Pubblicato il 19/05/2013, 09:32 | Scritto da La Redazione

ALDO GRASSO: «IL PUNTO DEBOLE DELLE RETI MEDIASET»

ALDO GRASSO: «IL PUNTO DEBOLE DELLE RETI MEDIASET»
Il critico del “Corriere della sera” analizza attraverso i numeri come l’informazione sulle reti di Cologno Monzese non riesca a performare come altrove. Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 63, di Aldo Grasso. Il punto debole delle reti Mediaset Le due notizie della settimana mettono il dito nella piaga più dolorosa per Mediaset. La prima […]

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Il critico del “Corriere della sera” analizza attraverso i numeri come l’informazione sulle reti di Cologno Monzese non riesca a performare come altrove.

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 63, di Aldo Grasso.

Il punto debole delle reti Mediaset

Le due notizie della settimana mettono il dito nella piaga più dolorosa per Mediaset. La prima riguarda il pessimo ascolto raccolto dallo speciale «La guerra dei vent’anni», nella prima serata di domenica 12 maggio. Un record negativo che sarà ricordato negli annali dell’ammiraglia commerciale: il docu-drama sui processi di Berlusconi e sul caso Ruby ha registrato un ascolto di 1.425.000 spettatori, 5,9% di share, tutto concentrato fra gli ultra 65enni (9,1%) con livelli d’istruzione medio-bassi (7,4% di share). Un autentico flop. Anche il tentativo di approfondimento quotidiano sempre piuttosto schierato affidato da Rete4 a Paolo Del Debbio, non pare decollare: il giornaliero di «Quinta Colonna», in onda in «access prime time» (ovvero all’orario di «Striscia la notizia» e «Affari tuoi») raccoglie solamente 1.238.000 spettatori, per uno share del 4,5%. Il profilo del pubblico è molto simile: spettatori con più di 65 anni (7,7% di share), con livelli di istruzione bassi (8,3%). Siamo piuttosto lontani dal discreto successo della puntata settimanale del medesimo programma.

Se la vera colonna portante dell’«inchiesta» pur sui generis di casa Mediaset resta «Striscia la notizia» (che continua a tenere il 20% di share dopo 25 anni in onda), l’approfondimento resta un punto debole per Cologno. Una ferita dolorosa, in anni in cui l’informazione, l’approfondimento e i talk rappresentano fucine d’ascolti a basso costo (per Rai3 e per La7) e un asset fondamentale per la generalista. Se non sembrasse paradossale, verrebbe quasi da dire che l’attività politica di Silvio Berlusconi e la necessità di esser schierati rappresentano forse, oggi, uno dei limiti più pericolosi per salute delle sue stesse aziende tv. (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.