Pubblicato il 26/06/2013, 11:30 | Scritto da La Redazione

TARANTOLA: «MEGLIO I CONTI, ORA INVESTIRE»

TARANTOLA: «MEGLIO I CONTI, ORA INVESTIRE»
Nel suo primo anno il vertice Rai ha avviato un’operazione di riduzione dei costi che ha portato un risultato operativo positivo nel primo trimestre 2013. Davanti alla commissione di vigilanza, il presidente Anna Maria Tarantola e il dg Luigi Gubitosi hanno puntato a marcare le differenze con il passato. Rassegna Stampa: Il Sole24Ore, pagina 14. […]


Nel suo primo anno il vertice Rai ha avviato un’operazione di riduzione dei costi che ha portato un risultato operativo positivo nel primo trimestre 2013. Davanti alla commissione di vigilanza, il presidente Anna Maria Tarantola e il dg Luigi Gubitosi hanno puntato a marcare le differenze con il passato.

Rassegna Stampa: Il Sole24Ore, pagina 14.

Audizione Rai
Tarantola: meglio i conti, ora investire

ROMANel suo primo anno il vertice Rai ha avviato un’operazione di riduzione dei costi che ha portato un risultato operativo positivo nel primo trimestre 2013. Davanti alla commissione di vigilanza, il presidente Anna Maria Tarantola e il dg Luigi Gubitosi hanno puntato a marcare le differenze con il passato. «La Rai è stata a lungo azienda autoreferenzialeha detto Gubitosiper spiegare il pensionamento di 600 «colleghi» abbiamo la necessità di assumere giovani». L’età media in azienda, sottolinea Tarantola, «è di 50 anni». L’ascolto tiene sul 40% («la Bbc è al 33%») con sei punti di vantaggio sul “competitor”. Il miglioramento del primo trimestre non può nascondere una perdita nel 2012 di 244 milioni, di cui 51 per gli esodi. Il vertice non vuole solo “tagliare”, come ha fatto, le spese per «artisti, autori e collaboratori” ma anche investire: per la digitalizzazione dell’informazione i 60 milioni in due anni. La Rai vanta un credito di 2 miliardi con lo Stato, «la differenza dal 2005 tra il costo del servizio pubblico, come definito dall’Agcom e quanto incassato dal canone. È la pubblicità che finanzia il servizio pubblico». Il vertice, infine, chiede di contrastare un’ evasione del canone pari al 26% delle famiglie per un mancato introito di 5-600 milioni «che potremmo investire nel prodotto e nelle tecnologie».