Pubblicato il 29/08/2013, 11:36 | Scritto da La Redazione

YACHT DI LUSSO E SOCIETÀ IRLANDESI. NON TORNANO I CONTI DEI DIRITTI TV

YACHT DI LUSSO E SOCIETÀ IRLANDESI. NON TORNANO I CONTI DEI DIRITTI TV
Nel bilancio della MpSilva si parla di 213 milioni per cessione all’estero, ma alla Lega ne sono arrivati soltanto 90. Il mistero dei 123 milioni che sarebbero dovuti andare ai club. meta name=”news_keywords” content=”corriere della sera, diritti tv, calcio, lega calcio, mpsilva“ Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 51, di Massimo Sideri. Yacht di lusso […]

Nel bilancio della MpSilva si parla di 213 milioni per cessione all’estero, ma alla Lega ne sono arrivati soltanto 90. Il mistero dei 123 milioni che sarebbero dovuti andare ai club.

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Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 51, di Massimo Sideri.

Yacht di lusso e società irlandesi. Non tornano i conti dei diritti tv

Nel bilancio della MpSilva si parla di 213 milioni per cessione all’estero, ma alla Lega ne sono arrivati soltanto 90. Il mistero dei 123 milioni che sarebbero dovuti andare ai club.

C’è un altro calcio che scende in campo quando i giocatori della serie A vanno in panchina. Il pallone c’entra e non c’entra. Perché in quest’altro football al suo posto si usano società irlandesi, mega yacht e fondi estero su estero. Tutto a telecamere rigorosamente spente. La cosa singolare è che visto da quest’altro punto di vista, con alla mano i contratti sui diritti tv che in questi giorni stanno animando la Lega Calcio, il «campionato di calcio più bello del mondo» così come lo pubblicizza in questi giorni Sky strizzando l’occhio ai tifosi italiani sarà pure bello ma pare che non valga molto economicamente parlando.

Per la stagione 2012-2013, l’incasso complessivo per la Lega è stato di 966 milioni di euro, ma solo 120 vengono dall’estero. Tanto vale, anche con HD e tecniche moderne di ripresa, il calcio italiano fuori dai confini nazionali. Poco? Di sicuro non molto. Eppure c’è chi ci guadagna. L’uomo della magia (o del giallo, come vedremo) è Riccardo Silva. A cui si arriva tramite l’advisor della Lega sulla cessione dei diritti tv: Infront, il cui ceo a livello mondiale è il nipote del presidente della Fifa, Blatter, e il cui uomo forte in Italia è un volto noto nel settore, Marco Bogarelli, ex socio di Silva. Ora il caso vuole che mentre poche settimane fa, in pieno luglio, la Lega Calcio riuniva senza preavviso la commissione tv per ascoltare l’allarme di Bogarelli anche sul mercato interno a causa di fantomatici accordi Sky-Mediaset, la MpSilva emergeva dalla nebbia dei paradisi fiscali con i conti della sua società irlandese. La Media Partners and Silva Limited ha chiuso la passata stagione (giugno 2012) con oltre 213 milioni di euro da «vendite dei diritti tv di serie A e B».

Stando dunque al bilancio Silva si è staccato un maxi dividendo da 67 milioni, più alto di quello di Berlusconi. Soprattutto, visto che secondo gli esperti i diritti all’estero della B sono molto al di sotto dei 10 milioni, ciò che colpisce è la distanza con quanto incassa la Lega (nel 2011-2012, dunque nel periodo corrispondente, era stato 90 milioni). Ieri però è stato lo stesso Silva ad allargare i contorni del giallo dichiarando che quei 213 milioni sono da considerarsi come gli introiti non solo nella Lega italiana, ma di molte altre attività tra cui «il campionato di calcio francese per tutti i Paesi del mondo, la Premier League inglese e la tedesca Bundesliga per 6o Paesi e diversi tornei di tennis tra cui il Roland Garros».

Dalla serie A verrebbero solo «100 milioni». In soldoni ha contraddetto quanto scritto nero su bianco sul bilancio della società messa in Irlanda per evidenti questioni fiscali. Nell’ambiente Silva è anche noto per delle lussuose feste a suon di modelle (ha una società nel settore) e champagne sul mega-yacht Vicki da 70 metri, il cui valore si aggirerebbe tra i 20 e i 30 milioni. La barca è nota perché usata come piattaforma di Pr alla fiera Sportel di Montecarlo. In ogni caso l’imprenditore 41enne, ex manager di Milan Channel e peraltro legato per parte di madre alla famiglia che possedeva la Fabbri Editori, è evidentemente molto efficace nella vendita ma i guadagni che sgocciolano nella cassa della Lega appaiono ridotti. Il che sarebbe solo uno smacco per l’orgoglio dei tifosi italiani se non fosse che sui bilanci delle società di calcio gli introiti da diritti «audiovisivi» pesano, in media, per il 65%. Non è una novità che siamo nell’era del marketing e dell’immagine. E il calcio mercato si fa anche e soprattutto con l’affaire-tv.

D’altra parte basterebbe ricordare Daniel Pablo Osvaldo che in Premier League gioca con una squadra di provincia come il Southampton e Gareth Bale, che sta per passare al Real Madrid per 100 milioni. La Liga e la Premier League sono vere industrie. Noi siamo a livello artigianale. Eppure solo nel 2008-2009 il gap non era abissale come ora. Decadenza o conti che non tornano? Il sentimento diffuso è che qualcosa bolla in pentola. Le minoranze in Lega (cioè, per contrappasso, gli uomini più potenti del calcio, da Moratti ad Agnelli, Della Valle e Garrone oltre al fondo Raptor) hanno manifestato i dubbi sui proventi e la gestione di Infront, chiedendo «un advisor di fiducia dei club». La pentola dovrebbe esplodere nei prossimi giorni con la convocazione dell’assemblea della Lega sul cui ordine del giorno potrebbe tornare un vecchio adagio: la Lega ha bisogno di un canale tv da fare gestire guardacaso alla Infront (c’era già una postilla di esclusività nel contratto del 2009) a causa dell’inaridirsi del valore del settore. C’è solo da aspettare un anno per vedere quanto guadagnerà invece Silva per la stagione chiusa prima dell’estate.