Pubblicato il 02/05/2013, 17:31 | Scritto da La Redazione

NONOSTANTE IL “BOICOTTAGGIO” DEI SINDACATI E DELL’ORGANIZZAZIONE IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO È ANDATO BENE

Fatti, misfatti e mistificazioni del Concertone di Piazza San Giovanni, che, nonostante tutto, è stato un successo di piazza e televisione.

Mai come quest’anno il Concerto del Primo Maggio ha rispettato il periodo a dir poco confuso in cui viviamo e ha presentato una serie di fatti, misfatti e mistificazioni mai accadute prima. Per prima cosa il tafazzismo dei sindacati nel dialogo con i giovani. La storia di Fabri Fibra escluso su richiesta dell’associazione Di.Re per i suoi testi che incitano alla violenza e le dichiarazioni della Camusso, che ha parlato del concerto come di un evento segnato dal tempo, di certo non hanno avvicinato i giovani ai sindacati in un periodo tanto delicato in tema di lavoro. Anche perché non si capisce quale sia il concerto non datato che ha in mente la Camusso: diciamo che altri modelli non è che siano garanzie di immediato successo, visto quello che è accaduto ieri a Napoli.

La stessa Camusso, intervistata da Geppi Cucciari durante il concerto, asseriva candidamente: «Ma qui ci sono molte persone in più di oggi al comizio di Perugia per la manifestazione nazionale confederale». Brava, strano, eh? Allora non sarebbe meglio per i sindacati cercare il dialogo con quei giovani, invece di lasciare a casa gli artisti con una decisione che è apparsa quanto meno supponente e dire che il concerto a cui vanno ogni anno almeno in 700mila è un po’ datato? Cos’è datato? Quei ragazzi che sono in piazza ogni anno e che ogni anno, da 24 anni, hanno un’età adolescenziale? È datata quella ragazza di Gravina di Puglia che in prima fila si è fatta regalare, come addio al nubilato, la presenza in prima fila al Concertone? O forse la Camusso vorrebbe che in piazza ci fossero spettatori più datati?

Poi abbiamo ascoltato dichiarazioni del direttore generale Rai Gubitosi (ne abbiamo già parlato su questo sito) che, pensando di fare un complimento al Concertone, lo ha definito una piccola Sanremo. Provi  a dirglielo in faccia sempre a quei 700mila che arrivano in piazza alle 8 di mattina e ci rimangono sotto il sole e la pioggia fino a mezzanotte, che assisteranno a una piccola Sanremo, non sappiamo mica come gli risponderebbero… ma questo non accadrà, perché il dg della Rai in piazza non si è visto, nè tra il pubblico nè nel backstage.

E poi c’è la crisi che, chiaramente, determina un concerto ai minimi storici in fatto di ospiti e scenografia: anche le famose fave con il pecorino e la porchetta del backstage, per la prima volta non erano gratis, ma costavano 5 euro.

E sempre per la crisi si è costretti a fare le nozze con i fichi secchi, si prende come autore un giornalista del gruppo “Repubblica” e ci si inventano le orchestre: bei nomi, tanti session man, tantissima cultura musicale. Ma a che serve? La sensazione è che si pensa più a se stessi che ai gusti della piazza. Che comunque, va detto, è ancora strapiena, grazie evidentemente a un patto di fiducia, non datato, firmato 24 anni fa con il Concertone. E oltre alla piazza si difende anche in tv: è un evento che fa gli stessi buoni ascolti a prescindere da chi ci partecipa, da chi conduce e da come è confezionato.

 

Pietro Berna

 

(Nella foto, un momento del concerto di Piazza San Giovanni)