Pubblicato il 06/08/2013, 09:31 | Scritto da La Redazione

CELEBRITÀ NEI CAMPI PROFUGHI, POLEMICHE SULLA RAI PER “MISSION”

CELEBRITÀ NEI CAMPI PROFUGHI, POLEMICHE SULLA RAI PER “MISSION”
  Il programma andrà in onda a dicembre. Appello delle associazioni sul web: «Fermatevi». Viale Mazzini: «Non è un reality»meta name=”news_keywords” content=”Mission, campi profughi, Rai, polemiche“       Rassegna  Stampa: Corriere della Sera, pagina 9 di Chiara Maffioletti       Il programma andrà in onda a dicembre. Appello delle associazioni sul web: «Fermatevi». […]

 

Il programma andrà in onda a dicembre. Appello delle associazioni sul web: «Fermatevi». Viale Mazzini: «Non è un reality»meta name=”news_keywords” content=”Mission, campi profughi, Rai, polemiche

 

 

 

Rassegna  Stampa: Corriere della Sera, pagina 9 di Chiara Maffioletti

 

 

 

Il programma andrà in onda a dicembre. Appello delle associazioni sul web: «Fermatevi». Viale Mazzini: «Non è un reality»

 

Celebrità nei campi profughi, polemiche sulla Rai per «Mission»

MILANO Dalla Rai giurano che «non si tratta assolutamente di un reality e tantomeno di un gioco». Ma il solo fatto che per un paio di settimane dei personaggi famosi siano mandati a vivere in alcuni campi profughi è bastato per far inorridire diverse associazioni che hanno parlato di trasmissione «inaccettabile» e «lesiva della dignità di chi deve fuggire dal proprio paese a causa di guerre o persecuzioni» e centinaia di persone che, offline, hanno promosso diverse petizioni per chiudere il programma. Programma che dettaglio non è mai andato in onda.
«Mission» sarà trasmesso su Raffi il 4 e l’11 dicembre e dalla Rai fanno sapere che «la messa in onda è confermata. Abbiamo semplicemente mandato le telecamere Rai a seguire il lavoro dei volontari e i personaggi famosi sono uno strumento, non i protagonisti: non ci sono elinmazioni, non si vince niente. È una specie di documentario che vuole sensibilizzare su temi importanti di cui poi si discuterà in studio». Per ora, è stato girato solo un numero zero, ovvero la puntata di prova che viene fatta per testare ogni nuova trasmissione. E non è detto che vada in onda. Protagonisti erano in quel caso Michele Cucuzza e Barbara De Rossi. «È un programma prodotto in collaborazione con l’Unhcr (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e l’Ong Intersos. Otto personaggi racconteranno la loro esperienza nei campi profughi visitati. Attraverso i loro occhi si farà luce sulle realtà di assistenza nelle missioni umanitarie arrivando a un pubblico vasto», si legge nella nota della Rai arrivata ieri in serata, per provare a placare la valanga di critiche sdegnate. Gli otto personaggi «vivranno 15 giorni con i volontari nei campi profughi e si immergeranno in una realtà umana e ambientale piuttosto dura». Ed è forse quest’ultimo passaggio che preoccupa già sulla carta associazioni come il Gruppo Umana Solidarietà: «Forse è vero che al peggio non c’è mai fine, ma questa cosa è incredibile. Fermatevi! Abbiamo difficoltà a credere che gli ideatori del programma abbiano mai visto territori martoriati dalle guerre. L’aiuto ai profughi nei campi di accoglienza non passa da uno spettacolo che cerca di impietosire il pubblico. Se la Rai avesse voluto raccontare il lavoro di tante Ong lo avrebbe potuto fare in altri modi». Ed è proprio il metodo che contestano in tanti: «Se saranno i vip a raccontare la cooperazione e i rifugiati: Rai servizio pubblico?», twittava ieri info-cooperazione, blog degli operatori della cooperazione internazionale. Su change.org è stata anche lanciata la petizione #nomission: «Fermiamo questo scempio, chiediamo alla Rai di annullare questa operazione lesiva della dignità umana e di non mandare in onda “Mission”». E un’altra petizione è partita dal sito activism.com per chiedere «l’interruzione delle riprese di “Mission” e la sua cancellazione da parte della Rai». Tra i nomi che circolano in rete degli altri personaggi protagonisti del programma non confermati ufficialmente dalla Rai -, ci sono anche quelli di Paola Barale, Albano Carrisi e Emanuele Filiberto. Ed è stato proprio quest’ultimo a dichiarare: «La strumentalizzazione è di chi parla ora senza aver visto e capito il programma».