Pubblicato il 01/06/2013, 13:36 | Scritto da La Redazione

RICCARDO COCCIANTE: «È SEMPRE QUESTIONE DI FEELING»

RICCARDO COCCIANTE: «È SEMPRE QUESTIONE DI FEELING»
Il coach vincitore di “The Voice” in un’intervista a “La Stampa” racconta il suo rapporto con la tv e i programmi futuri. Rassegna stampa: La Stampa, settimana dal 32, di Marinella Venegoni. Cocciante: è sempre questione di feeling Esce “Sulle labbra e nel pensiero”, autobiografia in musica. AIla fine qualcosa di buono The Voice ha […]

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Il coach vincitore di “The Voice” in un’intervista a “La Stampa” racconta il suo rapporto con la tv e i programmi futuri.

Rassegna stampa: La Stampa, settimana dal 32, di Marinella Venegoni.

Cocciante: è sempre questione di feeling

Esce “Sulle labbra e nel pensiero”, autobiografia in musica.

AIla fine qualcosa di buono The Voice ha prodotto, cioè qualche verità sul lato coach. In tanti hanno colto la simpatia umana di Piero Pelù (con conseguente resurrezione dei Litfiba), e per altrettanti sta tornando a brillare la stella di Riccardo Cocciante, tra l’altro patron della vincitrice albanese del talent show, Elhaida Dani. Molti ragazzi neppure lo conoscevano, per la sua vita sempre fuori dai confini italiani, per ritrosità ormai a esibire l’egregia voce e il caratteristico pathos che si porta dietro in strappanti melodie. E poi c’è anche la scrittura di opere, che da decenni lo brucia allontanandolo da Margherita come dalla Questione di Feeling, insomma dal suo ruolo storico di esploratore di sentimenti. Cocciante è un artista anomalo, con le sue brave gatte da pelare nel campo delle tasse in Francia, con la fuga a Dublino dove ora vive, e con un talento grande così. Non è comunque un caso che da questa avventura tv sia scaturito un cofanetto con la sua opera omnia, sul mercato da qualche giorno con l’adatto titolo Sulle labbra e nel pensiero. Sono tre cd con 55 brani, a partire dal ruggito rabbioso di Bella senz’anima, dove l’opera musicale in canzoni e pièce cantate (si pensi solo al perdurante successo di Notre Dame de Paris di cui canta qui Luna) si sviluppa in tutto il suo potenziale. Ma c’è poi un quarto cd curiosissimo da scoprire di 14 rarità, cover, prove, una Aida di Rino Gaetano di un’epoca dove tutto doveva succedere.

La liaison con Gaetano era sconosciuta ai più. Così diversi…

«È un live uscito su Q disc. Accadde in un tour ideato da Ennio Melis con tre artisti completamente diversi, noi due e i New Perigeo. L’idea era lo scambio, su una passione comune. Io sto bene con tutti i generi, e oggi amo molto la tecnica».

Il cofanetto è figlio del suo passaggio in tv?

«C’è un faro sopra di me, la Sony me lo ha proposto ma l’ho compilato come volevo io. Alcuni giovani non mi conoscono e qui mi racconto per episodi, quasi una biografia che non scriverei mai».

The Voice è stata una esperienzona?

«All’inizio ero sconcertato. Ho detto di sì perché mi sembrava diverso, per una sfida personale, ma da antitelevisivo all’inizio credevo di non farcela. Piano piano si è rivelato formidabile. Le canzoni hanno sempre segnato i tempi, le guerre il malessere, e allora diamo le canzoni che siano una fotografia sociologica che mai nessuno ha visto. Di mio, ho criticato qui cose come nessuno ha mai osato: la tv non è l’ideale per gli artisti, ci vorrebbero altri mezzi. Mi dicono che non si dice, ma questi ragazzi poverini entrano lì in un sistema stabilito. Il nuovo dovrebbe irrompere con la sua diversità, mentre loro sono costretti a fare l’opposto. Per noi è stato un gioco, questi invece si giocano la vita».

Come i gladiatori mangiati dai leoni…

«C’è solo questo o Sanremo, però, in giro. Mi sarebbe piaciuto un po’ di underground, non c’era ed è stato un peccatissimo, ma non stanno nel sistema… L’Inghilterra ha appena stanziato un alto budget per incoraggiare l’underground, qui non succede».

Per questo vive a Dublino?

«No, è per non vivere la celebrità. La vita normale mi rigenera».

E adesso una bella tournée?

«No, ma qualche concerto sì. Voglio cantare me stesso ma anche le opere popolari, con alcuni artisti. 5 o 6 date questa estate».

La sua seconda vita sono le opere popolari…

«Dopo i concerti mi dedicherò a Giulietta e Romeo. La rimetto su perché non ci piacevano la messa in scena e la scenografia».

Ha sempre i cassetti pieni di musica?

«Pieni di cose che aspettano di essere realizzate. Compongo tantissimo anche per piacere, le cose belle non vengono per opportunismo».

È nata qualche amicizia con altri coach?

«Pelù è una persona molto vicina a me per il pensiero».