Pubblicato il 04/09/2013, 11:30 | Scritto da La Redazione

TV, TLC E WEB IN CERCA DI CONVERGENZA

TV, TLC E WEB IN CERCA DI CONVERGENZA
La parola «convergenza» comparve sul mercato 15 anni fa. Era l’inizio dell’era di internet e il web sembrava il luogo dove tutti, dalla telefonia alla tv ai giornali, dovevano unirsi. Per un decennio quell’idea è rimasta solo una parola. Ora, con Microsoft l’inventore del pc, ma di fatto un produttore di software ossia contenuti che […]


La parola «convergenza» comparve sul mercato 15 anni fa. Era l’inizio dell’era di internet e il web sembrava il luogo dove tutti, dalla telefonia alla tv ai giornali, dovevano unirsi. Per un decennio quell’idea è rimasta solo una parola. Ora, con Microsoft l’inventore del pc, ma di fatto un produttore di software ossia contenuti che si compra Nokia, l’azienda che ha inventato i telefonini, la convergenza è realtà.meta name=”tv, tlc, web”

Rassegna Stampa: IlSole24Ore, pagina 7, di Simone Filippetti.

Le strategie. Le barriere sono crollate con la spinta impressa da Google.
Tv, tlc e web in cerca di convergenza
La parola «convergenza» comparve sul mercato 15 anni fa. Era l’inizio dell’era di internet e il web sembrava il luogo dove tutti, dalla telefonia alla tv ai giornali, dovevano unirsi. Per un decennio quell’idea è rimasta solo una parola. Ora, con Microsoft l’inventore del pc, ma di fatto un produttore di software ossia contenuti che si compra Nokia, l’azienda che ha inventato i telefonini, la convergenza è realtà. Le barriere sono crollate se un motore di ricerca come Google è oggi il più grande editore al mondo e ha lanciato un suo telefonino oltre che un suo sistema operativo per computer e tablet (Android). Con 130 miliardi di fresco incasso da Verizon, tutti guardano alla Vodafone di Vittorio Colao. Sarà il manager italiano il kingmaker della convergenza. Inpassato ha già dimostrato di essere un visionario, di saper leggere i trend futuri. Fu lui a volere che Rcs comprasse Dada, il portale internet, anticipando di anni la convergenza. E ora editorie operatori di tlc vanno sempre più a braccetto. Cosa farà con quei soldi Vodafone? Colao potrebbe puntare all’Italia Dove quattro operatori di tic, uno essendo la stessa Vodafone (gli altri Telecom, 3 Italia, Wind e Fastweb, più la piccola Tiscali), sono davvero troppi. Chissà che Vodafone decida di comprarsi H3G o Fastweb, cosa di cui peraltro da tempo si vocifera. O addirittura, essere ancora più visionari: Colao è in stretti rapporti con James Murdoch, il figlio più giovane dello «squalo» Rupert e vice direttore generale del gigante NewsCorp. Il pensiero corre subito a Sky Italia, la pay-tv satellitare bisognosa di una cura di bilancio e di allargare la base clienti (e le tic significano multicanalità). Ma su Murdoch c’è già chi ha un’opzione industriale ed è Carlo De Benedetti: il gruppo l’Espresso è proprietario della ex Rete A (oggi Deejay Tv, canale che gode di un invidiabile tasto numero 9 sul telecomando) e, con l’imminente liberalizzazione in arrivo (che permetterà a chi è sul satellite di andare sul digitale e viceversa), potrebbe lasciare il posto a «Cielo», il canale generalista che oggi Sky trasmette in chiaro sul digitale terrestre affittando le frequenze proprio dall’Espresso.
A ben vedere c’è già chi in Italia sta mettendo insieme una sorta di super-convergenza digitale tra carta e tv. È Urbano Cairo: l’editore di rotocalchi popolari, e patron del Torino Calcio, a inizio anno si è comprato una televisione, La7 (Da Telecom Italia) e in estate ha fatto capolino dentro Rcs con una quota del 5%. Pedine di un disegno più ampio? Per ora Cairo sembra essere stato ispirato più da motivazioni contingenti che da una strategia a lungo termine. «L’editore ha un gran senso per gli affari, nota un banchiere d’affari che chiede l’anonimato ma le sue mosse sono state dettate da esigenze del momento (mantenere la raccolta pubblicitaria nel caso di La7 e l’opportunità di entrare nel salotto buono di Rcs)». Sullo sfondo resta sempre il disegno, ad oggi mai realizzato, di una possibile alleanza tra il gruppo Mediaset e quello di Murdoch. E chissà se ora che si guarda al riassetto delle tic italiane il «potenziale» matrimonio non possa essere più vicino.