Pubblicato il 06/09/2013, 17:04 | Scritto da La Redazione

GAIA SCODELLARO: «IL RUOLO DI FRIDA BARONI MI HA PERMESSO DI RECITARE E CANTARE»

Figlia d’arte, new entry di “Centovetrine”, presto sul set di una fiction prodotta dalla Tao Due. Incontro con una giovane attrice di origini partenopee che ha trascorso l’adolescenza nella Grande Mela NewYorkese.meta name=”news_keywords” content=”gaia scodellaro, frida baroni, centovetrine” 

Il segreto per coniugare la passione per il canto a quella della recitazione? Facile. Interpretare una cantante sul piccolo schermo. È quello che ha fatto Gaia Scodellaro, napoletana cresciuta a New York, classe 1985. Nella nuova stagione di Centovetrine Gaia è Frida Baroni, cantante jazz pronta a far leva sul suo fascino per farsi strada nella vita.

Anche Gaia si sta facendo strada nel mondo dello spettacolo. Pur con un’attitudine diversa. «Un amore nato quando da piccola ho visto mia madre (la ballerina classica Karen Ford, nda), esibirsi su un palco», dice lei.
Interpretando Frida Baroni, per certi versi torna alla sua passione per il canto.
«In realtà da piccola ho studiato danza con mia madre. Il canto è subentrato dopo. Ero timida, mi vergognavo di esibirmi davanti a un pubblico. Poi Patrick King, un amico di mia mamma, mi ha catapultata su un palco a Berlino, in uno spettacolo. E lì mi sono sbloccata. Ma la storia di Frida è molto diversa».
Che storia è?
«Frida è una donna forte. Indipendente. Ha viaggiato molto. Per certi versi mi somiglia, perché io sono nata a Napoli ma ho vissuto a New York fino alla maggiore età. Però Frida è egoista, arrivista. In questo siamo molto diverse. È stata segnata dal suo passato, cerca di nascondere un mistero che la riguarda. E non si fa scrupoli nell’utilizzare il suo fascino per conseguire i suoi scopi».
Come si è trovata, sul set della soap?
«Ho avuto la fortuna di lavorare già con alcuni attori del cast nel film per il cinema Un’insolita vendemmia, diretto da Daniele Carnacina. Il feeling si è stabilito velocemente, così quando Carnacina mi ha proposto un provino per Centovetrine, sono stata ben felice di accettare.
Sono una persona competitiva, da me stessa pretendo il massimo. Mi sono buttata, cercando di farmi trovare preparata ai ritmi frenetici di lavorazione delle scene. Devo ringraziare Lina Bernardi, la mia acting coach. Mi è stata di grande aiuto».
Quanto durerà la presenza di Frida nella soap?
«Per ora mi vedrete per circa 6 mesi. Spero che il personaggio piaccia».
Lei è figlia d’arte. Sua madre ha incoraggiato la sua carriera?
«Da sempre. Ha percepito che il mio desiderio di lavorare nel mondo dello spettacolo era favorito da un certo talento. Mi ha incoraggiata. Ma ha sempre osservato le mie azioni con piglio oggettivo. Non risparmiando critiche, se necessarie».
Un’esperienza di carriera a cui dire “grazie”?
«Mi è piaciuta molto l’esperienza nella web fiction Stuck. E’ stata grazie a quella, che sono stata notata da Daniele Carnacina. Le web series hanno il merito di lanciare progetti innovativi e sperimentali. Penso al successo di Kubrick-Una storia porno, prodotto da Magnolia».
Un obiettivo di carriera a cui non rinuncerebbe?
«Fare del cinema. Adoro il grande schermo. Trascorro le giornate a guardare film, quando non ho impegni. A giugno ho girato un corto assieme a Marco Bocci, Watch them fall. Voglio procedere a piccoli passi, ma con consapevolezza».
Ha vissuto a New York per lungo tempo. Non ha mai pensato di tentare la fortuna professionale in America, dove le produzioni hanno budget più sostanziosi rispetto all’Italia?
«Ho studiato teatro per 3 anni negli USA. Ho anche sostenuto un provino per entrare a far parte di un’agenzia a Manhattan. Ma avevo 19 anni. Non era il mio momento. Lì la competizione è davvero esasperata. A grandi produzioni corrispondono grandi battaglie. Nel frattempo, è successo che mio padre abbia deciso di trasferirsi di nuovo in Italia per lavoro. Io l’ho seguito. E ora sono qui. Soddisfatta e con voglia di migliorare».
Ma le sirene d’oltreoceano, perché no, potrebbero tornare a esercitare un certo fascino.
«Sono convinta che nella vita certe cose non accadano per caso. Chissà, in futuro potrei tornare in America. Da attrice formata».
Modelli di riferimento?
«Meryl Streep. Camaleontica. Mai uguale a sé stessa. E poi mia madre. Sul palco era una tigre».
Ha dei progetti televisivi imminenti?
«Ho iniziato a lavorare a una fiction prodotta dalla Tao Due. Si intitola Le mani sulla città, tra i protagonisti c’è Simona Cavallari».

 

Gabriele Gambini


(Nella foto Gaia Scodellaro)