Pubblicato il 10/07/2013, 09:27 | Scritto da La Redazione

L’AGCOM APRE ALLO SCORPORO TELECOM. SKY SUPERA MEDIASET, PRIMA NEI RICAVI

L’AGCOM APRE ALLO SCORPORO TELECOM. SKY SUPERA MEDIASET, PRIMA NEI RICAVI
«Lo scorporo della rete Telecom è un’operazione coraggiosa e innovativa». Lo pensa e lo dice Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Autorità per le Comunicazioni e il viceministro allo sviluppo Antonio Catricalà: «l’iniziativa non ha precedenti, esempio per l’Europa». Intanto nei ricavi Sky sorpassa Mediaset e Rai.{ tag}meta name=”news_keywords” content=”Telecom, scorporo, Sky, Mediaset, Catricalà” Rassegna Stampa: Il […]


«Lo scorporo della rete Telecom è un’operazione coraggiosa e innovativa». Lo pensa e lo dice Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Autorità per le Comunicazioni e il viceministro allo sviluppo Antonio Catricalà: «l’iniziativa non ha precedenti, esempio per l’Europa». Intanto nei ricavi Sky sorpassa Mediaset e Rai.{ tag}meta name=”news_keywords” content=”Telecom, scorporo, Sky, Mediaset, Catricalà”

Rassegna Stampa: Il Messaggero, pagina 17 di Barbara Carrao.

L’Agcom apre allo scorporo Telecom. Sky supera Mediaset, prima nei ricavi

Catricalà: l’iniziativa non ha precedenti, esempio per l’Europa.

ROMA – «Lo scorporo della rete Telecom è un’operazione coraggiosa e innovativa». Lo pensa e lo dice Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Autorità per le Comunicazioni, nel giorno clou del bilancio sul suo primo anno di attività in Parlamento. Anzi, precisa meglio: «È di una complicazione tecnica raccapricciante e lo dico con grande simpatia per gli amici di Telecom e con grande disperazione per i miei funzionari». Ad ascoltarlo, nella sala della Regina a Montecitorio c’è anche Antonio Catricalà, viceministro dello Sviluppo, che poco dopo, in audizione, aggiunge: «La separazione societaria della rete di accesso annunciata da Telecom non ha precedenti in Europa». E non esita, Catricalà, a suggerire all’Authority di approfondire le specificità del progetto alla luce delle raccomandazioni Ue proposte da Neelie Kroes evitando decisioni ravvicinate. La Borsa tira rapidamente le somme e interpreta la doppia scesa in campo come una chiara apertura all’operazione che il presidente di Telecom, Franco Bernabè ha presentato all’Authority a fine maggio. E premia il titolo con un balzo del 3,4% in controtendenza con il resto del listino.
PARTITA APERTA
Nel suo intervento, Cardani ha chiarito che «tanto più lo scorporo sarà ampio e profondo, tanto più il dividendo regolamentare potrà essere significativo». Ovvero più ampio sarà il perimetro degli asset ceduti (rame e Adsl), più sarà garantita l’equivalente of input (ovvero l’effettiva parità di accesso a tutti gli operatori) e separata la proprietà, più saranno allentati i vincoli. «Situazioni intermedie ha  proseguito il presidente dell’Agcom implicheranno inevitabilmente valutazioni graduali». E per questo ci vorrà tempo. In ballo, a stretto giro, c’è l’attesa decisione dell’Authority sull’offerta di unbundling per il 2013 che Telecom Italia vorrebbe lasciare inalterata a 9,28 euro al mese. Esattamente all’opposto, Fastweb, Vodafone e Wind spingono per una riduzione significativa così come chiedono di vincolare le ipotesi di cedimento normativo alla perdita del controllo di Telecom sulla rete scorporata. Un primo segnale arriverà dalle «importanti decisioni» che Cardani ha annunciato per i prossimi giorni, domani o il giovedì successivo, con l’obiettivo di «trovare il giusto equilibrio tra la promozione della concorrenza e l’incentivazione degli investimenti». «Siamo fiduciosi», ha commentato Bernabè che torna a chiedere «un dividendo regolatorio adeguato. Non vogliamo sconti ma quello che le analisi di mercato dimostreranno e che l’Europa prevede. Il tema è come mantenere gli investimenti in una situazione molto difficile. La regolazione è parte dei fattori che contribuiscono». Dall’altra parte della barricata Paolo Bertoluzzo di Vodafone Italia sottolinea le opportunità se lo scorporo sarà «ampio in termini di perimetro e profondo quanto alla cessione del controllo» e apprezza «il rinvio ad un esame più ampio e approfondito». A loro volta, Fastweb e Wind insistono su scelte pro-concorrenza.
CRISI E TV
L’intero settore delle comunicazioni italiano dimagrisce proprio mentre è chiamato ad accelerare sugli investimenti. Una flessione drammatica arrivata al 6,6%, con ricavi scesi a 61,4 miliardi. La sola editoria ha bruciato circa 1 miliardo di ricavi. Tutti perdono, ma sul fronte delle posizioni va registrato il sorpasso di Sky (2,6 miliardi) su Mediaset (2,4) e Rai (2,3). Si salva solo Internet (+10,3%).