Pubblicato il 28/08/2013, 13:04 | Scritto da La Redazione

CHEF RACE E ART RACE: NEI NUOVI REALITY È TUTTA UNA CORSA CONTRO IL TEMPO

CHEF RACE E ART RACE: NEI NUOVI REALITY È TUTTA UNA CORSA CONTRO IL TEMPO
Un viaggio attraverso gli Stati Uniti, senza soldi, ma con a disposizione solo la propria arte, che sia saper cucinare o dipingere. L’importante è arrivare in fondo e vincere. In onda su Sky Arte e Sky Uno, i due reality fanno emergere lo spirito di intraprendenza dei concorrenti. meta name=”news_keywords” content=”chef race, art race, sky […]

Un viaggio attraverso gli Stati Uniti, senza soldi, ma con a disposizione solo la propria arte, che sia saper cucinare o dipingere. L’importante è arrivare in fondo e vincere. In onda su Sky Arte e Sky Uno, i due reality fanno emergere lo spirito di intraprendenza dei concorrenti.

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Corrono. Comunque. Per dipingere o cucinare. Entrambe sono arti, dipende dai punti di vista, entrambe sono fondamentali per sopravvivere nell’America del niente, con un solo dollaro in tasca e con l’obiettivo di portarsene a casa parecchi. L’importante è che ci sia una telecamera che li segue e un pubblico disposto a guardarli, il resto vien da sé.

Così nell’America dei reality show sono nati Art Race e Chef Race, programmi che, come dice la parola stessa, sono basati su una corsa contro il tempo, in cui le capacità dei concorrenti si sposano con il loro spirito di avventura. Se in Art Race, in onda il martedì in prima serata su Sky Arte, i protagonisti Ben Sargent, scultore di New York e Kenny Harris, pittore di Los Angeles, hanno quaranta giorni per attraversare gli States servendosi solo del denaro guadagnato con la loro arte, in Chef Race, in onda su Sky Uno il lunedì alle 19.25, le due squadre, composte da otto concorrenti ciascuna, devono fare lo stesso viaggio, cucinando e vendendo i loro piatti nella speranza di incassare abbastanza denaro per andare avanti.

Che si tratti di quadri o di spaghetti, la gara è alla base di entrambi i reality, in cui l’America desolata degli autostoppisti e quella sofisticata delle gallerie d’arte, si mischia con quella degli hamburger yankee. E se alla base di Art Race per gli unici due artisti c’è un solo obiettivo, esporre in una galleria con una mostra personale e prendere tutti i soldi guadagnati dal perdente, per Chef Race l’obiettivo è ben preciso: 100 mila dollari. Denaro, dunque. In un modo o nell’altro.

Divisi in due squadre (otto americani da una parte e otto inglesi dall’altra), gli chef hanno solo 72 ore per portare a termine ogni sfida assegnata loro in un viaggio di 3.000 miglia, da Los Angeles a New York. Ad accompagnarli nel loro lungo cammino sono lo chef irlandese Richard Corrigan e Claire Robinson, già volto del programma statunitense 5 Ingredient Fix.
Produttore esecutivo del format è ovviamente Jamie Oliver, formidabile cuoco, ormai star televisiva che ha deciso questa volta di restare in cabina di regia. «Fare il ristoratore è una delle attività più difficili al mondo – ha spiegato lo chef – serve molto più che essere in grado di cucinare. Bisogna avere senso per gli affari, capacità imprenditoriale, leadership. Con questo programma incoroneremo qualcuno dotato di enorme potenziale».

 

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto il cast di Chef Race)