Pubblicato il 04/07/2013, 10:40 | Scritto da La Redazione

TAX CREDIT PER INVESTIRE IN PUBBLICITÀ

TAX CREDIT PER INVESTIRE IN PUBBLICITÀ
Advertising. La proposta emersa dal summit dell’Upa: credito d’imposta per gli impegni incrementali in aumento fino a un massimo del 10%. Sassoli de Bianchi: «Sono in gioco propensione al consumo e l’intero sistema dei media» meta name=”news_keywords” content=”pubblicità, tax credit, Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi”  Rassegna Stampa: IlSole24Ore, pagina 35 di Andrea Biondi e Marco […]

Advertising. La proposta emersa dal summit dell’Upa: credito d’imposta per gli impegni incrementali in aumento fino a un massimo del 10%. Sassoli de Bianchi: «Sono in gioco propensione al consumo e l’intero sistema dei media»

meta name=”news_keywords” content=”pubblicità, tax credit, Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi” 

Rassegna Stampa: IlSole24Ore, pagina 35 di Andrea Biondi e Marco Mele.

Advertising. La proposta emersa dal summit dell’Upa: credito d’imposta per gli impegni incrementali in aumento fino a un massimo del 10%.

Tax credit per investire in pubblicità
Sassoli de Bianchi: «Sono in gioco propensione al consumo e l’intero sistema dei media».

In gioco c’è «la propensione al consumo, l’intero sistema dei media e, non da ultimo, ciò che questo comporta per la garanzia democratica». Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’Upa, l’associazione che riunisce le imprese che investono in pubblicità introduce così quella che forse è la più forte delle sei proposte presentate ieri nel corso del summit Upa. «È ora di incentivare i consumi -ha detto Sassoli de Bianchi – e sostenere il sistema italiano dei media con un credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali, fino a un tetto del 10% in modo da recuperare almeno gli investimenti perduti negli ultimi anni». Che ammontano a circa 3 miliardi, dal 2007 per gli investimenti pubblicitari incrementali, fino a un tetto del 10% per recuperare gli investimenti persi negli ultimi anni (3 miliardi, dal 2007). Per Lorenzo Sassoli de Bianchi è «necessario mettere in piedi misure choc per invertire una situazione inarrestabile: vogliamo convincere le multinazionali a investire in un Paese che ritengono marginale rendendolo di nuovo attraente». Insomma uno strumento, secondo Sassoli de Bianchi, che aiuterebbe la ripresa degli investimenti in pubblicità mettendo «al riparo tutta l’editoria italiana da una crisi senza precedenti». Il presidente dell’Upa si è poi detto disponibile a «dare l’esempio. Per questo rinunciamo ai diritti di negoziazione». Sulla proposta relativa al tax credit il presidente dell’Upa ha trovato l’immediata apertura del viceministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà, presente a Milano all’assemblea annuale dell’Upa. «Ho espresso la mia condivisione personale sulla proposta di tax credit: io stesso ho portato un emendamento al ministero nei limiti in cui la Ragioneria dello Stato dirà che non serve una copertura supplementare», ha detto Catricalà. L’assemblea degli investitori pubblicitari è partita da un quadro di numeri indicativi di una situazione che per gli investimenti pubblicitari segna profondo rosso. E in cui l’imperativo sembra essere necessariamente quello di trovare soluzioni per invertire il declino della raccolta che, stando ai dati già forniti da Assocomunicazione la scorsa settimana e fatti propri dall’Upa dovrebbe segnare un calo del 12,5% a fine anno rispetto al 2012. Una frenata comunque più ridotta rispetto al passivo dell’anno precedente e anche nel confronto con la raccolta del primo semestre, in flessione del 18% su base temporale omogenea. Da qui le sei proposte per un progetto Paese. Oltre al tax credit il presidente dell’Upa ha messo l’accento sulla necessità di intervenire, e subito, per migliorare sul fronte della banda larga: «Abbiamo 400 mila aziende, anche di settori avanzati, escluse dalla competizione globale per andamento lento». La terza proposta consiste nello spostare rapidamente le deleghe sul turismo e sui beni culturali al ministero dello Sviluppo economico, visto che «tutti i musei italiani incassano meno del solo Louvre», Al quarto punto c’è la necessaria «virata culturale sul ruolo della donna nella pubblicità». Al quinto punto Sassoli de Bianchi mette poi la formazione: «Negli ultimi 15 anni ha  detto il nostro Paese ha perso circa 2 milioni di giovani qualificati». Grande importanza infine al discorso Rai. L’Upa si è detta contraria a qualsiasi ipotesi di privatizzazione della Rai. L’emittente di Viale Mazzini «deve restare pubblica e deve essere conferita a una fondazione», ha detto Sassoli. Inoltre la Rai «deve restare generalista e senza pubblicità, cosa che giustificherebbe il canone che tra l’altro va abbinato alla bolletta elettrica».
Anche su questo fronte ha replicato Catricalà, che sul tema era peraltro intervenuto l’altro ieri nel corso di un convegno. «Il rinnovo della concessione Rai, in scadenza nel 2016, non può avvenire tacitamente ma con una legge del Parlamento e dopo una discussione nel Paese con tutti i soggetti interessati, come quella che si svolge in Gran Bretagna per la Royal Charter della Bbc». La Rai e gli atri media, ha sottolineato Catricalà «devono godere di tutta l’attenzione possibile perché rappresentano strumenti di investimento e di conoscenza delle nostre realtà all’estero. E vanno difesi».