Pubblicato il 20/06/2013, 13:33 | Scritto da La Redazione

COSÌ MARZULLO HA SCOPERTO LA DECRESCITA FELICE

COSÌ MARZULLO HA SCOPERTO LA DECRESCITA FELICE
Si sapeva che Marzullo, promosso vicedirettore, a partire da giugno avrebbe dovuto rinunciare ad apparire in video. Una specie di rivoluzione copernicana per la notte di Raiuno visto che, con i suoi programmi che abbracciano ogni branca dello scibile, l’uomo vanta più presenze sul servizio pubblico di Buffon in Nazionale. Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, […]

Si sapeva che Marzullo, promosso vicedirettore, a partire da giugno avrebbe dovuto rinunciare ad apparire in video. Una specie di rivoluzione copernicana per la notte di Raiuno visto che, con i suoi programmi che abbracciano ogni branca dello scibile, l’uomo vanta più presenze sul servizio pubblico di Buffon in Nazionale.

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 17, di Nanni Delbecchi.

IL PEGGIO DELLA DIRETTA
Così Marzullo ha scoperto la decrescita felice
Noi non siamo soli. Ognuno di noi è parte di un cosmo che ci unisce e il teatro è la prova vivente di tutto ciò… Così parlò Pippo Franco, emerso dal teleschermo nel cuore della notte come per un sortilegio. Lo spettatore insonne, in dubbio se la vita sia un sogno, si dà un pizzicotto, ma Pippo non sparisce, resta con l’ostinazione tipica della realtà, continua a discorrere, a filosofare di vita, teatro e fratellanza energetica. Strano ma vero. Sembra che quell’ospite in primo piano parli da solo proprio mentre sostiene il contrario, una specie di flusso di coscienza alla Virginia Woolf; solo che è Pippo Franco, indiscutibilmente Pippo Franco, tanto è vero che tra una considerazione cosmologica e l’altra promuove il suo prossimo show che debutterà alla Quercia del Tasso. Così arriva l’illuminazione. Pippo Franco dice il vero, anche lui, nonostante le apparenze, non è solo; ha davanti a sé Gigi Marzullo, risponde alle sue domande nella penombra azzurrina del suo studio, è ospite del programma Applausi, una delle tante creazioni dell’offerta marzulliana. Si sapeva che Gigi, promosso vicedirettore, a partire da giugno avrebbe dovuto rinunciare ad apparire in video. Una specie di rivoluzione copernicana per la notte di Raiuno visto che, con i suoi programmi che abbracciano ogni branca dello scibile, l’uomo vanta più presenze sul servizio pubblico di Buffon in Nazionale. La notte di Raiuno senza Marzullo. Possibile? Noi stessi stentavamo a crederlo e speravamo in un miracolo.
EBBENE, IL MIRACOLO c’è stato. Stavolta Tolomeo ha battuto Copernico. Mentre tutti si riempiono la bocca con la decrescita più o meno felice, Marzullo con un colpo di genio l’ha messa in pratica, una decrescita felice, estatica, un capolavoro di gattopardismo dove si dimostra che, davvero, less is more. Gigi da Avellino come Mies van der Rohe, anche meglio. L’assenza fisica lo rende ancor più presente: come se fossero voci di dentro, gli ospiti rispondono ai suoi leggendari tormentoni sull’infanzia, la carriera, la famiglia, il mistero della vita e della morte. E volano alto. Ecco Bianca Guaccero, ospite martedì notte a Sottovoce: “C’è in me una grande dicotomia tra il mondo delle scienze e il mondo della letteratura…”. “La letteratura è la cosa che mi ha aiutata a sentirmi meno sola nella mia follia…” . “Ho anche una grande passione per l’astronomia. Guardare il cielo nella notte mi spinge a pensieri molto infiniti…”. Ed ecco il boudoir similfreudiano, l’atmosfera ovattata, l’album delle fotografie, la pianista che suona la canzone del cuore, il sogno ricorrente interpretato al telefono dalla psicologa…”
Come sarà riuscito a ottenere così tanto con così poco? Azzardiamo una spiegazione: dopo vent’anni di trattamento intensivo allo star system nostrano, Marzullo è come il Nerone di Petrolini, lui non deve più fare niente, gli ospiti gli rendono omaggio in automatico perché la marzullità è diventata una categoria dello spirito. E come sempre, quando c’è di mezzo lo spirito, apparire diventa superfluo. Pippo Franco ha ragione: non siamo soli. C’è sempre un Marzullo accanto a noi, e forse dentro di noi, soprattutto se non lo vediamo.