Pubblicato il 09/05/2013, 16:34 | Scritto da La Redazione

“È UNO DI QUEI GIORNI CHE…” DA DOMANI SU RAI3, MASSIMO BERNARDINI: «NON UN TALK»

Cinque puntate per raccontare cinque grandi eventi di portata internazionale che hanno cambiato il modo di intendere la quotidianità in Italia. Una narrazione appassionante, condotta da Massimo Bernardini, Federica Gentile e Mario Lavezzi, ogni venerdì su Rai 3 alle 23.15.

Un giorno come tanti altri in un luogo come tanti altri. Gli impegni della vita quotidiana. Accompagnare i figli a scuola, andare in ufficio. Poi, d’un tratto, come una di quelle feste a sorpresa che non t’aspetti, succede qualcosa che cambia la realtà che ti circonda. E cambia te stesso. Uno di quei giorni che, a raccontarlo, costituiscono una legion d’onore d’esperienza vissuta e interiorizzata, anche soltanto come spettatore non partecipe.

È Uno di quei giorni che…, come il titolo del programma di Rai 3, in onda da domani alle 23.15 per cinque puntate, realizzato interamente nel Centro Produzioni Rai di Milano.
Al timone, Massimo Bernardini, stavolta conduttore giudicato e non giudice di conduttori, Federica Gentile e il maestro Mario Lavezzi, trio affiatato pronto ad assaporare il gusto asprigno delle cose al palato della memoria. Si parte dalla strage di p.za Fontana a Milano, era il 12 dicembre 1969, si continua col referendum sul divorzio, la finale del Mondiale di calcio 1982, l’omicidio Kennedy, il sequestro Moro.

 

«Attenzione: non si tratta di una ricostruzione storica da Amarcord», specifica Massimo Bernardini, «E’ uno di quei giorni che…intende rivivere per intero quelle giornate dall’inizio alla fine, dalla mattina alla sera, ripercorrendo pagine d’epoca, riassaporando quei momenti con racconti di chi li ha vissuti, mettendo a fuoco come la narrazione prenda forma in tutte le sfumature di quel sistema complesso che è la memoria».
E allora, ampia mano ai costumisti («Nella prima puntata sarò vestito come negli anni ’60, con un dolcevita classico e una giacca dell’epoca», ha aggiunto il conduttore di TvTalk) e alla rappresentazione evocativa a tutto tondo.
«E’ la prima volta che partecipo ad un programma di questo livello», ha affermato Lavezzi, «All’inizio pensavo di fare ogni puntata su un solo decennio, ma poi mi hanno suggerito che, in effetti, incentrare ogni puntata su un avvenimento in particolare sarebbe stato più incisivo. Quando scoppiò la bomba a Piazza Fontana ero proprio dietro il luogo del dramma, nella casa discografica appena fondata da Mogol e Battisti, la Numero Uno. Con me c’erano i Dik Dik. Poco distante, Gino Paoli si trovava in Piazzetta Pattari. Si sarebbe dovuto esibire al Derby la sera stessa».
«Il vissuto di piazza Fontana non mi appartiene anagraficamente, ma la partecipazione attraverso la suggestione del racconto alimenta l’immaginario di chi ascolta», osserva Federica Gentile.

Tutto concorre ad alimentare quell’immaginario. Le teche Rai, scrigno prezioso. La musica, che nel caso di p.za Fontana segnava la linea di demarcazione tra la fine del periodo hippy e l’inizio delle inquietudini del ribellismo impegnato. La poesia, con Patmos di PierPaolo Pasolini. Più di ogni altra cosa, gli eccezionali dettagli della normalità scossa, della realtà mutata per sempre, come Borges insegna ne Il giardino dei sentieri che si biforcano.

«Non solo in negativo», precisa Bernardini, «Oltre a p.za Fontana, abbiamo scelto una gamma eterogenea di eventi rappresentativi. Per esempio, la finale del Mondiali 1982, vinti dall’Italia sulla Germania Ovest. Oppure il giorno del referendum sul divorzio, un cambiamento epocale per il Paese intero».
Il merito del programma sta nell’essere una trasmissione pensata, un racconto, uno sguardo sul passato con gli occhi tecnologici del presente.
Per scoprire che molta acqua sotto i ponti sarà anche trascorsa, ma gli interpreti, alternati nel ritmo delle generazioni, sono gli stessi che quei ponti li hanno costruiti. E talvolta fatti anche crollare.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Massimo Bernardini)