Pubblicato il 12/04/2013, 16:33 | Scritto da La Redazione

HISTORY CHANNEL RACCONTA LA MAFIA IN MODO DIVERSO, ATTRAVERSO I BUNKER CHE PER ANNI L’HANNO NASCOSTA

HISTORY CHANNEL RACCONTA LA MAFIA IN MODO DIVERSO, ATTRAVERSO I BUNKER CHE PER ANNI L’HANNO NASCOSTA
Il documentario Mafia Bunker, in onda martedì alle 21 su History Channel, ripercorre, con immagini inedite e spettacolari, le reti di labirinti dove molti boss sono stati catturati. Un documentario sulla mafia, lontano dai soliti stereotipi, che non mostra immagini di auto dilaniate e vedove in lacrime, ma la complessa rete di labirinti e cunicoli […]

Il documentario Mafia Bunker, in onda martedì alle 21 su History Channel, ripercorre, con immagini inedite e spettacolari, le reti di labirinti dove molti boss sono stati catturati.

Un documentario sulla mafia, lontano dai soliti stereotipi, che non mostra immagini di auto dilaniate e vedove in lacrime, ma la complessa rete di labirinti e cunicoli dove i boss consumano le loro vite chiusi in bunker sotterranei, come fossero topi. Si chiama Mafia Bunker il viaggio nel mondo della criminalità organizzata che History Channel trasmette martedì prossimo alle 21 e che, attraverso materiali inediti di archivio e non solo, svela la realtà sconcertante di passaggi segreti, botole, tunnel per la fuga collegati alla rete fognaria. Immagini che mostrano l’altra faccia delle mafie, quella sporca, brutta e fetida che vive sotto terra, lontana anni luce, ma decisamente più reale, rispetto a quella che troppi anni di fiction edulcorate e film da Padrino ci hanno mostrato.

Ideata da Simona Ercolani, condotta dallo storico e scrittore inglese John Dickie, tra i massimi esperti di mafia, co-prodotto dagli inglesi di Lion TV per Fox International Channel e Bbc2, il documentario racconta le azioni, la tenacia, il lavoro di squadra e l’avanzata tecnologia delle nostre forze dell’ordine. Un lavoro meticoloso, faticoso e difficile che ha portato all’arresto di tanti boss. Si resta quasi senza parole di fronte all’arresto nel suo bunker del boss di camorra Michele Zagaria, che, strafottente e sorridente, dichiara: «Lo Stato vince sempre lo so». Fa rabbia, un po’.

Ma poi c’è spazio per i volti di quei poliziotti che l’hanno preso dai quali trapela tutta la soddisfazione di un lavoro durato anni, passati ad ascoltare ogni virgola, a scrutare ogni immagine, a seguire ogni indizio. «Sono belle facce – sottolinea la Ercolani – Sono i volti di persone perbene, eroi che passano la vita a dare la caccia a questi boss. I cattivi qui invece sono brutti, vivono in posti brutti e fanno una vita brutta, non sono mitizzati come accade in certi film o fiction». Succede dunque di rimanere stupiti di fronte a certe immagini che mostrano bunker costruiti come opere d’arte, senza botole né cunicoli, ma in cui è la casa stessa, con le sue pareti e pavimenti scorrevoli, a spostarsi. Vere e proprie opere edilizie di cui l’Italia meridionale, soprattutto la Calabria e la Campania, sono piene. «A Roma – sottolinea Renato Cortese, primo dirigente della Polizia – non ne abbiamo ancora trovati. Questo documentario mostra lo sforzo dello Stato che in certi territori come Sicilia e Calabria deve farsi conoscere ai cittadini e alla gente. Ricordo che il 20 maggio del 1996, quando ci fu l’arresto di Giovanni Brusca la gente non c’era, quando invece l’11 aprile 2006 fu catturato Bernardo Provenzano alla Questura di Palermo era pieno di folla».

Girato in quasi un mese, al seguito delle forze dell’ordine alla ricerca continua di nascondigli infilati nel cuore dell’Italia, il documentario andrà in onda anche su Sky Tg24 (martedì a mezzanotte) e a seguire sulla Bbc 2. «Questa caccia ai bunker – conclude Dickie – è il segnale che lo Stato sta facendo sul serio. Negli anni ’60-’70-’80 i latitanti erano centinaia, oggi siamo distanti anni luce da quella situazione in termini di lotta alla mafia. Per questo è importante raccontare con tanta spettacolarità storie come questa». Ci sono voluti tre anni per realizzare questo documentario, «ma alla fine – conclude Sherin Salvetti, direttore di History Channel – siamo orgogliosi di mostrare un lavoro positivo fatto dal nostro Stato, soprattutto in un momento difficile come quello che il nostro Paese sta attraversando».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto una scena di Mafia Bunker)