Pubblicato il 22/08/2013, 15:36 | Scritto da La Redazione

ANTONIO DIPOLLINA: «GOL, DIRETTE E MILIONI DI EURO: 20 ANNI DI PAY TV»

ANTONIO DIPOLLINA: «GOL, DIRETTE E MILIONI DI EURO: 20 ANNI DI PAY TV»
Il critico televisivo del quotidiano “La Repubblica” ripercorre la storia del calcio in televisione, con l’avvento delle pay tv. meta name=”news_keywords” content=”antonio dipollina, la repubblica, pay tv, calcio, diritti“ Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 35, di Antonio Dipollina. Gol, dirette e milioni di euro: 20 anni di pay tv Lazio-Foggia fu la prima partita trasmessa […]

Il critico televisivo del quotidiano “La Repubblica” ripercorre la storia del calcio in televisione, con l’avvento delle pay tv.

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Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 35, di Antonio Dipollina.

Gol, dirette e milioni di euro: 20 anni di pay tv

Lazio-Foggia fu la prima partita trasmessa da Telepiù, da quella domenica del 1993 le abitudini dei tifosi sono state stravolte Era l’esordio dei “diritti criptati”: oggi sono centinaia i match a pagamento e la tv sembra la vera padrona del calcio.

Vent’anni fa, la prima serie A in diretta tv, il primo posticipo: Lazio-Foggia. Lo impose la Lega Calcio, a Telepiù mugugnarono assai. Alla Lega furono però drastici nel far capire che in tv le squadre dovevano andare a rotazione e che la bizzarra pretesa di avere sempre Inter, Milan o Juve era davvero bizzarra e insomma mai nella vita… Di quei primi posticipi, i tre minuti iniziali venivano addirittura trasmessi in chiaro, poi si oscurava tutto. Nella legislazione specifica italiana entrava la figura dei “diritti televisivi criptati”. E soprattutto entravano i soldi, 600 milioni di lire cadauna come prima botta. L’altro giorno, un quotidiano ha titolato per una partita di Coppa Italia: “Niente diretta tv”. A sottolineare la stranezza: una gara con una squadra di A visibile solo allo stadio. Ne sono successe di cose in vent’anni. Se l’evoluzione del calcio pay alla fine è stata in qualche modo graduale doppi posticipi, poi anche un anticipo, poi liberi tutti e infine lo spezzatino sul modello in voga in Europa ri-mane comunque fatica sprecata far capire a uno di vent’anni che, ai tempi, delle partite andava in radio solo il secondo tempo perché si temeva che l’intera radiocronaca inducesse qualche tifoso a non recarsi allo stadio. E quindi siamo ben oltre il liberi tutti, ormai.

Da qui fino alla fine stagione, se una partita non è in tv vuol dire che è davvero quella della sfida trai bar di paese. E con la novità aggiunta, quella che alla stessa stregua vengono ormai proposti i campionati stranieri: il nuovo arrivo di stagione è Fox Sport, canale pay nel bouquet di Sky, in cui vengono ammassati i campionati di Spagna, Inghilterra, Francia e anche Olanda. Girando nel weekend si può incocciare tranquillamente anche nella diretta di Lorient-Nantes (ma piano con le ironie sui francesi, Sochaux-Lione è stata bellissima) . A quel punto ha messo pesantemente i piedi nel piatto Mediaset, la cui pay Premium era giunta a un bivio, rilanciare o tanti saluti. Hanno rilanciato, e Fox Sport è visibile anche da loro, nel loro pacchetto pay che a questo punto pareggia l’intera offerta di Sky tra Italia ed Europa (Bundesliga esclusa, ma siamo lì). Fanno migliaia di partite-tv a ogni stagione, fermo restando che i conti si fanno solo con la serie A in campo e con la Champions in arrivo. Ma il panorama, per chi volesse consacrare il weekend nonché il resto delle serate al pallone in tv è impressionante, il tutto mentre si inizia timidamente a dire che sono in crescita anche gli abbonamenti allo stadio. Quasi una roba europea, ma è meglio aspettare. Quindi si parte, con ilresto d’Europa già a re gime con gli spezzatini del weekend: da noi si inizia con le due giornate in notturna e vaghi anticipi e si fa sul serio da metà settembre, dopo la sosta, con rubriche annesse, quelle storiche e poche novità (si gioca sempre, a qualunque ora, e si giocherà ancora di più e se ne parlerà forse meno, forse). E con Raisport che, virilmente, ripristina la vecchia moviola per non essere da meno.