Pubblicato il 27/08/2013, 11:34 | Scritto da La Redazione

MEDIASET MAGLIA NERA DEL LISTINO: -6,25%

MEDIASET MAGLIA NERA DEL LISTINO: -6,25%
Dopo mesi di crescita il titolo di Cologno Monzese in una sola giornata ha bruciato quasi 150 milioni di euro a Piazza Affari, ma da inizio anno comunque il guadagno resta superiore al 100%. meta name=”news_keywords” content=”mediaset, il sole 24 ore, berlusconi, letta, borsa, piazza affari“ Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 3, di […]

Dopo mesi di crescita il titolo di Cologno Monzese in una sola giornata ha bruciato quasi 150 milioni di euro a Piazza Affari, ma da inizio anno comunque il guadagno resta superiore al 100%.

meta name=”news_keywords” content=”mediaset, il sole 24 ore, berlusconi, letta, borsa, piazza affari

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 3, di Carlo Festa.

Mediaset maglia nera del listino: -6,25%

Da inizio anno il guadagno in Borsa resta però superiore al 100%.

La possibile fine delle larghe intese di governo fa crollare a Piazza Affari i titoli della galassia Fininvest. Il vertice di Arcore di tre giorni fa, con la posizione intransigente di molti dei falchi del Pdl sulle iniziative per salvaguardare l’agibilità politica del leader Silvio Berlusconi, sembra aver reso più traballante non soltanto il governo di Enrico Letta, ma anche la situazione borsistica delle aziende possedute dal Biscione. A Piazza Affari Mediaset ha chiuso in calo del 6,25%, Mediolanum di oltre il 3%, mentre Mondadori è scesa dell’1,44 per cento. È pur vero che l’indice di Piazza Affari è calato di circa il 2% sempre sulla scia di una possibile caduta del governo guidato da Enrico Letta, oltre che per l’aumento del rischio-Paese misurato dallo spread Btp-Bund.

Tuttavia, se si esclude Mondadori che ha tenuto meglio, Mediolanum e soprattutto Mediaset hanno avuto una performance peggiore del listino principale. Secondo gli addetti ai lavori il calo di Mediaset sarebbe tuttavia abbastanza fisiologico: le azioni avevano infatti recuperato molto terreno da fine 2012 perché gli investitori scommettevano su una ripresa degli investimenti pubblicitari, legati ai consumi e quindi al ciclo economico, apprezzando al tempo stesso la cura rigorosa sulla struttura dei costi imposta dall’amministratore delegato Giuliano Adreani. C’è però un’interpretazione più politica della vicenda. Da inizio 2013 il titolo del Biscione ha infatti guadagnato in Borsa quasi il 100%, raddoppiando il suo valore. Per alcuni osservatori sarebbe un rialzo eccessivo se confrontato alle prospettive dell’azienda, seppur migliorate rispetto a fine 2012 quando Mediaset è stata reduce dalla prima perdita della sua storia.

Così i riflettori restano puntati sul governo delle larghe intese di Letta che ha influito in modo positivo sull’andamento di Mediaset: il titolo ha infatti raggiunto quota 3,15 euro (malgrado il scivolone di oltre il 6% di ieri) partendo da un livello ad inizio anno a 1,64 euro. Se si osserva in modo più analitico il corso dell’azione, si può notare come dopo l’arrivo di Letta al governo, a fine aprile, Mediaset ha progressivamente avvicinato il tetto dei 2 euro per poi superarlo ampiamente fino a arrivare a ridosso dei 3,5 euro per azione. Solo un caso? Di sicuro la discesa di Mediaset non sembra creare quel clima di fiducia attorno al titolo che dovrebbe riportare gli investitori istituzionali a investire sull’azione della società, pronta a cogliere i segnali di una ripresa della raccolta pubblicitaria. Senza contare gli effetti sul portafoglio finanziario della famiglia Berlusconi: solo nella giornata di ieri il calo di Mediaset, che ha perso 238 milioni, ha influito sulla ricchezza virtuale borsistica della famiglia (che controlla il 41,2% del gruppo televisivo) con una perdita di quasi 100 milioni di euro.