Pubblicato il 20/04/2013, 13:32 | Scritto da La Redazione

L’AUTOIRONIA SALVA BOBO VIERI E MARCO DEL VECCHIO

L’AUTOIRONIA SALVA BOBO VIERI E MARCO DEL VECCHIO
Il critico de “Il Giornale” promuove la prima puntata del nuovo show di Sky Uno con i due ex calciatori. Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 35, di Maurizio Caverzan. L’autoironia salva Bobo e Marco La prima tappa di Bobo e Marco – I re del ballo è a Cuba per imparare la rumba e la […]

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Il critico de “Il Giornale” promuove la prima puntata del nuovo show di Sky Uno con i due ex calciatori.

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 35, di Maurizio Caverzan.

L’autoironia salva Bobo e Marco

La prima tappa di Bobo e Marco – I re del ballo è a Cuba per imparare la rumba e la salsa, due danze locali di discreta sensualità (SkyUno, giovedì, ore 21,10). Christian Vieri e Marco Del Vecchio partono dall’Italia, apparentemente da soli e apparentemente senza punti di riferimento. Cercano i contatti a L’Avana, trovano le scuole di ballo, si allenano per imparare in tre giorni i passi di danza e sfidarsi in una prova finale. In realtà è tutto un gioco, un pretesto per fare un po’ di baldoria e godersi la vista delle bellezze naturali. Quelle paesaggistiche e quelle femminili. Il mare, la vita notturna, i locali, la musica, le piazze. Ci si accosta alla visione un tantino prevenuti: Vieri e Del Vecchio trasmettono un mondo di calciatori e veline, un’esistenza di movida sconclusionata. E un po’ l’impressione dei «neovitelloni» è confermata.

La possibilità di oltrepassare questa impressione dipende dal tono del racconto, dalla scrittura si potrebbe dire senza voler scomodare parole grosse. Il programma è uno spin off di Ballando con le stelle firmato da Milly Carlucci e Giancarlo De Andreis, autori del format di Raiuno. La voce fuori campo (Francesco Cavuoto) prova a dare un po’ di spessore all’avventura degli apprendisti ballerini «nel loro viaggio alle radici del ballo», oppure «per scoprire l’anima di Cuba». Che poi, in verità, è la «cubanìa», ingrediente fondamentale per ballare bene: un mix di «nostalgia, divertimento e lotta», sintetizza il leader di una band locale.

Alla fine, l’arma giusta sono una certa spensieratezza e l’autoironia dei due tamarrissimi protagonisti: Bobo con occhiali a specchio e lenti turchesi, Del Vecchio con capelli sulle spalle o raccolti in un codino. A sera, in camera, ripresi dalla telecamerina, fanno il punto della giornata come in una specie di diario di viaggio. Se non si avanzano troppe pretese, se non ci si avventura in ambizioni linguistiche, ci si può persino divertire con Vieri e Del Vecchio. Chi l’avrebbe detto?