Pubblicato il 02/06/2013, 13:33 | Scritto da La Redazione

L’EDITTO BULGARO DI GRILLO: «VOGLIAMO LA RAI»

L’EDITTO BULGARO DI GRILLO: «VOGLIAMO LA RAI»
Il comico ligure, in tour in Sicilia, in un comizio chiede a gran voce la presidenza della Commissione di vigilanza Rai. Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 9, di Emanuele Lauria. L’editto bulgaro di Grillo: “Vogliamo la Rai” “Floris, Gabanelli e Rodotà faranno i conti con noi” E apre ai talk show: andremo in tv. «Noi […]

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Il comico ligure, in tour in Sicilia, in un comizio chiede a gran voce la presidenza della Commissione di vigilanza Rai.

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 9, di Emanuele Lauria.

L’editto bulgaro di Grillo: “Vogliamo la Rai”

“Floris, Gabanelli e Rodotà faranno i conti con noi” E apre ai talk show: andremo in tv.

«Noi siamo gandhiani ma ai giornalisti dico: vi faremo un culo così». L’ultima crociata contro una stampa definita “collusa” ha quasi i contorni del famoso editto bulgaro di berlusconiana memoriae Beppe Grillo lo proclama in apertura del suo tour siciliano, sotto un sole incerto e davanti a un pubblico inferiore rispetto alle precedenti esibizioni. È un attimo: il camper del vate ligure sbarca nella piazza di Mascalucia, paesone alle falde dell’Etna, e lui è già sul palco a ribadire e allargare i concetti appena affidati al suo blog. «Balle, balle, giornali e tv raccontano solo balle. Malvista un’informazione così, cerca solo di tirare fuori cose incredibili su M5S, parla sempre dei rimborsi e non delle centinaia di proposte che i nostri parlamentari stanno portando avanti».

Un affondo alla Rai, bollata sul web come «un pozzo senza fondo», con «giornalisti che dovranno rendere conto della loro omertà, dei loro attacchi telecomandati, dei loro silenzi». Ce n’è anche per La7, «regalata a un amico di Berlusconi», ed è una requisitoria senza pause, con toni sconosciuti finora. «Io non dimentico niente», dice sorridendo il leader dei 5stelle. Una minaccia garbata ma ferma, accompagnata dalla richiesta ufficiale della presidenza della commissione vigilanza della Rai per il suo movimento: «Siamo stufi di ricevere schiaffi e di essere, allo stesso tempo, presi per il culo dalla Rai. O ci verrà affidata al più presto dice Grillo o ne trarremo le conseguenze».

Ci sono nomi e cognomi, nell’editto di Beppe Grillo: «Faremo i conti con Floris e con Ballarò, ma anche con i Rodotà e i Gabanelli, quelli che si sono rivoltati contro». Del giurista, dice, non si fida più: «Non ce l’ho con lui ma vuole fare una sinistra insieme a Sel, ai sindacati, agli arancioni. Perché non mi telefonava e non mi diceva “Beppe stai facendo una cazzata”? Non mi piacciono quelli che parlano attraverso i giornali in campagna elettorale».

L’informazione è un chiodo fisso. Ma Grillo conferma un cambio di strategia. «In tv ci andremo dice con le nostre persone più accorte che spiegheranno tutto quanto siamo facendo». Parole che arrivano all’indomani dell’incontro fra il guru e alcuni parlamentari, a Milano, organizzato proprio per gestire il rapporto coi media. I grillini sono pronti ad affrontare i talk show? Vito Crimi, il capogruppo al Senato, apre e fa sapere che si deciderà «caso per caso». Ma l’incursione di Grillo in Sicilia, dove è scoppiato il caso Venturino (il vicepresidente dell’Ars espulso dal movimento per non aver restituito parte delle indennità), è utile anche per parlare di militanti “infedeli”. E di soldi. Il comico-santone ammette che «nel movimento ci sono degli scilipotismi, gente che vede il grano e non riesce a resistere. Ma hanno firmato un contratto con me, se non lo rispettano devono andare fuori a calci nel culo. Vado io la prossima settimana in parlamento a farlo».

Forse ce l’ha pure con l’intergruppo parlamentare sebbene Maria Edera Spadoni, deputata grillina, precisa che quell’organismo di cui fa parte si è già riunito e non ha nulla di dissidente: «Non mi annovero tra i dissidenti». Gioca in attacco, Grillo, e lo fa anche contro Bersani e Letta: «Bersani dice voleva i nostri senatori per governare lui». Quanto al premier: «Dopo tre mesi ha spostato l’Imu di due metri. Non può fare di più, perché i Comuni restano senza soldi». Respinge l’idea di un arretramento del movimento alle amministrative: «Improprio il paragone con le politiche: la verità è che l’anno scorso avevamo 400 consiglieri comunali, ora sono il doppio». Ma lo sguardo di Beppe è già all’autunno: «Faccio una previsione: i soldi finiscono e si torna alle urne. Restiamo in campo solo noi e Berlusconi. E, come in Highlander, uno solo resterà in piedi. Indovinate chi?»