Pubblicato il 23/06/2013, 14:31 | Scritto da La Redazione

SIMONE DALLA VALLE: «L’ADOZIONE DI UN CANE È UN PERCORSO DA AFFRONTARE CON CONSAPEVOLEZZA»

TVZOOM ha intervistato il dog trainer che, ogni lunedì alle 20.30 su DeaKids, conduce “Missione Cuccioli”, programma cult dedicato all’adozione degli amici a quattro zampe.

Indovinello. Con loro si può giocare, ma non sono giocattoli. Sono desiderati dai bimbi, fanno intenerire gli adulti. Eppure tanta dolcezza strappata al primo sguardo non sempre corrisponde alla convinzione che prendersene cura è un impegno quotidiano sul lungo periodo. 
Chi sono? Sono i cani di qualunque razza e provenienza, il dog-trainer Simone Dalla Valle li conosce bene, ha fatto di loro la sua missione di vita e, ogni lunedì dal 10 giugno alle 20.30 su DeaKids, illustra il percorso corretto che conduce all’adozione di un amico a quattro zampe in Missione Cuccioli. Con un messaggio fondamentale: non esiste empatia tra uomo e cane senza consapevolezza delle reciproche necessità di vita.
Missione Cuccioli è un format cult. Ormai siamo giunti alla quinta stagione. Quali sono le novità introdotte?
Nonostante il successo della stagione precedente con Missione Cuccioli Dogcamp, in cui accoglievo nel mio fumettoso e colorato centro cinofilo alcuni bambini che già possedevano un cane, ho ricevuto tantissime richieste da parte di chi il cane ancora non ce l’ha, ma desidera averlo impostando un percorso di adozione corretto. Allora siamo tornati all’idea delle edizoni precedenti: accompagno i bambini al canile e, alla presenza di una veterinaria e di una toelettatrice, mostro loro come effettuare una scelta consapevole dell’amico a quattro zampe.

Vengono mostrate anche svariate attività da svolgere con il cane, giusto?
Sì, diverse discipline cinofile da portare avanti. Non solo la classica prova dell’agility, che è molto conosciuta ma parziale e non sempre adatta a tutti i cani.
Grande spazio in questa edizione viene dato anche a una campagna di adozioni che riguarda tutta Italia.
I miei colleghi ed io abbiamo selezionato tanti cani da adottare per dare la possibilità a tutte le famiglie di effettuare un’adozione consapevole, ponderata, non frutto di un’onda emotiva del momento. Sia durante la puntata, sia sui canali del gruppo De Agostini Editore (DeAJunior e Super!) andranno in onda molti promo con le schede descrittive dei cuccioli in cerca di adozione.
«Mamma, compriamo un cane?», è una domanda ricorrente tra i più piccoli.
Qual è la strada per diventare un buon proprietario di quattrozampe?

Innanzitutto un buon proprietario deve farsi un esame di coscienza sul lungo termine. Deve sapere che adottare un cane significa prendersi cura di lui quotidianamente, per circa 10, 15 anni almeno. Nel mio libro Una scelta importante (De Agostini), il primo manuale di cinofilia dedicato ai bambini pubblicato in Italia, illustro tutti gli impegni da affrontare adottando un cane. Ma questo non basta. E’ fondamentale conoscere le differenze caratteriali tra le razze canine. Un Border Coliie, per esempio, ha esigenze specifiche che un altro cane non ha.
Una raccolta di informazioni e un periodo iniziale di conoscenza risultano dunque opportuni.
Mi preme sottolineare un aspetto. Non bisogna credere che sia sufficiente adottare un cane perché esso ci sia riconoscente. Un nuovo proprietario rappresenta per lui una novità, un cambio di ambiente. Per sviluppare l’empatia corretta, è necessario andare oltre le apparenze estetiche o di simpatia immediata. Non basta regalare amore a un cane per essere al riparo da problemi eventuali. Il percorso di conoscenza parte da questa consapevolezza.
In quale modo la presenza di un cane può contribuire alla crescita e alla maturazione di un bambino?
Ci sono evidenze scientifiche inconfutabili che mostrano come un bambino che cresce vicino a un cane, instaurandovi una relazione equlibrata basata sul rispetto reciproco, sviluppi nel tempo maggiori capacità di ascolto e di attenzione, oltre che un senso di responsabilità solido e, addirittura, un sistema immunitario più forte. Tuttavia, io sono contrario all’adozione di un cucciolo appena nato in una famiglia dove ci sono bambini.

Meglio adottare un cane già adulto?
Indubbiamente. Un cucciolo dorme circa 20 ore al giorno, deve sviluppare i tratti distintivi del suo carattere, ha numerose esigenze specifiche. Non si tratta di un peluche da coccolare quando se ne ha voglia. Meglio rivolgersi a un cane già adulto, con una personalità già formata, adattabilità di esigenze, aspettative meno complesse, compatibili anche con i ritmi di lavoro di un umano. Vale per i bambini, ma vale anche per gli adulti, che generalmente non sono educatori cinofili professionisti, da un cane cercano un rapporto di amicizia.
Però il fascino del cucciolo, del plasmarne la crescita fin dagli albori, è accattivante.
Certo, il cucciolo suscita reazione positive, anche estetiche. Di solito, si punta ad adottare un cucciolo pensando di poterlo plasmare come si vuole. Ma queste convinzioni sono frutto spesso di una forma inconsapevole di arroganza, se mi si può passare benevolmente il termine. Una persona media, che non ha esperienza da educatore professionista, come può pensare di conoscere le sue esigenze specifiche? E poi, la maggior parte delle persone che conosciamo nella nostra vita e con cui instauriamo un rapporto, le conosciamo da adulte, dunque non c’è nulla di strano nell’accogliere in casa un cane maturo.
L’età giusta di un cane adottato per essere accolto in una famiglia?
Dai 2 o 3 anni in su. Ma anche un cane di 6, 7 anni, già maturo, ha davanti a sé altri 6, 7 anni di vita, da vivere magari con minor adrenalina rispetto a un cucciolo, ma con esigenze e carattere già formati, e grande predisposizione all’adattamento nel nuovo ambiente domestico. Parlo per esperienza diretta. Il migliore dei cani che ho avuto ha 10 anni, l’ho adottato a 5. Con lui ho fatto le pubblicità dei miei libri, l’ho fatto partecipare al programma, mi ha regalato grandi soddisfazioni.
E’ riuscito a illustrare proficuamente questo approccio all’adozione presso le famiglie?
Ho ricevuto di recente un’email da parte di una famiglia che 5 anni fa aveva adottato Panna, una cagnolina che all’epoca aveva già 7 anni. Sono entusiasti, si è perfettamente integrata tra loro. La famiglia possedeva un gatto e due bambini, di cui uno timoroso nei confronti dei cani. La scelta di Panna è stata la più felice. Diversa cosa sarebbe accaduta con un cucciolo.
Tuttavia in Italia i canili proliferano. La tematica dell’abbandono è un argomento socio-culturale sul quale non c’è ancora adeguata sensibilizzazione?
L’abbandono non corrisponde solo alla classica immagine del proprietario che lascia il cane in autostrada. Anche lasciare il proprio cane in un canile per incapacità di gestirlo, è una forma di abbandono. Con un esito curioso: i cani, cioè gli innocenti, finiscono in gabbia, i proprietari che abbandonano, i colpevoli, restano in libertà.
Responsabilità è anche delle istituzioni e delle strutture messe a disposizione per potersi muovere, specie d’estate, con il proprio cane. L’Italia può essere definita un Paese pet-friendly?
L’Italia vive un contronsenso, come spesso accade. Le istituzioni non permettono ai proprietari di cani di vivere serenamente le vacanze con i propri quattrozampe. Spesso mancano zone per cani attrezzate e collocate nei punti giusti, spesso le spiagge o i treni non sono accoglienti da questo punto di vista. Così i canili proliferano. Non scordiamo che sono strutture finanziate dalla collettività. Se le istituzioni favorissero un approccio più accessibile, ci sarebbe meno necessità di costruire canili.
Le campagne di sensibilizzazione non bastano, dunque.
Per combattere gli abbandoni è necessario fornire informazioni costruttive, non limitarsi alle immagini strappalacrime dei cani abbandonati insistendo sul pietismo. Una pars costruens adeguata, un’informazione seria, rendono i proprietari di cani maggiormente consapevoli. Dunque maggiormente capaci di gestire il proprio animale.
Può fornire riferimenti utili, editoriali e non, per approcciarsi al meglio all’argomento?
Sul mio sito web www.simonedallavalle.com c’è una sezione apposita in cui dispenso suggerimenti e informazioni. Poi, ho pubblicato con Tea Un cane per amico, un libro dedicato agli adulti in cui illustro come ho sviluppato il mio metodo di lavoro. Un volume alla portata di tutti, corredato di 200 immagini esclusive.

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Simone Della Valle)