Pubblicato il 15/07/2013, 11:33 | Scritto da La Redazione

L’ATTORE HUGH LAURIE: «NIENTE HOUSE MI DIVERTO COME DOTTOR BLUES»

L’ATTORE HUGH LAURIE: «NIENTE HOUSE MI DIVERTO COME DOTTOR BLUES»
il Dottor House canta e suona stasera a Bologna. Sono bastati due album all’attivo, «Let them talk» e il nuovo «Didn’t it rain», per sedere Dr. House al piano di Dr. John e portare le sue rivisitazioni dei classici blues del Delta al di qua delle Alpi: «Recitare mi riesce molto più difficile che fare […]

il Dottor House canta e suona stasera a Bologna. Sono bastati due album all’attivo, «Let them talk» e il nuovo «Didn’t it rain», per sedere Dr. House al piano di Dr. John e portare le sue rivisitazioni dei classici blues del Delta al di qua delle Alpi: «Recitare mi riesce molto più difficile che fare musica».meta name=”news_keywords” content=”Dr House, Hugh Laurie, Blues

Rassegna Stampa: QN, pagina 23, di Andrea Spinelli.

Personaggi
«Niente House mi diverto come dottor Blues»

La corsia può attendere. A Hugh Laurie sono bastati tre anni e due album, «Let them talk» e il nuovo «Didn’t it rain», per sedere Dr. House al piano di Dr. John e portare le sue rivisitazioni dei classici blues del Delta al di qua delle Alpi. Debutto stasera al Manzoni di Bologna con tutta l’ attesa di una prima assoluta. In scena con l’attore, 54 anni, la Copper Bottom Band e un songbook in bilico tra «Saint Louis Blues» e «Careless love». Sul set di «Dr. House» sono transitati rocker come Dave Matthews o FredDurst dei Limp Bizlcit, ma Laurie preferisce gente come William Christopher Handy, James Booker o Buddy Bolden. Due dischi significano che la musica di New Orleans sta diventando una cosa seria per lei.
«Ammetto che essere un attore famoso mi è stato d’aiuto. Nessuna casa discografica avrebbe dato carta bianca a uno sconosciuto per incidere album di questo tipo».

Il sacro fuoco del blues lo ha sempre avuto?
«Sempre. I miei compagni di scuola ascoltavano Bowie, mentre io andavo a pescare tra i dischi di mio padre quelli di Sonny Boy Williamson, James Cotton, Little Walter».

In scena passa dal piano alla chitarra.
«Se imbracci una chitarra devi stare davanti al pubblico, mentre il piano è più protettivo. E io caratterialmente non amo la prima fila. Anche se il nome sui manifesti è il mio e quindi a volte mi tocca».

Quali sensazioni le lascia il palco?
«Sul set sono e nervoso, nei concerti dopo un po’ che sono seduto alla tastiera mi placo. Ancora oggi, recitare mi riesce molto più difficile che fare musica».

Meglio dottor Blues che dottor House, insomma. Ma in casa Laurie c’è stato un medico vero, suo padre William George Ranald Mundell, oro olimpico del canottaggio nel ’48 ai Giochi di Londra.
«Già, la passione per l’Italia me l’ha trasmessa proprio lui. Amava tutto della vostra cultura ed era bravo in cucina. A 75 anni decise addirittura di frequentare una scuola serale per diplomarsi in italiano. Le vacanze a Spello, in Umbria, rimangono tra i momenti felici della nostra vita familiare».