Pubblicato il 28/08/2013, 09:23 | Scritto da La Redazione

FERILLI: FINALMENTE TORNO A LAVORARE CON VIRNA LISI

FERILLI: FINALMENTE TORNO A LAVORARE CON VIRNA LISI
L’attrice romana, in un’intervista al quotidiano “La Stampa”, racconta della nuova fiction “Baciamo le mani”, in onda su Canale 5 dal 2 settembre. meta name=”news_keywords” content=”sabrina ferilli, virna lisi, la stampa, baciamo le mani“ Rassegna stampa: La Stampa, pagina 35, di Simonetta Robiony. Ferilli: finalmente torno a lavorare con Virna Lisi In “Baciamo le mani”, […]

L’attrice romana, in un’intervista al quotidiano “La Stampa”, racconta della nuova fiction “Baciamo le mani”, in onda su Canale 5 dal 2 settembre.

meta name=”news_keywords” content=”sabrina ferilli, virna lisi, la stampa, baciamo le mani

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 35, di Simonetta Robiony.

Ferilli: finalmente torno a lavorare con Virna Lisi

In “Baciamo le mani”, storia di mafia: lei mi fa dare il meglio di me.

Ancora una donna del popolo, coraggiosa, forte, giusta, appassionata per Sabrina Ferilli che, in coppia con Virna Lisi, torna dal 2 settembre, lunedì, per otto serate, su Canale 5 in Baciamo le mani, copione di Losito e regia di Puglielli: storia di mafia, emigrazione, delitti e naturalmente amori contrastati e conflitti insanabili. Tra gli altri interpreti: Burt Young, Luigi Maria Burruano, Ninetto Davoli.

Un personaggio classico, Ferilli?

«Vero. È un’immagine associata a me quella della donna che si batte per la giustizia. Non è un caso che il progetto sia venuto fuori oltre due anni fa perché volevo tornare a girare con Virna Lisi, dopo il successo di Le ali della vita che resta una delle fiction migliori che abbia mai fatto. Abbiamo pensato a una storia che fosse insieme epica, drammatica, sentimentale».

Lisi non ha mai smesso di recitare da quando era ragazzina: un esempio?

«Non è l’unica. Anche da noi in Italia dove, apparentemente, pare conti solo la gioventù e la bellezza, ci sono attrici che hanno saputo costruire carriere lunghissime. Conta la capacità, l’intelligenza, la concentrazione. Lei possiede tutte queste qualità».

Perché le piace lavorare con lei?

«Perché migliora la mia prestazione professionale. Avere un confronto con interpreti bravi spinge a mostrarsi all’altezza. E poi, dopo tanti anni, siamo diventate e amiche. Tutte e due amiamo mangiare e mangiare pesce: ci invitiamo a cena l’un l’altra».

Come si costruisce una carriera vincente?

«Alternando cinema, tv e teatro. Dopo un film di grosso impegno, difficile e misterioso come La grande bellezza di Sorrentino, mi ripresento con una lunga fiction popolare, per poi tornare al teatro a gennaio con Cena tra amici, che farò con Pino Quartullo e Maurizio Micheli, per la regia di Carlo Buccirosso. Era da La presidentessa con Proietti che non recitavo più in teatro. Mi è sembrato il momento giusto per tornarci».

La Bellucci e Cassel si separano: perché i matrimoni tra attori non funzionano?

«Il nostro è un mestiere totalizzante. Resti anche 14 ore al giorno sul set. Poi torni a casa per mesi senza fare niente. Devi metterlo in conto. Recitare è un lavoro prepotente, arrogante, direi maschio, che non concede distrazioni: lo devi collocare al primo posto e questo non va d’accordo con una famiglia e dei figli. Virna Lisi, anche da questo punto di vista, è una eccezione: è nonna di molti nipoti e vive ancora con lo stesso marito. Lei è la prova che ci si può riuscire, ma è molto equilibrata: aprire e chiudere storia d’amore non mi pare porti vantaggi alla carriera».

Cosa l’attira in queste fiction che sembrano dei feuilleton ottocenteschi?

«Mah. Io ragiono col cuore. Non faccio calcoli. Mi attira il messaggio. Qua è chiarissimo. La Lisi ed io siamo entrambe due donne di carattere, ma mentre lei crede nella vendetta, io credo nella giustizia, e alla fine riuscirò a convincerla. È un tema attualissimo questo della giustizia. Lo vediamo oggi in politica e nella società. Perché è vero che c’è una crisi economica grave che attraversa i paesi occidentali, ma da noi in Italia ce n’è un’altra che è morale e poco ha a che fare con la prima. Noi non crediamo più nel nostro paese e nel fatto che scelte etiche possano aiutarci a stare meglio. Grave»: