Pubblicato il 13/04/2013, 12:11 | Scritto da La Redazione

MILLY CARLUCCI: «A DISPOSIZIONE PER “BALLANDO”. MA ALLA RAI CHIEDO GARANZIE»

MILLY CARLUCCI: «A DISPOSIZIONE PER “BALLANDO”. MA ALLA RAI CHIEDO GARANZIE»
In un’intervista al quotidiano “Libero”, la conduttrice racconta la genesi di “Altrimenti ci arrabbiamo” e chiede grandi nomi all’azienda per poter riportare in onda il suo programma storico. Rassegna stampa: Libero, pagina 30, di Lorenza Sebastiani. Milly Carlucci: «A disposizione per “Ballando”. Ma alla Rai chiedo garanzie» Stasera torna con «Altrimenti ci arrabbiamo», in forse […]

In un’intervista al quotidiano “Libero”, la conduttrice racconta la genesi di “Altrimenti ci arrabbiamo” e chiede grandi nomi all’azienda per poter riportare in onda il suo programma storico.

Rassegna stampa: Libero, pagina 30, di Lorenza Sebastiani.

Milly Carlucci: «A disposizione per “Ballando”. Ma alla Rai chiedo garanzie»

Stasera torna con «Altrimenti ci arrabbiamo», in forse lo show della danza. «La concorrenza ci batte? Non ci sono soldi per i super ospiti, così è dura».

Altrimenti ci arrabbiamo lo show di Milly Carlucci, stasera alle 21.10 su Rai Uno sarà alla sua seconda«serata-esperimento». Ospite Michael Bublè, che è in promozione in giro per il mondo, per via dell’uscita del suo nuovo album il 16 aprile, «To be loved». Abbiamo deciso di interpellare la conduttrice, che ha accettato di raccontarci come quei sei punti distacco dall’auditel di Amici della prima puntata (17, 36% contro il 23% del colosso Mediaset), rappresenti no un distacco prevedibile e giustificabile. «Ma solo per il momento». Intanto Maria de Filippi, stasera, mette in campo addirittura Michael Douglas.

In Rai sembra esserci grande soddisfazione per i risultati del suo show. Pare ci sia l’intenzione di prolungare le quattro puntate, previste al momento.

«È vero, è stata ventilata l’ipotesi. Siamo molto contenti, perché abbiamo messo in campo un prodotto in tempo record. Lo spazio in palinsesto è arrivato solo il 4 febbraio. E abbiamo provato solo per quattro giorni prima della partenza».

Come mai?

«Non ci sono soldi, è stata la risposta. E questo non significa solo non poter invitare superospiti, come giustamente fa Maria De Filippi. Noi non potremmo mai permetterci Harrison Ford, certo. Ma i soldi pagano anche il tempo».

Cioè?

«Quando hai un budget puoi permetterti magari un mese di preparazione prima di entrare in studio. Le contrazioni del budget finiscono per pesare anche sui tempi di lavorazione».

Ha spesso dichiarato che non punta a sfidare «Amici», ma a testare un prodotto. Se aveste un budget equivalente potreste competere?

«Non è paragonabile. “Altrimenti ci arrabbiamo” deve ancora farsi conoscere dalla gente. Ed è anche vero che, per far meglio conoscere un prodotto, la fase di palinsesto migliore sarebbe quella che non vede grandi corazzate in giro».

Quindi con che spirito affronta le prossime settimane?

«Con l’idea di avere in mano un’occasione per dare visibilità al programma. Dobbiamo dimostrare alla nostra stessa azienda che il prodotto ha un cuore, che è un’idea nuova come poche altre e che si può sviluppare nel tempo. Solo così potremmo sperare, un domani, in un investimento da “grande programma”».

Domanda secca: con «Ballando» avrebbe potuto ambire agli stessi risultati di «Amici»?

«Ballando è un titolo vuoto, dipende da ciò che ci metti dentro, o meglio da chi. Se fai un’edizione tentando di sfangarla con i remi in barca, rischi la pelle. Se invece ci investi, porti grandi personaggi, allora cambia tutto».

Per questo ha di recente dichiarato che Ballando potrebbe anche non tornare in autunno?

«È un discorso aperto. Oggi è presto per fare un ragionamento di questo tipo. La rete mi ha detto “vogliamo fare un grande programma”, ma nei fatti vorrei vedere se c’è possibilità. Non sono tempi facili. I soldi sono pochi, soprattutto in un’azienda come la nostra che deve rendere conto del centesimo. Lotteremo per avere un cast di livello».

A proposito di investimenti, la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta su spese sospette nei palinsesti della tv pubblica. Nel mirino, anche il cachet di Bobo Vieri, che per la sua partecipazione a «Ballando 2012», percepì un compenso di 600mila euro. Cosa ne pensa?

«Di solito non mi occupo direttamente dei cachet. A conti fatti, però, posso dire che gli investimenti per «Ballando» sono rientrati moltiplicati. Abbiamo ottenuto sponsor, telepromozioni, venduto dischi e alzato la media di rete. È una cosa che ottieni sempre e solo con i grandi nomi, che servono a richiamare attenzione».

Di recente abbiamo visto «Il re del ballo» su Sky, un programma di cui è coautrice. Andrebbe a condurre un programma lì?

«Sono una specie di soldato inquadrato nei ranghi della Rai ormai da 37 anni, non riuscirei a immaginarmi da un’altra parte. Sky però è una realtà interessantissima, che ha cambiato il linguaggio e svecchiato il nostro modo di usare la tele visione».