parli addosso, ma essere al servizio dei telespettatori, far sì che ne diventino parte integrante.

Già, gli spettatori. Vi siete fatte realistiche prospettive di share?
Saremo contrapposti a corazzate. Le partite di calcio, le fiction, Ballarò e Le Iene. Mi basterebbe già fare poco di più di quel che fa LA7 di solito al martedì sera. Siamo di fronte a un progetto di ampio respiro. Con una redazione giovane e motivata. L’editore l’ha capito e ha pensato a un investimento sul lungo periodo.

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Salvo Sottile)