Pubblicato il 05/09/2013, 10:30 | Scritto da La Redazione

LA SFIDA DEL MULTISCHERMO PER LE GENERALISTE TERRESTRI

LA SFIDA DEL MULTISCHERMO PER LE GENERALISTE TERRESTRI
L’undicesimo rapporto ITMedia analizza il contesto europeo. La tv lineare, gratuita e a pagamento, deve essere disponibile su diversi schermi e in mobilità: solo così può fronteggiare la concorrenza delle offerte degli operatori «over the top». I nuovi operatori online non offrono più un prodotto di nicchia: crescono in ascolti e in disponibilità di contenuti, […]


L’undicesimo rapporto ITMedia analizza il contesto europeo. La tv lineare, gratuita e a pagamento, deve essere disponibile su diversi schermi e in mobilità: solo così può fronteggiare la concorrenza delle offerte degli operatori «over the top». I nuovi operatori online non offrono più un prodotto di nicchia: crescono in ascolti e in disponibilità di contenuti, con diritti premium e con investimenti in produzioni originali.meta name=”ITMedia, smarthphone, tablet, smart, tv”

Rassegna Stampa: IlSole24Ore, pagina 45, di Marco Mele.

L’undicesimo rapporto ITMedia analizza il contesto europeo.
La sfida del multischermo per le generaliste terrestri
ROMALa tv lineare, gratuita e a pagamento, deve essere disponibile su diversi schermi e in mobilità: solo così può fronteggiare la concorrenza delle offerte degli operatori «over the top» (i cosiddetti Ott). Questi ultimi sono sostenuti dalla crescita della velocità di banda e della diffusione di apparati per fruire di contenuti (smartphone, tablet, smart tv interconnesse, il cui potenziale è tuttora inespresso, e Pc). I nuovi operatori online non offrono più un prodotto di nicchia: crescono in ascolti e in disponibilità di contenuti, con diritti premium e con investimenti in produzioni originali. E mettono in discussione i modelli di business della tv tradizionale grazie a un rapporto più diretto con il consumatore finale. L’undicesimo rapporto 
“Turning digital” della società ITMedia, analizza la situazione del mercato televisivo in Europa nel 2012 e le sue prospettive nell’immediato futuro. Un mercato che, nel 2012, vale 95,1 miliardi, con una crescita annua dello 0,9% sul 2011 ma  del 44% sul 2001 nonostante  una caduta pari al 3,7% della pubblicità sul mezzo (-12% quella italiana). Questo, in un anno dove si sono svolte le Olimpiadi di Londra e gli Europei di calcio. La pay tv, pur rallentando la propria corsa, ha visto i suoi introiti crescere del 3,7% (con una quota pari al 42,9% sulle risorse del sistema) mentre il canone è cresciuto del 2,9%, in linea con l’inflazione. La pay tv, nonostante la crisi abbia provocato la perdita di molti abbonati in Italia come in Spagna, ha diversificato la sua offerta proprio con la mobilità (SkyGo) o l’online (il Premium Play di Mediaset). L’ascolto medio giornaliero della tv lineare cresce anno dopo anno, ma sempre meno spettatori guardano lo stesso programma nello stesso momento. In Gran Bretagna su 301 minuti di consumo medio giornaliero 62 riguardano il consumo online. In Italia siamo a 40 minuti sui 294 di ascolto medio quotidiano. L’audience si frammenta e si diversifica su più schermi e su più piattaforme, con una perdita di ascolto per i canali generalisti a vantaggio di quelli tematici e specializzati gratuiti e a pagamento. L’audience della tv “multicanale” è arrivata al 34,3% nel 2012. Era al 20% nel 2010. Gli editori tradizionali, Rai e Mediaset in testa, resistono grazie ai bouquet dei propri canali nati per il digitale. I canali generalisti hanno un ascolto del 66% ma Rai e Mediaset risalgono al 74% grazie al loro “portafoglio” digitale. A livello di piattaforme, il 91% delle abitazioni europee riceve la tv digitale (erano il 54% nel 2007). Il 36% delle abitazioni lo fa attraverso le frequenze terrestri, il 32% attraverso il satellite, il 22% attraverso le reti via cavo la cui digitalizzazione è pari al 49% delle abitazioni e l’11% attraverso l’Iptv, la tv via Internet “proprietaria” e protetta. Proprio l’Iptv ha il più elevato tasso di crescita (15%) nel 2012, raggiungendo in un anno 3,2 milioni di nuove abitazioni, per un totale dí 17 milioni e mezzo. La Francia ha più di sette milioni di abitazioni, il 27% di quelle totali, che ricevono la tv digitale attraverso le linee telefoniche. In Italia, sottolinea il rapporto ITMedia, il satellite raggiunge il 26% delle abitazioni mentre il 73% riceve (non sempre bene, anzi, ndr) la tv digitale terrestre. La Iptv rappresenta un’infrastruttura di nicchia per delle famiglie.

L’HD, la tv in alta definizione, aumenta la propria diffusione: in Italia Sky ha raggiunto a settembre i 62 canali in HD mentre sul terrestre Mediaset ne ha sei e la Rai uno solo. In alcuni paesi, in particolare in Gran Bretagna, è in corso la migrazione al nuovo standard DVB-T2 che aumenta del 66% circa la capacità trasmissiva con una qualità audio e video nettamente superiore a quella attuale. In Italia solo Europa 7 HD ha lanciato la sfida del nuovo standard.
Le tv tradizionali, insomma, non stanno e non possono stare a guardare sul fronte della moltiplicazione degli schermi e delle piattaforme distributive: Canal Plus e France Telecom, con Orange in Francia e Mediaset in Italia, ad esempio, hanno accordi la console di videogiochi XBox.