Pubblicato il 03/09/2013, 09:31 | Scritto da La Redazione

LA SFIDA SKY-RAI AL CONSIGLIO DI STATO

LA SFIDA SKY-RAI AL CONSIGLIO DI STATO
Questa volta la débàcle sui programmi Rai oscurati dalla tv pubblica sul decoder Sky dovrebbe essere chiusa per sempre. Ad esprimersi sul caso è stato il Consiglio di Stato, chiamato in causa nel 2012 dalla televisione pubblica, dall’Agcom e da Tivù (joint venture tra Rai e Rti). La magistratura amministrativa ha però confermato la sentenza […]


Questa volta la débàcle sui programmi Rai oscurati dalla tv pubblica sul decoder Sky dovrebbe essere chiusa per sempre. Ad esprimersi sul caso è stato il Consiglio di Stato, chiamato in causa nel 2012 dalla televisione pubblica, dall’Agcom e da Tivù (joint venture tra Rai e Rti). La magistratura amministrativa ha però confermato la sentenza del Tar del Lazio che già aveva dato ragione a Sky.meta name=”Sky, Rai, Agcom”

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 26, di Massimo Sideri.

LA SFIDA SKY-RAI AL CONSIGLIO DI STATO

Questa volta la débàcle sui programmi Rai oscurati dalla tv pubblica sul decoder Sky dovrebbe essere chiusa per sempre (forse). Ad esprimersi sul caso è stato il Consiglio di Stato (sentenza numero 4336 emessa solo venerdì scorso), chiamato in causa nel 2012 dalla televisione pubblica, dall’Agcom e da Tivù (joint venture tra Rai e Rti). La magistratura amministrativa ha però confermato la sentenza del Tar del Lazio che già aveva dato ragione a Sky. La faccenda sembra la tipica questione da legulei ma ha anche dei risvolti tecnologici interessanti: nella sostanza la Rai sia per il contratto di servizio 2007-2009 sia per quello relativo al biennio
2010-2012, appoggiandosi a una delibera dell’Agcom, è intervenuta talvolta per criptare i propri programmi sulla piattaforma di Murdoch in concomitanza con esclusive importanti come le partite della Nazionale. Una pratica messa in atto anche da Mediaset che però non offre un servizio pubblico. Peraltro Sky si era dotata di una digital key che ricollegandosi al digitale terrestre dribblava il problema. Sia il Tar sia il Consiglio di Stato hanno però rimarcato che, essendo il canone obbligatorio e il servizio pubblico, la Rai deve attuare un atteggiamento neutrale nei confronti delle diverse piattaforme in quanto «come in precedenza posto in rilevo la cessione gratuita dei servizi non conferisce alcun vantaggio patrimoniale apprezzabile a Sky Italia, poiché in realtà nel 2007 Rai era tenuta a cedere gratuitamente la propria programmazione alle varie piattaforme non per avvantaggiare altri operatori, ma per garantire,
in tal modo, l’accessibilità al servizio pubblico agli utenti che ricevevano il segnale Rai via satellite o per propria scelta o perchè residenti in aree non coperte dal segnale terrestre». Insomma, distribuire i contenuti su TvSat non è sufficiente. Il contratto di servizio in essere (che la sentenza definisce errato) è ancora quello del triennio passato e ora la sentenza potrebbe influenzare il nuovo. Ps. Chissà se a questo punto qualcuno alla Rai piangerà sul latte versato: Sky aveva offerto 350 milioni che avrebbero fatto comodo al bilancio della tv pubblica. La Rai di Masi li aveva rifiutati. Ora non li vedrà mai più, nemmeno «oscurati».