Pubblicato il 22/07/2013, 12:30 | Scritto da La Redazione

“AVODA ARAVIT”, LA SIT-COM CHE UNISCE PALESTINESI E ISRAELIANI

“AVODA ARAVIT”, LA SIT-COM CHE UNISCE PALESTINESI E ISRAELIANI
In tv la vita di condominio di arabi ed ebrei, scritta da un autore, Sayed Kashua, che racconta la sua vita “a metà”. meta name=”news_keywords” content=”avoda aravit, la stampa, israele, palestina, Sayed Kashua “ Rassegna stampa: La Stampa, pagina 18, di Francesca Paci. In tv la vita di condominio di arabi ed ebrei. La sit-com […]

In tv la vita di condominio di arabi ed ebrei, scritta da un autore, Sayed Kashua, che racconta la sua vita “a metà”.

meta name=”news_keywords” content=”avoda aravit, la stampa, israele, palestina, Sayed Kashua

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 18, di Francesca Paci.

In tv la vita di condominio di arabi ed ebrei.

La sit-com che unisce palestinesi e israeliani

Mentre il segretario di Stato americano John Kerry suda sette camicie per riportarli al tavolo dei negoziati, israeliani e palestinesi siedono già da tempo alla stessa ora davanti alla medesima sit-com di Channel 2 «Avoda Aravit», le avventure tragicomiche di un condominio in cui gli arci-nemici condividono una normalissima routine che sono ormai un appuntamento cult per i telespettatori senza frontiere. «Ho scritto il testo sulla base della mia esperienza e quindi ruota intorno ad Amjad, un giornalista palestinese che lavora in un periodico israeliano, proprio come facevo io» racconta lo sceneggiatore arabo-israeliano Sayed Kashua che si appresta a battezzare la quarta serie in prima serata dopo aver vinto i maggiori premi del piccolo schermo.

Sul piano politico israeliani e palestinesi concordano solo sul discordare completamente, paladini entrambi della propria narrativa irriducibilmente inconciliabile con quella dell’altra parte. La vita di tutti i giorni però, racconta una storia differente di cui, che piaccia o meno ai rispettivi schieramenti, «Avoda Aravit» con il suo 30% di share è la testimonianza più tangibile. Da principio, come prevedibile, la sit-com ha fatto storcere più d’un naso. La scena artistica di Tel Aviv pullula di attori, scrittori e performer di origini palestinesi ma quasi tutti preferiscono tenere un profilo basso anziché fare della propria carriera una bandiera del dialogo. E anche i giornalisti israeliani come Amira Hass che hanno scelto di lavorare dalla parte di Ramallah non sono esattamente ben visti a casa. Lo spettacolo di uomini e donne che parlano arabo su una delle principali emittenti israeliane al di fuori del tg ha sfidato parecchi tabù al suo debutto nel 2007, mentre Hamas capitalizzava la vittoria elettorale del 2005 occupando manu militari la Striscia Gaza.

«All’inizio la gente non apprezzava molto perché “Avada Aravit” parla di loro, ma poi l’umorismo nel trattare gli stereotipi ha preso il sopravvento» spiega il protagonista Norman Issa al quotidiano «YNet». Secondo lui la chiave del successo di pubblico è proprio nel mettere a fuoco le similitudini invece delle sempre troppo rimarcate differenze: «Sia gli ebrei che gli arabi hanno paura gli uni degli altri, la nostra sitcom li porta a guardarsi da vicino ridendoci su anziché affrontando temi seri». I cambiamenti politici, a volerli davvero, si realizzano assai prima di quelli culturali.