Pubblicato il 12/04/2013, 10:34 | Scritto da La Redazione

FREQUENZE TV, SOLO TRE ALL’ASTA

FREQUENZE TV, SOLO TRE ALL’ASTA
L’Agcom ridisegna l’asta delle frequenze televisive digitali. Rai, Mediaset e Telecom Italia Media non potranno parteciparvi. Il Consiglio dell’Agcom ha approvato ieri il provvedimento definitivo sulle regole. La palla passa ora al ministero dello Sviluppo, che avrà il compito dimettere a punto il bando governativo. Rassegna Stampa: IlSole-24Ore, pagina 43, di Andrea Biondi e Marco […]


L’Agcom ridisegna l’asta delle frequenze televisive digitali. Rai, Mediaset e Telecom Italia Media non potranno parteciparvi. Il Consiglio dell’Agcom ha approvato ieri il provvedimento definitivo sulle regole. La palla passa ora al ministero dello Sviluppo, che avrà il compito dimettere a punto il bando governativo.

Rassegna Stampa: IlSole-24Ore, pagina 43, di Andrea Biondi e Marco Mele.

Media. L’Agcom approva il nuovo testo del Regolamento per la gara: ora si attende il bando governativo.
Frequenze tv, solo tre all’asta
Esclusi dalla partecipazione Rai, Mediaset e Telecom Italia Media.
Signori, si cambia. L’Agcom ridisegna l’asta delle frequenze televisive digitali. Rai, Mediaset e Telecom Italia Media non potranno parteciparvi. Il Consiglio dell’Agcom ha approvato ieri, all’unanimità, il provvedimento definitivo sulle regole. La palla passa ora al ministero dello Sviluppo, che avrà il compito dimettere a punto il bando, in base alla legge 42/2012 con la quale il Governo Monti ha di fatto deciso che le frequenze da assegnare il dividendo digitale conseguente al passaggio dall’analogico come richiesto da Bruxelles, sarebbero state oggetto di una gara “onerosa” e non di assegnazione gratuita. «Ci vorranno 35-40 giorni dalla ricezione del regolamento per istruire gare di questa complessità», affermano fonti del Mise. Un tempo forse utile per far ricadere la palla nella metà campo del nuovo Governo. L’Agcom, intanto, dopo un lungo lavoro di interlocuzione fatto con la Commissione Ue che sul punto aveva aperto una procedura d’infrazione ha confermato l’ultima impostazione (come riportato dal Sole 24 Ore del 29 gennaio, ndr) del regolamento che ha cambiato quelli che erano i piani iniziali. I lotti a gara, con diritti d’uso ventennali, non saranno più sei, ma tre. Sono stati estromessi quelli del Blocco U, vale a dire quelli della banda 700 Mhz, che inizialmente si volevano mettere a gara per soli 5 anni. Questi tre lotti, invece, restano a disposizione dello «sviluppo futuro» della Lte, ovvero della banda larga mobile. Una scelta tutto sommato di buon senso: chi avrebbe partecipato a una gara per gestire una rete per soli cinque anni, come previsto nella prima versione del regolamento? L’altro pilastro è stato quello di escludere i big. Il provvedimento consente di concorrere per tutti e tre i lotti disponibili (Li, L2, L3) ai soli nuovi entranti o piccoli operatori (che detengono cioè un solo multiplex) e per due lotti agli operatori già in possesso di due multiplex (il gruppo Repubblica-Espresso). Sono fuori, quindi, Rai e Mediaset (possessori di 4 multiplex) e Ti Media(3). Limitazione anche per Sky: possibilità di concorrere per un solo lotto agli «operatori integrati, attivi su altre piattaforme con una quota di mercato superiore al 50% della tv a pagamento». «Questo provvedimento – afferma Maurizio Decina, uno dei relatori – unisce tre esigenze: quella di aprire possibilità di mercato a nuovi e piccoli operatori, come chiesto anche dalla Ue; quella di lasciare a disposizione per la telefonia mobile tre lotti e quella di intervenire con misure per migliorare l’efficienza dello spettro, andando a risolvere le difficoltà di ricezione». Maggiori dettagli si avranno solo con la visione del regolamento, ma l’Agcom avrebbe previsto di modificare il perimetro dei tre lotti messi a gara, rispetto a quanto immaginato inizialmente, proprio per favorire l’utilizzo di frequenze nel miglioramento dell’efficienza. Alcuni canali oggi interferiti del servizio pubblico dovrebbero essere così tutelati, non assegnando lo stesso canale in regioni limitrofe. Due dei tre mux messi in gara saranno nella banda VHF e solo uno nella banda UHF, dove ci sono diverse interferenze, dovute in gran parte al modo in cui si sono assegnate le frequenze digitali, senza rispettare il Piano dell’Agcom. Che comunque intende mantenere il tetto di cinque multiplex ad operatore anche al di fuori della gara. Ma togliendo dalla gara i tre canali 54,55 e 58, i mux nazionali si riducono da 25 a 22, salvo riassegnazioni future dei primi due. Cinque è più del 20% dei mux (se esistesse un tetto sul numero delle reti e non sui programmi, come, invece, prescrive la legge Gasparri): non è proprio una camicia di forza, il tetto dell’Agcom.