Pubblicato il 14/04/2013, 15:30 | Scritto da La Redazione

ROBERTO BENIGNI, DANTE E I CATTIVI CONSIGLI

Il premio Oscar toscano ha floppato paurosamente su Rai2 e allora ci si pone il dubbio se sia il caso di sovraesporsi televisivamente così tanto, invece di dedicarsi per un po’ esclusivamente al cinema.

Sulla polemica Roberto Benigni-Divina Commedia-televisione vorrei lanciare un appello: liberate Benigni! I fatti li conoscete meglio di me: il Tutto

Dante, lettura della Divina Commedia di Roberto Benigni su Rai2, è un disastro in termini di ascolti. Un danno sciocco per Benigni, per la sua immagine e per il suo talento. Le polemiche sono state molte sul perché e il per come la Rai abbia accettato questa operazione. Quello che però vorrei far rilevare è che la televisione a Benigni fa più male che bene e probabilmente il modo in cui Benigni viene gestito a livello televisivo è deleterio per lui. Non voglio entrare in polemica con il suo manager Lucio Presta, che ha il grande merito di diventare amico di tutti i direttori generali della Rai e di quasi tutti i giornalisti di destra e sinistra.

Però va detto che è ormai da 15 anni, più o meno da dopo il successo della Vita è bella, che Benigni continua a essere sovraesposto televisivamente con operazioni discutibili. Va bene: la lettura di Dante è stata una bella idea, ha avuto grandi meriti e successi, ma a un certo punto un manager di buon senso avrebbe dovuto consigliare al suo cliente più importante una pausa. Lo stesso discorso vale per le partecipazioni ai programmi televisivi, dal Festival di Sanremo in giù: Benigni negli ultimi anni è stato portato a destra e a sinistra a rifare se stesso. Se continua ad avere successo e ancora non ha stancato il pubblico è merito del suo straordinario talento, ma è proprio la gestione del suo talento che lascia spazio a molti dubbi. Così come la partecipazione a eventi pubblici e a feste di partito che sono diventati lo scenario abituale di alcune sue performance, nel tentativo di ripetere la geniale e storica scena del giugno 1983 quando prese in braccio Enrico Berlinguer prima di un comizio al Pincio.

Il problema è che Benigni era e rimane il nostro più grande talento cinematografico vivente: da otto anni non fa un film, inghiottito dalla televisione. Il suo premio Oscar risale a 16 anni fa, dopo quel trionfo ha fatto due film, uno sbagliato e l’altro forse non riuscitissimo. Prima della Vita è Bella aveva fatto sei film in undici anni. Dopo l’Oscar ha forse puntato su altro, magari anche per la consueta paura degli artisti di confrontarsi con i propri grandi successi. E così la televisione, le letture della Divina Commedia e gli show ai comizi politici sono diventati il suo maggiore impegno. Gli esiti sono però ormai quelli che vediamo. Valga per i geni, ma anche per i manager: gli affari sono affari, ma gli artisti sono artisti ed è bene che continuino a fare soprattutto quello che sanno fare meglio.

 

Peter Parker

 

(Nella foto Roberto Benigni)