Pubblicato il 21/07/2013, 14:36 | Scritto da La Redazione

ROBERTO BENIGNI APRE IL SUO “TUTTODANTE” A FIRENZE, E SE LA PRENDE CON RENZI, ALFANO, CALDEROLI E BERLUSCONI

Il premio Oscar apre la prima delle dodici serate fiorentine, che in autunno torneranno in onda in seconda serata su Rai2, celebrando il ventitreesimo canto dell’Inferno della “Divina Commedia”. Ma la prima mezz’ora è tutta sulla politica

 

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Non poteva scegliere canto migliore, Roberto Benigni, per cominciare la sua nuova avventura nell’Inferno della Divina Commedia di Dante. In una piazza Santa Croce che fatica a riempirsi il piccolo diavolo riprende il suo TuttoDante, ma prima dei versi si sofferma per una mezz’ora sugli ipocriti moderni. Quelli che nemmeno Dante, nella sua geniale visione del mondo, avrebbe potuto immaginare. I nostri politici.

In prima fila ce ne sono diversi, dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, indivisibile ormai dal suo giubbotto versione Fonzie, al Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, più sobrio in giacca e cravatta, arrivati per una serata di magia e poesia, finiti inesorabilmente nell’arringa che Benigni pronuncia appena sale sul palco. La piazza lo aspetta. Lui non la delude. D’altronde la situazione politica di spunti ne offre. Silvio Berlusconi, ma soprattutto Renzi, il Pd, Enrico Letta, Angelino Alfano.

Il rituale è ormai consolidato, come in tanti spettacoli televisivi, da milioni di spettatori, prima le risate, poi l’arte. È tutto lì in quei venticinque minuti che racchiudono quello che l’attualità ogni giorno ci offre. «Saluto il sindaco l’anno scorso era più spostato a destra, ora è tornato di lì». Il sindaco di Firenze diventa il bersaglio preferito di Benigni. Quello che «a Carnevale si vestiva da Occhetto». Oltre al solito Berlusconi. «Avete visto il tempo, si è messi male, lampi e fulmini e tuoni, come quando si avverano le profezie, un Presidente nero, due Papi in Vaticano, Pd e Pdl che governano insieme, il Pd che difende Berlusconi, sono cose incredibili che non succedono mai, come Alfano che si dimette, un rigore dato contro la Juve: sono fatti che non accadono mai».

Una volta gli strali del piccolo diavolo erano solo per Berlusconi e il Pdl. Ora è il Pd a finire nelle battute del comico che va avanti. « L’anno scorso al governo c’era Monti, non era stato votato, invece quest’anno lascia fare… Io sono rimasto impressionato da una cosa: il Pd che ha vinto e doveva scegliere, si è alleato con Berlusconi, mi chiedo come hanno fatto a capire che noi si voleva proprio questo. I soliti maligni dicono che questo governo era stato fatto per favorire il leader del centro destra, visto che è qui chiediamoglielo: è vero Renzi?».

Ce n’è anche per il Ministro dell’Interno Angelino Alfano. «Ha preso il coraggio e ha detto: non sapevo niente. In Kazakistan c’è questo presidente, uno tremendo, ricchissimo che non si sa come ha fatto fare soldi, che controlla giornali, che fa leggi per sé…mah».

E arriva Letta: «Se la sta cavando bene, Berlusconi gli vuole bene, ha un debole per lui, anche se è maggiorenne. Doveva venire qui a Firenze, è partito da Pisa,l’hanno fermato a Scandicci, allora ha chiamato in questura per chiedere di lasciarlo andare perché è il nipote di Letta, l’hanno consegnato a una prostituta brasiliana. Il 30 luglio aspettiamo la sentenza della Cassazione per il processo Mediaset, potrebbe essere la prima condanna di Berlusconi, pensa quelli del Pd, hanno aspettato 20 anni che lo condannassero, al momento in cui arriva, si sono alleati. Se lo condannassero ci sarebbe l’affidamento ai servizi sociali, così accompagnerebbe i vecchietti al fare la spesa, dal bunga bunga a bingo bingo»

Roberto Calderoli: «Gli voglio bene come se fosse normale. Il brutto è che quando parla del Ministro Kyenge lo sa che sta dicendo una cosa orribile, ma pur di prendere i voti della parte bassa del Paese dice una cosa devastante».

Nicole Minetti: «Berlusconi, ha una quantità di donne ma come fa? Se nella creazione invece di Adamo c’era Berlusconi? Me lo immagino: Dio creò Berlusconi, prese tutte le costole e prese una quarantina di donne: non ne vuol sapere di mollare, è inarrestabile, lo dicono anche i giudici».

A Silvio dedica la canzone Io sono il boss, con cui chiude la parte politica della serata. La lettura del canto della Divina Commedia la dedica all’amico, recentemente scomparso, Vincenzo Cerami.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Roberto Benigni)