Pubblicato il 20/06/2013, 15:31 | Scritto da La Redazione

“XFACTOR 7”: MIKA MEGLIO DI ARISA, È LUI IL GIUDICE CHE MANCAVA

Terminate le audizioni milanesi del talent di Sky. La popstar libanese, un mix riuscito di ironia e cattiveria, ha saputo amalgamarsi alla perfezione con i colleghi giudici.

Non ce ne voglia Arisa, ma con Mika, XFactor ha trovato il sacerdote adatto per perpetuare il rito della valutazione dei concorrenti, amalgamandosi ai tre colleghi giudici in quel che potrebbe essere la combo ideale.  Sarà perché il cantante libanese, allampanato e con un accento italiano che ricorda lo Stan Laurel dei tempi migliori, è un campione di neologismi. Anziché «Ti ho scelto», lui dice «Ti ho chooso», da to choose, in inglese “scegliere”, dando vita a siparietti che potrebbero diventare tormentoni alla stregua del «Vuoi che muoro?» di culinaria memoria.
Sarà anche perché, dietro il sorriso benevolo, si cela un precisino che non le manda certo a dire. Competente, con una visione circostanziata della musica e del talento.
Sarà anche perché, last but not least, Mika parla direttamente con dio. Beninteso, non quello onnipotente delle religioni codificate, ma quello, simile al Gianni Boncompagni quando imbeccava Ambra Angiolini, che tramite cuffia gli suggerisce i termini se la favella italica venisse meno.
Il resto, lo hanno dimostrato le audizioni milanesi tenutesi al Teatro Dal Verme (ieri è stata l’ultima giornata), è formula collaudata. Morgan l’imprevedibile melodrammatico, Simona Ventura la manageriale, Elio il caustico.  E i concorrenti, che vogliono trasformare un’ispirazione in un’aspirazione. Tra loro, tanti under 25, spesso dal look sobrio, senza sperimentazioni estetico avanguardiste, allineati e coperti anche nella scelta dei pezzi: Beyoncè, Lucio Battisti, spesso (pure troppo) Marco Mengoni. Con qualche incursione nel blues-rock che non guasta. Come una diciassettenne di Perego, provincia di Lecco, a vederla non le si darebbero due lire, poi ti tira fuori un pezzo dei Police eseguito a regola d’arte, e il pubblico si infiamma.
O come Daniele, toscano, apparentemente un mix tra Nevruz e il cantante dei Tears For Fears, si presenta sul palco con aria stralunata, esegue Contessa dei Decibel quando Ruggeri non era ancora Ruggeri o forse lo era di più, rielaborandola, spariglia le carte. «Tu hai mostrato qualità bellissime. Ma anche bruttissime», commenta Elio. «E io ti dico “sì”, perché gli estremi mi piacciono».
Nel mucchio, non manca il personaggio che ti chiedi come faccia a essere arrivato fin lì. Poi ti ricordi che le audizioni verranno trasmesse in tv, e allora realizzi che un po’ di costruzione autorale non guasta. Siamo in televisione, del resto. E in tv, gli estremi piacciono. Basta saper stare in equilibrio tra realismo e affabulazione. XFactor 7, come le precedenti edizioni targate Sky, dovrebbe riuscirci senza faticare troppo.

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Mika)