Pubblicato il 27/06/2013, 13:01 | Scritto da La Redazione

ASTA FREQUENZE: LE CONDIZIONI DI CATRICALÀ

ASTA FREQUENZE: LE CONDIZIONI DI CATRICALÀ
Fuori Mediaset,TiMedia e Rai. Quanto a Sky, se vuole, può partecipare solo a uno dei tre mux in vendita. E l’acquirente dovrà impegnarsi a non fare da portage per il Biscione, la Tv di Stato e il braccio nei media rimasto a Telecom (dopo la cessione de La 7 a Cairo) considerato incumbent. La bozza […]

Fuori Mediaset,TiMedia e Rai. Quanto a Sky, se vuole, può partecipare solo a uno dei tre mux in vendita. E l’acquirente dovrà impegnarsi a non fare da portage per il Biscione, la Tv di Stato e il braccio nei media rimasto a Telecom (dopo la cessione de La 7 a Cairo) considerato incumbent. La bozza di gara inviata a Almunia e Kroes.

Rassegna Stampa: Il Messaggero, pagina 27, di r. dim.

Asta frequenze le condizioni di Catricalà

Fuori Mediaset,TiMedia e Rai. La bozza di gara inviata a Almunia e Kroes.

ROMA Fuori Mediaset, Rai, TiMedia. Quanto a Sky, se vuole, può partecipare solo a uno dei tre mux in vendita. E l’acquirente dovrà impegnarsi a non fare da portage per il Biscione, la Tv di Stato e il braccio nei media rimasto a Telecom (dopo la cessione de La 7 a Cairo) considerato incumbent. Dalla vendita, comunque, non ci sarà nessun maxi incasso come era stato adombrato tempo fa: un analista di Mediobanca si è spinto a ipotizzare un introito superiore a un miliardo. Antonio Catricalà ha confezionato il bando d’asta delle frequenze. Prima di ufficializzarlo sulla Gazzetta Ufficiale, il viceministro allo Sviluppo economico aspetta che il dossier torni da Bruxelles con il visto di Joaquin Almunia e di Neelie Kroes. Il timbro di Bruxelles diventa essenziale per chiudere la procedura di infrazione aperta nel 2006 per contrasto di alcune norme, in primis la legge Gasparri, con gli indirizzi europei.
PREZZO BASE 30 MILIONI
L’ex sottosegretario di palazzo Chigi ed ex presidente dell’Antitrust ha predisposto un bando in linea con la delibera dell’Agcom 181 del 2009. Dei tre pacchetti di frequenze, due saranno in banda VHF, uno solo in UHF. La base di partenza del bando di gara si attesta a circa 30 milioni ciascuno: in particolare le due frequenze VHF valgono rispettivamente 30 e 29 milioni, l’altra 28. Catricalà, considerato figura di garanzia dai vari schieramenti politici e dei potentati economici-finanziari (non si dimentichi che nel 2006, quando presiedeva l’Antitrust, sollevò il controllo di fatto di Mediobanca su Generali) ha fissato uno serie di paletti per la partecipazione alla gara che di fatto, aprirà il mercato televisivo a nuovi operatori, quasi certamente esteri. Per uniformarsi ai desiderata di Bruxelles ed evitare quindi che l’Europa correggesse con la matita rossa la bozza di bando preparata dagli uffici dello Sviluppo, le condizioni del dispositivo di gara sono tassative: aprire il più possibile la concorrenza. E se cinque anni fa si scelse la strada di moltiplicare le frequenze a favore di Mediaset, Rai e Telecom in modo da non mettere i sigilli a Rete 4, ora per i nuovi mux la tv del cavaliere, quella di Stato e quella di Franco Bernabè dovranno guardare la gara da semplici spettatori: è espressamente vietato loro di scendere in campo. Così come viene concessa al gruppo di Rupert Murdoch la facoltà di competere solo per uno dei tre mux. Allo stato comunque, è molto difficile che l’imprenditore australiano si metta in corsa. Non solo ma l’acquirente dovrà sottoscrivere un impegno solenne a non trasferire le frequenze, in una fase successiva, a nessuno dei tre. Allo Sviluppo si confida di incassare l’ok entro luglio.