Pubblicato il 24/06/2013, 13:03 | Scritto da La Redazione

STEFANO SOLLIMA: «CON “GOMORRA” NOI RACCONTIAMO LA CAMORRA, MA SPETTA ALLA POLITICA TROVARE IL MODO PER SCONFIGGERLA»

Il regista di “Gomorra”, la serie di Sky Cinema le cui riprese sono in corso in questi giorni nel napoletano, racconta a TVZOOM come sarà la fiction e confessa che per farlo è inevitabile mettersi dalle parte dei cattivi.

Ha diretto entrambe le serie di Romanzo criminale, la fiction di Sky Cinema diventata in breve tempo un fenomeno cult. Ora è il supervisore artistico e regista, insieme a Francesca Comencini e Claudio Cupellini di Gomorra, le cui riprese sono in corso in questi giorni nel napoletano.

Stefano Sollima dirigerà solo le prime puntate delle dodici previste, ma è responsabile artistico dell’intero progetto tratto dal libro di Roberto Saviano. «In realtà – sottolinea Sollima – dal libro di Roberto abbiamo preso il mondo della camorra, la sceneggiatura si è solo ispirata».

Ci sarà qualcosa del film Gomorra di Matteo Garrone?

«Nulla, neanche un frammento, noi abbiamo avuto la chance di arrivare in seconda battuta, anche se il rischio era di lavorare sul clichè».

Come sarà il racconto di questi dodici episodi?

«In ogni episodio sarà descritto un aspetto e un protagonista del clan camorristico della serie. La prima puntata seguirà il punto di vista del boss, la seconda della moglie, la terza del figlio e così via fino a comporre il puzzle narrativo. Io dirigerò la prima parte, quella iniziale che descrive il regno del capo clan, la Comencini dirigerà il regno della moglie e Cupellino quello del figlio».

Dove girerete?

«In diversi quartieri, anche Scampia e Secondigliano».

Quando siete arrivati a Scampia non vi hanno accolti molto bene, vi hanno accusato di dare un’immagine negativa del quartiere, come avete risolto?

«Questo è un lavoro che si fa solo con l’appoggio delle associazioni presenti sul territorio, ci siamo avvicinati a loro, abbiamo spiegato il nostro progetto, posso capire il loro punto di vista e la diffidenza iniziale, era un’operazione delicata».

Girando in quei posti ad alta densità camorristica come si fa a evitare che sul set la camorra ci arrivi davvero?

«Pretendendo di raccontare il loro mondo, siamo entrati nelle loro case, ci siamo attaccati al territorio e alla realtà. Avendo una moglie napoletana e conoscendo questo mondo so che è difficile capire chi e che cosa parla per conto di chi, non è che il camorrista arriva con il Suv sgommando per farsi riconoscere. E’ una realtà delicata da trattare».

Romanzo criminale è stato accusato di aver reso i componenti della banda della Magliana dei miti da imitare. Teme di correre lo stesso rischio con i camorristi di Gomorra?

«Noi raccontiamo il male, è chiaro che seguendo il punto di vista dei camorristi devi stare dalla parte loro, non è una questione morale, perché i gangster si divertono a fare quello che fanno, ma mi rendo conto che questa visione può essere equivocata. Il nostro è un problema di rappresentazione, ma i veri problemi devono risolverli i politici, è inutile prendersela con noi».

I protagonisti parleranno in napoletano stretto?

«No, useremo un napoletano italianizzato».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Stefano Sollima)