Pubblicato il 08/05/2013, 09:31 | Scritto da La Redazione

IN TV NON SI MUOVE FOGLIA CHE L’AGENTE NON VOGLIA

IN TV NON SI MUOVE FOGLIA CHE L’AGENTE NON VOGLIA
La domanda dalla quale partire è semplice: chi comanda davvero in tv? Di sicuro non i dirigenti o i direttori di rete. E nemmeno i divi del piccolo schermo, che a parte pochissime eccezioni, non muovono gli equilibri della televisione italiana. Il nuovo dominus della tv del Terzo millennio è lui, l’agente delle star, il […]


La domanda dalla quale partire è semplice: chi comanda davvero in tv? Di sicuro non i dirigenti o i direttori di rete. E nemmeno i divi del piccolo schermo, che a parte pochissime eccezioni, non muovono gli equilibri della televisione italiana. Il nuovo dominus della tv del Terzo millennio è lui, l’agente delle star, il manager dei divi, ormai più potente dei megadirettori generali dei tempi andati. Da Lucio Presta a Beppe Caschetto a Dalia Gaberscik.

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 19, di Domenico Naso.

In tv non si muove foglia che l’agente non voglia

I PROCURATORI DELLE STAR DELLA TELEVISIONE (E DELLA MUSICA):
ECCO CHI SONO, E PERCHÉ DECIDONO COSA FARCI VEDERE.

Gli equilibri televisivi sono strani e incostanti, come diagrammi impazziti di un encefalogramma problematico. Riuscire a districarsi nella mappa del potere catodico è impresa ardua. La domanda dalla quale partire è semplice: chi comanda davvero in tv? Di sicuro non i dirigenti o i direttori di rete. E nemmeno i divi del piccolo schermo, che contano sì ma, a parte pochissime eccezioni, non muovono gli equilibri della televisione italiana. Il nuovo dominus della tv del Terzo millennio è lui, l’agente delle star, il manager dei divi, ormai più potente dei megadirettori generali dei tempi andati. In principio fu Lele Mora. Potentissimo mammasantissima di tronisti e letterine, si accontentava però di imporre il Costantino Vitagliano di turno o di accompagnare l’ascesa di Simona Ventura. Gli bastava, insomma, essere monarca assoluto di un piccolo regno e quando ha esagerato, quando ha voluto strafare, quando ha mischiato letterine e politica, starlette e Berlusconi, la sua stella è caduta. Inchieste e galera, Ruby ed Emilio Fede: troppo, persino per quell’ambiente.
L’ALTRO manager in auge negli ultimi anni, lui sì uomo di potere, è stato Lucio Presta. In una certa fase della storia recente della televisione italiana, non si muoveva foglia in tv senza che lo volesse lui. Ha rapporti cordiali con Silvio Berlusconi, ha piazzato in Rai i “cavalli della sua scuderia”, e pare trovarsi più a suo agio sulla rete ammiraglia di viale Mazzini. Sarà per le caratteristiche tranquillizzanti e familiari dei suoi assistiti, ma RaiUno sembra il luogo ideale dove estendere la sua sfera di influenza. Tra i clienti dell’agenzia di Lucio Presta, ad esempio, ci sono Antonella Clerici, Mara Venier, Lorella Cuccarini e naturalmente la moglie Paola Perego. Gran parte del palinsesto, dunque, è roba sua. E lui non è certo un manager che si muove dietro le quinte: vuole decidere tutto, dalla collocazione oraria alle pause pubblicitarie, e dai clienti riceve una cifra che oscilla tra il 10 e il 20% del compenso. A Mediaset, invece, c’è il cliente più ricco, Paolo Bonolis che riceve dalle reti di B. cifre a sei zeri. Queste le teste di serie, ai quali si affiancano tanti altri peones del piccolo schermo: Federica Panicucci, Francesco Facchinetti, Teo Mammuccari, Elisa Isoardi, Elisabetta Gregoraci, Antonella Elia, Stefano Bettarini, Giulia Golia, Melissa Satta. Qualcosa ultimamente non gira come dovrebbe, però, e Presta ha dovuto subire colpi dolorosi: al fianco di Federica Panicucci a Mattino Cinque è tornato l’odiatissimo Claudio Brachino, mentre Mara Venier non è stata confermata alla guida de La vita in diretta per il prossimo anno, innescando un effetto domino tutto da seguire in vista dell’autunno. Il vero protagonista di questa stagione catodica è il manager che si autodefinisce potente e nascosto come Enrico Cuccia, il guru cattocomunista del potere televisivo: Beppe Caschetto.
La sua agenzia ha militarmente occupato i palinsesti, approfittando soprattutto degli spazi aperti dalla crescita di audience di La7: Daria Bignardi, Maurizio Crozza, Luca Telese, Nicola Porro, Geppi Cucciari, Cristina e Benedetta Parodi. Manca solo il colonnello Mario Giuliacci per fare en plein nella rete diretta da Paolo Ruffini. Con l’arrivo di Urbano Cairo, però, i “caschettiani” potrebbero emigrare in massa verso lidi più familiari. Come la terza rete Rai, l’altro feudo caschettiano: Fabio Fazio, Roberto Saviano, Lucia Annunziata, Luciana Littizzetto,
Giovanni Floris, Enrico Bertolino, Fabio Volo, Neri Marcoré. Su RaiDue, Caschetto punta su Vittoria Cabello e Ubaldo Pantani, protagonisti di Quelli che..; la rappresentanza a Mediaset è esigua ma di peso, con la star della rete Alessia Marcuzzi. E lo stesso vale per Sky, con Ilaria D’Amico. L’ultimo Sanremo è stato assolutamente roba sua: oltre a Fazio e Littizzetto, l’agenzia Caschetto ha piazzato tutte le sue teste di serie sul palco dell’Ariston, inventandosi il ruolo inedito di “proclamatore”. L’ospite di turno doveva semplicemente scendere la scalinata e proclamare quale tra le due canzoni presentate dai Big aveva passato il turno. Stop.
UNA COMPARSATA di pochi secondi che però ha fatto impennare le quotazioni degli assistiti del siculo-emiliano Caschetto. Sarà l’esperienza come dirigente della Regione Emilia Romagna, ma Caschetto è un perfetto uomo-apparato, un manager discreto, che non ama la ribalta o la mondanità, ma che espande a macchia d’olio le sue sfere di influenza. Pensate ai personaggi protagonisti di questa stagione in tv. Nove su dieci sono suoi assistiti. Altra campionessa assoluta di quest’annata poi, è Dalia Gaberscik, figlia di Giorgio Gaber e Ombretta Colli. La sua agenzia di comunicazione ormai è diventata un colosso dello showbiz italiano. Ha seguito artisti del calibro di Laura Pausini, Gianni Morandi, Biagio Antonacci, Gianna Nannini, Roberto Bolle, Claudio Baglioni. Ma il suo successo più clamoroso, e recente, riguarda Marco Mengoni. Già stellina da talent show, è riuscito a sfondare anche nel salotto buono proprio grazie alla nuova strategia comunicativa della Gaberscik. Una serie di mosse azzeccatissime che ha portato Mengoni a trionfare all’ultimo Festival e non solo grazie al televoto.