Pubblicato il 20/07/2013, 13:31 | Scritto da La Redazione

GIANLUCA NICOLETTI: «PER IL TELEVISORE LO STESSO DESTINO DELLA RADIO»

GIANLUCA NICOLETTI: «PER IL TELEVISORE LO STESSO DESTINO DELLA RADIO»
l’editorialista de “La Stampa” analizza come l’elettrodomestico per eccellenza delle case degli italiani abbia un futuro già segnato. meta name=”news_keywords” content=”la stampa, nicoletti, tv, televisione, radio“ Rassegna stampa: La Stampa, pagina 35, di Gianluca Nicoletti. PER IL TELEVISORE LO STESSO DESTINO DELLA RADIO Una delle serie tv di maggior successo è stata trasmessa solo attraverso […]

l’editorialista de “La Stampa” analizza come l’elettrodomestico per eccellenza delle case degli italiani abbia un futuro già segnato.

meta name=”news_keywords” content=”la stampa, nicoletti, tv, televisione, radio

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 35, di Gianluca Nicoletti.

PER IL TELEVISORE LO STESSO DESTINO DELLA RADIO

Una delle serie tv di maggior successo è stata trasmessa solo attraverso Internet. Mi meraviglia che i premiatori televisivi se ne siano accorti solo quest’anno! In realtà è molto tempo che parliamo di tv al presente, ma lo facciamo per solo rimpianto, magari sperando di poter così elaborarne il lutto. La tv è stata un fantastico produttore d’irrealtà ma ora non c’è più. Per lo meno la sua anima inquieta non è collocabile in prossimità dei sarcofaghi, che ancora conserviamo nei nostri salottini. Il televisore tra poco sopravvivrà come una reliquia del passato, un qualsiasi macchinario vintage, per scrivere, per cucire, per affettare prosciutto, trasformato in oggetto da museo domestico.

Avvenne lo stesso con l’antica signora radio, data per morta in più occasioni, per questo seppellita con onore sotto allegorie della sue epoche d’oro, come grandi microfoni, mausolei in legno di radica, o bakelite. Ebbene la radio poi è risorta, vivace e incorruttibile più che mai. Pura essenza di voce e musica, scandite nel tempo dell’ascolto, ma non più in quello sequenziale di una programmazione oraria. La radio è in Internet o nell’etere indifferentemente, nessuno si preoccupa di stabilire una differenza se l’ascolta attraverso una web tv, uno smartphone, il computer con cui lavora, o l’ apparecchio destinato a riprodurre sonorità attingendo da più fonti, tra cui anche un segnale FM.

La nuova tv superleggera seguirà il destino della radio, grazie al Web potrà essere prodotta ed evocata ovunque, proprio perché si sarà liberata dal peso di essere rappresentabile unicamente in un hardware. Ancora per qualche tempo il televisore continuerà a restare acceso in virtù di un palinsesto, ma sarà solo per una residuale liturgia, un omaggio ad antichi Dei di un Olimpo tracollato, un gesto di pietas che ci imporrà a considerarlo ancora come un riferimento alla nostra realtà. Forse continueremo a chiamare quella cosa inanimata «televisione», ma solo per nostalgia di un tabernacolo abitato. Ne terremo conto fino a che ancora avremo bisogno di un riferimento, il minimo per orientare quel che resta delle antiche transumanze familiari. Parleremo di tv ricordando le belle consuetudini del tempo perduto in cui ci si sentiva uniti, ma solo se indivanati davanti a un televisore acceso. La nostra madeleine sarà rappresentata con l’eterno loop dei Simpson, nell’ultimo fotogramma della loro sigla d’inizio.